Prolasso, paura gastroenterite virale e operazione

Gentili dottori.

Vi scrivo per presentare la mia situazione.

Parto da un presupposto: so che devo operarmi.

Ma vado per ordine.

Ho un prolasso rettale molto avanzato, di terzo grado (faccio l'esempio della grandezza di un mandarino, quando passano le feci e lo devo reintrodurre).

La situazione va avanti da più di dieci anni, ma negli ultimi anni è, ovviamente peggiorato.

Sono riuscito a contenere, a periodi, la cosa... correggendo l'alimentazione e attraverso i consigli di un bravissimo proctologo
Ma la cosa è sempre la stessa.
Devo operarmi e ho il terrore di farlo.

Soprattutto perché ho la fobia di avere la diarrea (a causa di un episodio accaduto un po' di anni fa).
E proprio per la possibilità di urgency e di incontinenza fecale, ho troppa paura di operarmi.

Nel frattempo so che non posso avere più una delle nuove tecniche, e dovrò affidarmi alla milligan Morgan coi nuovi strumenti.

E la cosa mi fa veramente paura.

Intanto, però, la situazione è diventata un circolo vizioso
Intanto ho una specie di ulceretta cronica, all'interno a sinistra, che con il passaggio delle feci lascia bruciore per parecchie ore e, spesso, una specie di seconda fuoriuscita nel basso verso i testicoli, mi porta dolore e bruciore.

Poi il senso di pesantezza enorme per il prolasso.

Il problema è quando vado più volte in bagno (e ne ho il terrore) perché dolore e bruciore mi ammazzano.

E qui viene la domanda.
Se dovesse venirmi una gastroenterite virale, come la gestisco?

Ci sono alcuni amici che, da giorni, vanno in bagno 10 12 volte...e io, alla terza, secondo me andrei in ospedale per l'ano.

Volevo chiedervi come poter gestire questa eventualità.

E, nel mentre, vorrei anche avere pareri sulla rettopessi ventrale e quali sono le complicanze più frequenti (anche qui c'è urgency?)
Grazie agli specialisti che risponderanno
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.7k 361 4
Iniziamo dal basso, la rettopessi ventrale e
l' uso di reti, già messe in discussione nel 2012, oggi non è più "incoraggiata", sia per i fallimenti che per il rischio di gravi complicanze aderenziali e per le notevoli difficoltà di porre rimedio agli insuccessi.
Correggere fissando in alto un prolasso di un retto assottiglato con una interruzione della muscolatura e dei plessi nervosi e che ha perso la sua funzione, risulta inutile, questo non farà altro che peggiorare la stipsi.
Per quando riguarda la Milligan-Morgan, questa tecnica può essere utile per rimuovere le emorroidi, ma non per correggere il prolasso rettale, prolasso che come sappiamo si associa sempre ad un prolasso emorroidario. Amputare solo le emorroidi non risolverebbe i suoi problemi e non farebbe guarire le "ulcerette" queste infatti sono dovute alla parete rettale che si invagina su se stessa.
Non nego che nel suo caso, come in tanti altri, vadano trattate anche le emorroidi, ma non senza aver trattato anche il prolasso rettale interno responsabile di quello emorroidario; in effetti le emorroidi scivolano in basso ed all'esterno in virtù del cedimento del retto.
Purtroppo nel decorso post operatorio di tutti gli interventi sull' ano-retto si può verificare urgenza defecatoria, cosa ben diversa dalla incontinenza.
A distanza non ho altro da aggiungere.
Cordiali saluti.

Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com

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