Evitamento da paura di essere deriso

Salve, ho 47 anni e mi vergogno di quello che sto per scrivere.
Premetto che ho tanti amici che mi stimano (chi più o chi meno) e con i quali passo volentieri il mio tempo libero.
Però quando ero piccolo, in adolescenza, ho subito bullismo alle medie che mi ha portato anche adesso che ho quasi 50 anni a fuggire determinate situazioni.
in particolare quando arriva un tizio ubriaco che mi chiama con un nome che io odio e che mi riporta istantaneamente a quando venivo deriso e picchato a scuola e l'unica strategia che avevo, in quanto più piccolo di età e di statura, era fuggire.
Bene, ora che sono grande e grosso quando arriva questa persona letteralmente fuggo, al posto di spaccargli i denti.
Lo so... è tutto così esagerato e irrazionale ma è come se una parte di me sia ancora quel bambino impaurito che deve nascondersi per non essere preso in giro e che teme di essere insultato anche dalle persone più strette e perdere di conseguenza tutti le amicizie e le relazioni, anche sentimentali, che ha costruito in una vita.
é patetico lo so, ma questa cosa non mi da pace.
Ho deciso di cominciare un percorso psicoterapeutico perchè questa cosa non è sana e ne sono cosciente: temo anche di mostrarmi in pubblico per paura di essere insultato da questo personaggio.
Sono stanco, avvilito tanto da sognare queste situazioni anche di notte... come posso fare?
grazie a chi saprà darmi una risposta.
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Gentile utente,
il fatto che lei, malgrado la "vergogna" che dice di provare, ci scriva dettagliando abbastanza la sua esperienza con quella persona, fa pensare che qualcosa si stia già sbloccando dentro di lei.
Ottima la decisione di consultare un/a psicolog/a. Nei casi come il suo anche la sola esposizione verbale dell'esperienza che vive adesso e dei collegamenti col passato può essere importante.
Associare a questa presa di coscienza del disagio alcuni esercizi di fronteggiamento della situazione sgradevole con soluzioni adulte, senz'atro alternative all'ancora infantile "spaccargli i denti", può poi portarla ad un superamento completo.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza
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Dr.ssa Giuliana Leoni Psicoterapeuta, Psicologo 44
Gentilissimo, partiamo da molto lontano e cioè dal suo ambiente familiare. Com'erano i rapporti con i suoi? Da dove arriva la sua autostima e come non si è sviluppata adeguatamente fino al punto da non sapersi difendere? Analizzando queste variabili potrebbe capire la chiave del suo disagio. Denota una poca fiducia in se stesso e nelle sue capacità. Lei è una persona timida? Ha forse paura di quello che potrebbe succedere se reagisse in modo adeguato alle minacce che riceve? Si è mai ribellato a qualcuno per qualcosa? Spesso il bullismo viene fatto da persone deboli che usa la sua violenza per far sembrare forti e invincibili. I bulli scelgono sempre persone più deboli di loro. Mi sembra di aver capito che la persona da cui lei fugge sia vicino a lei piuttosto costantemente. Non la eviti perché evitando dimostra la sua debolezza e la sua insicurezza. Se questo disturbo lo porta avanti da anni le consiglio di rivolgersi ad un professionista che usi la tecnica dell'EMDR (trova in internet tutte le informazioni). Un metodo molto efficace se il trauma subito non viene elaborato. Mi faccia sapere ....

