Paura del mio datore di lavoro

Salve,
vi contatto perché sto vivendo un gravissimo problema nel nuovo contesto lavorativo in cui sono entrato da qualche mese. Il mio datore di lavoro mi mette in fortissima soggezione. Con i suoi dipendenti e' una persona sgarbata, superba, scontrosa, li spreme dal primo all'ultimo secondo, adora vederti in difficoltà, non trasmette mai serenità ma al contrario ti uccide moralmente, pretende il massimo, non vuole essere contraddetto oltre ad essere sottopagati. Io sono una persona timida, dal temperamento tranquillo ma che ha una profonda paura di lui, cosa che lui percepisce e su cui marcia piacevolmente. Spesso mi dice per buttarmi a terra: "LA LUNA DI MIELE TRA ME E TE E' FINITA, ADESSO FARO' IN MODO CHE TU POSSA ODIARMI!!!" e via dicendo. Molti dei suoi dipendenti sono delle ragazze, non dico che per loro siano rose e fiori ma lavorando per lui anche da anni hanno imparato a "conviverci". Il mio problema è che persone del genere mi mettono in fortissima soggezione lasciandomi pietrificato: non sono in grado di rispondere, di dire la mia, di difendermi.....LA PAURA MI TRAVOLGE. Lavoro malissimo, depresso, la notte mi sveglio, palpitazioni, quando finisco di lavorare non metabolizzo e porto con me tutto insomma mi sto auto distruggendo. Le mie energie psichiche sono a pezzi e non riesco ad affrontare la cosa. Quando lui non c'è sono una pasqua, scherzo, rido, lavoro a mille....quando spunta INVECE NO. Sono come una macchina in prima con i giri del motore al massimo che consuma tanta energia ma che non fa nulla in effetti. Considerando che l'attività ancora non è avviata, quando tutto inizierà lui diventerà ancora più figlio di puttana e io impazzirò se non trovo una soluzione a questo problema. Non è sempre in questo modo, perché ci sono dei giorni in cui invece è la persona più amabile della terra, con cui puoi ridere, scherzare....ti diverti proprio, solo che io fino a quando non percepisco il suo stato d'animo sto male. Se vedo che è sereno allora.....tutto bene, altrimenti sto costantemente con la paura, PAURA DI LUI, PAURA DI QUALSIASI COSA. Cosa posso fare? Come combattere questa mia fobia, questo mio malessere? Se continuo in questo modo, questione di qualche mese e lascerò tutto. Il mio problema quindi non è il tipo di lavoro, ma la personalità della persona che mi sta davanti, perché in tutti gli altri contesti lavorativi in cui sono stato non ho mai avuto problemi del genere anzi ho avuto sempre SUCCESSO. Una persona mi ha detto che lui forse è un BIPOLARE ma non so cosa cavolo sia di specifico e non so neanche se sia vero. L'unica cosa che so è che sto male in questo contesto e non vedo l'ora di andare via. Il mio obiettivo è di lavorare per lui per un poco, imparare, fare gavetta e poi fare qualcosa di mio perché obiettivamente è una persona geniale, di successo, grande imprenditore da cui posso imparare tante cose e alla quale ho espressamente chiesto di insegnarmi tutto questo. AIUTATEMI PER FAVORE!!!

MOLTE GRAZIE!!
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Gentile ragazzo,
Lavorare nelle condizioni che descrive sarebbe duro per chiunque, quindi comprendo il suo stato d'animo. Oltre tutto, il ruolo che lei ha non è' paritario ma subalterno e, in più, lei sta apprendendo, quindi c' e' davvero uno sbilanciamento di potere tra lui e lei. Questo non significa che un datore di lavoro debba comportarsi così! Ci sono sindacati nella sua azienda? Ha parlato con altri? Come mai le impiegate sembrano accettarlo e non risentirne ? Mi faccio l'idea di come lei abbia vissuto, nella famiglia, l'autorità di un genitore, nonno o parente. Ad ogni modo, lei valuti se può difendersi dai suoi umori alternati e imprevedibili, magari evitando quelli negativi, quando possibile, poi valuti anche quanto conta per lei rimanere in quel contesto.
Da un punto di vista psicologico, posso dirle che ci sono dei percorsi terapeutici per rafforzare la propria assertività, ovvero la propria capacità di affrontare situazioni e persone dispotiche come quelle che descrive.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

