Lutto importante

Salve. Il mio fidanzato 3 anni fa ha subito ungrave lutto quello della madre, morta di un tumore dopo 2 anni dalla scoperta della malattia. Durante questi due anni, io ho avuto una trombosi grave, quindi lui era diviso tra la mia malattia e quella della madre.E' stato un periodo molto brutto per lui.Il mio problema èche lui da un mesetto ha dei sintomi di stanchezza come un senso di sbandamento come se avesse meno sensibilità alla parte sinistra. Abbiamo fatto molte visite da specialisti ma risulta tutto nella norma. Io credo sia una cosa sua psicologica. Anche perchè quando fa qualche hobby che adora in quel fragente sta bene. Cioè non è una cosa continua. Però a volte è tranquillo e sta male lo stesso. L'unica cosa che mi fa un po riflettere che il primo giorno che ha sentito i sintomi era tranquillo con me ed il fratello al mare. Questo non riesco a spiegarmelo. Voi cosa ne pensate? Che devo fare per aiutarlo?Puòdipendere dal brutto periodo che ha passato? o da cosa?
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Dr. Daniela Benedetto Psicologo, Psicoterapeuta 204 5 12
"era tranquillo con me ed il fratello al mare". Certo la tranquillità è un parolone per il suo ragazzo, soprattutto per gli affetti familiari. Possiamo immaginare quanto lo scenario rispetto alle certezze di continuità negli affetti familiari sia cambiato dopo il lutto e la sua malattia.
Il timore di "perdere" altri cari forse è più presente di quanto sembri. Il corpo umano reagisce e lamenta le nostre ansie e le nostre paure prima ancora che noi possiamo esserne consapevoli.
L'elaborazione del lutto materno e dei successivi risvolti anche a seguito della sua malattia potrebbero essere agevolati da un lavoro psicologico presso uno psicologo psicoterapeuta.

Dr.ssa Daniela Benedetto
Psicologa e Psicoterapeuta EMDR Roma
tel. 3396306112 www.danielabenedetto.it
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dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la Vostra tempestiva risposta. Quindi oltre a consigliarli una terapia da un pscologo io cosa posso fare? Gli ho detto che secondo me il suo malessere è provocato da una sua cosa psicologica e lui c'è rimasto un po male, come se io non volessi crederlo che sta male. Cioè io vorrei sapere cosa posso fare io per aiutarlo come devo comportarmi.
Grazie
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Dr. Daniela Benedetto Psicologo, Psicoterapeuta 204 5 12
Io credo che lei possa tranquillizzarlo sul fatto che proprio perchè dà importanza al suo malessere che ci tiene affinchè lui possa comprendere "il problema". Gli aspetti psicologici devono essere tenuti in considerazione e non sottovalutati e c'è bisogno di un lavoro accurato per risolverli oltre che di una buona motivazione e desiderio di stare bene da parte dell'interessato.
La "competenza" del cliente è necessaria per poter affrontare qualsiasi problema psicologico. Lo psicologo, con i propri strumenti e la propria competenza nonchè professionalità non potrebbe fare nulla se non fosse di fronte ad un interlocutore che altrettanto ci mette del suo sia in ascolto che in competenza e desiderio di affrontare se stesso e la conoscenza delle proprie dinamiche.
Proporre a qualcuno di consultare uno psicologo psicoterapeuta significa aver dato peso alla persona, alla sua "competenza" e soprattutto al desiderio che stia bene e sia felice.
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Dr.ssa Serena Rizzo Psicologo 202 9
Cara ragazza,
immagino quanto sia stato difficile anche per lei affrontare tutto questo, divisa tra l'immenso dolore del suo fidanzato e la sua malattia.
Detto questo, può accadere che l'insorgenza dei sintomi avvenga in un momento di tranquillità per la persona. Per quanto sereno fosse il suo compagno in quel momento, dobbiamo considerare il carico emotivo che questa persona continua portarsi dietro, dopo un periodo così intenso psicologicamente.
L'ansia, di solito, esprime un grande senso di impotenza rispetto a situazioni alle quali si deve necessariamente "soccombere" o che abbiamo dovuto accettare.
La morte, l'evento dinanzi il quale l'essere umano percepisce il più totale senso di impotenza, rappresenta proprio questo tipo di situazione.
So che non è facile far comprendere ad una persona cara l'importanza di chiedere aiuto, ma provi pian piano, con estrema delicatezza a spiegare al suo fidanzato che il carico emotivo che si porta dentro sarebbe troppo grande da affrontare da soli, per tutti.
La saluto caramente,
Dott.ssa Serena Rizzo
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it

Dr.ssa serena rizzo

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio di avermi risposto. Ho parlato con il mio ragazzo lui mi ha detto che vuole stare ene non vuole più sentirsi male. Quindi se un medico gli dice che il suo malessere è dato da un aspetto psicologico lui va da uno psicologo. Ha solo paura che lo psicologo possa dargli medicinali dai quali poi diventa dipendente. Può esistere una cura dove si lavora sulla psiche senza ricorrere a medicinali? Non vorrei che sono proprio io ad insisterlo per andare dallo psicologo e poi prende qualche medicina da cui diventa dipendente o che gli provoca qualcosa e poi io morirei dai sensi di colpa.
La ringrazio di avermi risposto così umanamente aspetto con ansia un altro suo consiglio. Io ho 25 anni forse dovrei essere in grado di affrontare questa situazione ma non so come mi sento piccola e impotente
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Dr. Daniela Benedetto Psicologo, Psicoterapeuta 204 5 12
Lo psicologo e psicoterapeuta non dà farmaci. Il processo terapeutico può essere accompagnato eventualmente da un sostegno farmacologico solo se condiviso e prescritto da un medico psichiatra.
Lo psicologo anche se specializzato in psicoterapia, non può dare farmaci in quanto non è medico psichiatra. Può consigliare però il paziente per un intervento anche di questo tipo.
Pertanto la psicoterapia ancorchè svolta da uno psicologo non prevede la prescrizione di un farmaco.
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Dr.ssa Serena Rizzo Psicologo 202 9
Avere venticinque anni non equivale a possedere necessariamente quella forza che ci permetta di affrontare al meglio le sfide che la vita ci pone davanti costantemente. Ci si può sentire piccoli e impotenti anche a cinquant'anni,anzi,è proprio così che normalmente ci si sente in queste situazioni. Non La conosco, ma avverto in Lei una grande forza interiore che sta venendo fuori anche nel voler aiutare il suo compagno.
Come le ha spiegato la collega, nè gli psicologi,ne' gli psicoterapeuti possono somministrare farmaci e solitamente l'utilizzo degli stessi non viene contemplato nel percorso psicoterapico.
L'azione del farmaco infatti è sintomatica,superficiale, mentre la psicoterapia va ad agire in profondità, risultando a lungo termine molto più efficace di una terapia farmacologica.
Sono contenta che il suo fidanzato si sia aperto a questa possibilità. Sembra poco, ma in realtà Lei sta facendo tanto.
Per altri chiarimenti sono qui,
la saluto,
Dott.ssa Rizzo.
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it
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dopo
Utente
Utente
Ringrazio tutti questo sito è davvero utile. Voreei chiedervi, se facessi parlare direttamente il mio fidanzato con voi sarebbe una buona idea? Io credo di si. Magari gli do il mio numero utente e lui vi contatta direttamente.Magari parlando con voi si sente meglio.
Grazie ancora
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