Dr.ssa Giuliana Leoni
psicologa - psicoterapeuta - sessuologa clinica

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Utente
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Gentili frazie per i consigli. In effetti il mio problema parte da molto lotano: sono andato un anno avanti a scula e questo mi è pesato moltissimo; il fatto di non sentirmi mai all'altezza nasce da li e di questo incolpo i mei genitori che sicuramente non avevanto intenzioni di casuarmi volontariamente un tale disagio ma ichiedo perchè sottrarre una anno di gichi ad un bambino per cataputarlo in situazioni più grandi di lui? con gente più grande e tanta fatica. Sono cresciuto cercando sempre di difendermi e non avendo mai il supporto di nessuono: il secondo di tre figli praticamente coetaeni mi ha fatto sempre credere di essere meno importante degli altri due, che oggi sono due affermati professionisti mentre io sono un disoccupato che vive praticamente alla giornata. Sono un fallito? credo di si, nel lavoro come in amore questultimo in particolare non è più presente nella mia vita da ben 4 anni ma si vede che non me lo merito. Subisco molto il giudizio altrui e non mi fido di nessuno...come potrei fidarmi di chi da un momento all'altro ti può tradire? Siciramente il problema che ho descritto è la punta dell'iceberg di una situazione molto più complessa che mi porta da una qualità di vita che dire mediocre è poco. domani voglio chiedere il bonus psicologo , spero me lo diano. E sono consapevole che non esiste la bacchetta magica ma solo parlarne mi aiuta ad alleggerire un po questo grosso macigno che porto sulle spalle.
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A questo aggiungo vari problemi fisici che mi rendono penoso il vivere quotidiano. Non fidarmi di nessuno: questo il mantra con cui sono cresciuto e che mi ha portato alla vita misera e arida che conduco ormai da anni.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Gentile utente,
le sono vicina e comprendo le sue difficoltà.
Le ripeto che avere avuto il coraggio di parlarne apre già una breccia nella sua dolorosa e controproducente corazza difensiva.
Provi a porsi qualche obiettivo concreto: trovare subito un lavoro, anche un lavoretto, per ora, come curare un giardino, e intanto adotti un mantra positivo.
In attesa di trovarne uno perfetto per lei, può andare bene il classico. "Se sorridi alla vita, la vita ti sorride".
Auguri di cuore.

Prof.ssa Anna Potenza
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Grazie per gli auguri dott.ssa. io cerco di sorridere alla vita tutti i giorni...ma lei non mi ricambia. E uno si stanca anche di sorridere...
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Dr.ssa Giuliana Leoni Psicoterapeuta, Psicologo 44
Gentilissimo, comprendo il suo disagio e il suo stato emotivo di fronte a quelle che lei definisce avversità, compreso il suo stato di salute, di cui però non so nulla. Voglio soffermarmi sul fatto che lei è il secondogenito e, secondo alcuni studi in psicologia, è il soggetto in famiglia che "soffre" di più, la cosiddetta "sindrome del figlio di mezzo". In pratica lei non è né il primo, né l'ultimo. Il primo figlio, proprio perché è il primo, riceve tutte le attenzioni e anche le paure perché anche per i genitori è la prima volta, si sentono investiti di responsabilità e quindi vogliono che tutto si svolga secondo le regole, hanno delle aspettative sul primogenito. Quando arriva il secondo figlio, sono già preparati, hanno già "imparato la lezione" e allora sono meno rigidi e più tolleranti; quando poi arriva il terzo figlio questo riceve delle attenzioni particolari proprio perché è il più piccolo, quindi è significativo il fatto che il figlio di mezzo si senta trascurato e quindi soffra di più. Immagino che lei si sia sentito incompreso, trascurato, con bassa autostima (come mi pare di capire) e con un ruolo non bene definito. Tuttavia ci sono tante variabili da considerare: il clima familiare, l'atteggiamento dei genitori e il tempo che dedicano ai figli, il carattere individuale, le risorse dei genitori e dei figli e la differenza d'età.... tutti questi fattori possono influenzare il comportamento o la percezione errata o meno dei fatti.
Cerchi in se stesso le sue passioni, fissi degli obiettivi di suo interesse. E' la motivazione che fa girare il mondo, non se lo scordi. Insegua i suoi sogni e le sue aspettative e vedrà che arriverà da qualche parte con soddisfazione.
Auguri

Dr.ssa Giuliana Leoni
psicologa - psicoterapeuta - sessuologa clinica

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