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Dr.ssa Sara Pezzoni Psicologo, Psicoterapeuta 51 1
Gentile ragazzo,
mi associo alla collega circa l' empatia nei suoi confronti per questa situazione difficile.
Relativamente a questo timore generalizzato che la mette in soggezione, quali sono le paure sottostanti che la attanagliano?Di non riuscire a svolgere i compiti come il capo li vorrebbe?Di non essere apprezzato?Di essere visto come incapace?Di non farcela?o altro ancora..

Cordialmente,

Dr.ssa Sara Pezzoni
www.psicologiaeserenita.com
sarapezzoni@libero.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa,
la ringrazio per la risposta. Non è facile evitare i suoi umore ne tanto meno la sua persone perché nella mia mansione ma soprattutto nella situazione in cui siamo, attività in fase di avvio, stiamo spesso in contatto. Lavoro in nero in questo momento quindi non esiste la possibilità di un sindacato a cui appellarmi in questo momento. Farei prima a mandarlo a quel paese. Sarei molto interessato a questi percorsi terapeutici contro dispotismi del genere. Ho riflettuto molto in questi giorni e posso dirle che nella mia infanzia mi sono dovuto rapportare con mio padre che quando doveva rimproverarmi, riprendermi o insegnarmi qualcosa mi alzava le mani. Diciamo che lui proviene dalla vecchia scuola menare-educare. Avevo spesso paura di lui proprio per le conseguenze che si venivano a creare quando combinavo qualcosa e quando succedeva rimanevo di sasso, pietrificato. Ricordo che spesso quando andavo a casa dei miei compagni non rimanevo fino oltre ad un certo orario, ossia fino a quando non tornava a casa il padre. Avevo paura, di non so cosa, e ritornavo a casa. Adesso questa situazione si è traslata nel rapporto con queste persone. Quando lavoro e sto in un contesto lavorativo o ambientale sereno riesco ad esprimere totalmente le mie potenzialità, il mio valore. Cosa sa dirmi in merito sulla base di questa riflessione? Cosa mi consiglia?

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dopo
Utente
Utente
Gentile dott.ssa,
ringrazio anche lei per la risposta. Non temo nulla in particolare rispetto a quello che mi ha scritto lei perchè credo nelle mie potenzialità riconosco che essendo un novello nell'ambito ho solo da imparare e che l'errore sta sempre dietro l'angolo. Il tempo mi farà da maestro. Il mio titolare è una persone che oltre ad avere tutti quegli attributi negativi di cui le parlavo, vive momenti in cui quando si innervosisce diventa una belva. E' come se esplodesse di punto in bianco, diventando estremamente aggressivo a livello verbale ovviamente. Lui mi dice sempre per distruggermi, riconoscendo la paura che sento per lui E PROVANDO SECONDO ME UNA FORMA DI SANO PIACERE, GUARDA CHE SE IO MI INC***O NON RISPONDO PIU' DI ME STESSO, GUARDA CHE NOI LITIGHEREMO FURIOSAMENTE NEL FUTURO QUINDI PREPARATI, GUARDA CHE MI ODIERAI PERCHE' COME TI TRATTERO', GUARDA CHE IO I MIEI DIPENDENTI LI SPREMO FINO ALL'OSSO. Alla fobia dovuta al suo dispotismo si aggiunge questo, che lui mi comunica volontariamente ma non solo per prepararmi psicologicamente ma per terrorizzarmi. Lui non carica le persone motivandole, ma abbantedole. A me tutto questo non frega più di tanto. Io voglio togliermi di dosso questa paura, avere il coraggio di rispondere, di reagire, di difendermi, di lavorare come so fare.

