Voglio uccidermi?

È una domanda un po' strana, lo so.
Ho appena passato un periodo di forte tristezza, non stavo per niente bene. Mi svegliavo alla mattina e scoppiavo in lacrime.
Ogni minimo problema mi pesava, soffrivo per ogni screzio.
Ho sempre fatto quello che dovevo fare, al lavoro sono rimasta produttiva e non ho lasciato indietro questioni personali con scadenze.
Ma non ho fatto null'altro.
Nei giorni liberi sono anche rimasta a letto per tutto il tempo. Ho lasciato indietro lavori domestici, sport, amici...
Il pensiero della morte era un appuntamento quotidiano.
Dalla speranza di addormentarmi e di non svegliarmi nei momenti in cui ero a terra e priva di energie, alla voglia di prendere qualunque oggetto o sistema sotto mano in alcuni momenti di disperazioni, fino ad un ragionamento freddo, logico e consapevole sul vantaggio di ammazzarmi nei momenti in cui mi riprendevo.

Ora sto bene. È da un po' che prendo farmaci, e sto meglio.
Non piango più per ogni cosa, in caso di litigi tengo testa, ho la forza di fare anche cose non necessarie, a volte piacevoli.

Ma l'idea della morte mi è rimasta.
Ho il ricordo dei momenti di sconforto.
E condivido anche in questo momento positivo la logica che vedevo nel suicidio quando non stavo bene.
E -se possibile- il pensiero è molto più frequente, una presenza fissa, che appare anche nei momenti più inaspettati.

Tutto ciò è una fase che passerà?
Sono pensieri a caso che andranno via via diradandosi?
O resteranno?
Questo lo chiedo anche perché le immagini sono
Diventate molto concrete nel tempo. E non credo di essere stabile, anzi, un aspetto particolare di questo periodo è che sono irritabile e ho scatti di rabbia, caratteristiche che non sono tipiche della mia persona.

Come valuto tutto ciò?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Che terapia sta assumendo? Ha detto al suo psichiatra di avere questi pensieri?

Dr. F. S. Ruggiero

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[#2]
dopo
Utente
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Lamictal 100
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Perché?

Lo sa, l'ho riferito in una fase intermedia di qualche giorno dove stavo tra l'abbattimento iniziale e la fredda logica sempre presente di ora. In quel momento volevo farlo seriamente, ora al massimo sarebbe per togliermi il pensiero.
Però questi cambiamenti personalmente li vivo come un'evoluzione lineare, non c'è nulla di sorprendente da un giorno all'altro.
Questo mi fa pensare che tempo una settimana potrebbe essere tutto diverso.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Quindi sente un miglioramento
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Utente
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Nell'umore.
Nei pensieri non so, infatti chiedevo.
Immagino che ci saranno, ora so solo che sono diversi.
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dopo
Utente
Utente
Ecco, scrivo un esempio:
Sono sveglia dalle tre e quaranta, ho fatto colazione ho messo via un paio di cose...sono serena per davvero.
Ma ci penso. Non mi sento in ansia, non mi sento spaventata. Mi viene solo da pensare che così deve essere, sto solo maturando una decisione sulla mia persona.
Mi sembra di vivere la cosa come un viaggio programmato nel prossimo futuro, non oggi, ma mi devo già preparare.
La questione è che non so a che pensare: l'idea della morte programmata non è socialmente accettata perciò si cataloga nella malattia. Ma ora non sono malata, non sto soffrendo, o meglio, la malattia c'è e non si cura, ma le terapie hanno avuto effetto sui sintomi, infatti non mi sento né depressa né priva di speranza.
Sono lucida e in grado di intendere e volere, in genere è perché si considera il depresso non in grado di ciò che si impone una cura. Ma ora sono dentro qualsiasi limite.
Nessuna stranezza. Nessun colpo di testa.

Forse è l'ideologia nella quale sono cresciuta, forse è per il tipo di idee che ho sempre coltivato o i libri che leggevo...
Ma sono così e pure consapevole.
Come ho detto in un precedente consulto ho bene in chiaro l'idea di normalità (o meglio, di maggioranza) quindi non mi sogno nemmeno di andare in giro a raccontare queste cose...ma ci sono e sono il frutto di non so cosa, ma non di malattia.

L'unica cosa che trovo sconcertante è il motivo per cui salta fuori tutto ora.
Tutti i frammenti si sono uniti. Vari pensieri, varie idee (non patologiche e nemmeno strane) si sono collegate.
Penso che in un contesto di assoluta normalità tutto questo ci sarebbe (si tratta di opinioni personali lecite), ma non ci penserei e contnuerei a vivere la mia vita come se niente fosse, lasciando certi concerti astratti, mentre ora risultano vividi e concreti.

Potrebbe essere una componente ossessiva? Magari scatenata dall'antidepressivo? Chiedo questo perché fino ad ora gli antidepressivi utilizzati hanno sempre avuto un effetto di viraggio (anche peggiore e più rapido, direi drammatico).
È solo un dubbio...