Grazie
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Gentilissimo,
Avevo infatti ipotizzato che dietro la sua paura di questo individuo ci fosse qualcosa che aveva radici in un'educazione "menare-educare' come dice lei. È come se lei avesse appreso un comportamento di paura (sano e funzionale quando era piccolo) e lo avesse trasferito ad altre figure che, ahimè per gli altri, abusano del loro potere. Si, ci sono percorsi specifici per diventare più assertivi, ovvero per riuscire a proteggersi e a difendersi da chi ci vuole prevalere. Può provare nella sua zona, anche tra i professionisti di Medicitalia, chi può fare al caso suo. Generalmente, se non ci sono altre problematiche, tali percorsi possono essere piuttosto brevi e focalizzati a risolvere il problema, nel suo caso, il potenziamento delle sue capacità assertive.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ind. Clinico
[#6]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio dott.ssa,
contatterò il prima possibile qualche specialista nella mia località o anche di medicitalia. la ringrazio vivamente per l'aiuto. Qualche aiuto "pratico" per tamponare nella fase della ricerca?

Le auguro di trascorrere una felice e serena Pasqua.
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Dr.ssa Sara Pezzoni Psicologo, Psicoterapeuta 51 1
Gentile ragazzo,
esclusi quindi timori legati alle sue capacitá, considerando gli eventi del suo passato e le modalitá comportamentali disfunzionali che il suo capo attua, mi sentirei di suggerirle, se le fosse possibile, di trovare un altro impiego in cui potrá sentirsi "al sicuro". Forse anche altre persone al suo posto lo farebbero, vista l'insostenibilitá delle circostanze.
Questo non deve escludere il fatto che lei debba fortificarsi e imparare a difendersi al meglio utilizzando i canali offerti dalla Psicologia e dalla Psicoterapia. Sicuramente alcuni incontri con uno specialista potrebbero fornirle strumenti utili anche per rielaborare le sue paure ormai radicate e per far sì che assumano minor rilevanza nella sua vita.

Tanti auguri per tutto,
[#8]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio dott.ssa non mancherò di seguire il vostro consiglio in merito alla terapia solo che la possibilità che mi si propone davanti, nonostante estremamente difficile, è un'occasione importante. Direi quasi unica. Se curo le mie paure, MI FORTIFICO PER TUTTO.

Tanti auguri di una felice Pasqua
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Un consiglio pratico per "tamponare" l'attesa potrebbe essere, per esempio, pensare che l'atteggiamento del suo capo non è diretto a lei personalmente ma a tutti quelli che hanno a che fare con lui. Forse questo può alleggerire la situazione. È' un tentativo, qualche volta funziona come "pronto soccorso emotivo" in attesa, appunto, di una cura specifica. Auguri anche a lei di buona Pasqua e per tutto il resto.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa clinica
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo,
Un consiglio pratico?
Forse proprio pensare che ad eccitare il suo capo sia il suo atteggiamento "da vittima".
Esiste un intenso rapporto emotivo fra la vittima e il suo carnefice, ma quello che paradossalmente rende possibile "il piacere" del carnefice e' l'atteggiamento della vittima.
Non e' possibile elaborare in questa sede il concetto che le ho accennato perche' ha probabilmente radici profonde in lei. Ma il mio invito e' di non sottovalutare la sua reazione perche' se fosse un atteggiamento radicato in lei potrebbe riproporsi in altri contesti.
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
Ben radicato significa inestinguibile?
[#12]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Ben radicato significa "suo" . Proveniente dalla sua vita .
Non e' detto che sia inestinguibile ma deve comprenderlo e fronteggiarlo.
Non e' opportuno ne' utile negarlo.
Saluti
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