Gravidanza a rischio, interdizione dall' attività lavorativa e attività sportiva

Egregi dottori,
Lavoro in una pubblica amministrazione con propri medici e non soggetta all'INPS per quanto riguarda i controlli.

Vorrei sottoporvi questo quesito.

Una dipendente è stata posta in maternità anticipata con interdizione dall'attività lavorativa per rischio aborto per patologie fisiche pare gravi (tracce ematiche, patologie varie).

Vorrei chiedervi se questo stato è incompatibile con l'attività sportiva agonistica, attività che la citata dipendente continua a praticare senza porsi alcun problema (Mountain bike a livello agonistico).

Ci sono delle prescrizioni per chi viene posto a riposo per gravidanza a rischio, atteso che la sospensione dall'attività lavorativa è dovuta appunto al rischio che questa potrebbe causare al feto?

Vi ringrazio.
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Dr. Domenico Spinoso Medico del lavoro 1.2k 112 7
Gentile utente,
per rispondere alle sue domande è necessario fare preliminarmente alcune precisazioni.
Dobbiamo distinguere la gravidanza a rischio dai rischi presenti sul lavoro che possono essere nocivi per una donna in gravidanza fisiologica.
Nel primo caso il rischio deriva non già dai rischi presenti sul lavoro ma è proprio la gravidanza che stà procedendo in maniera non fisiologica per vari motivi e il lavoro, qualsiasi lavoro, potrebbe peggiorare le sue condizioni. In tal caso, l'astensione anticipata la certifica il ginecologo ASL che ha in cura la donna. La certificazione con la richiesta viene inviata all'ispettorato provinciale del lavoro che ratifica l'anticipo del periodo di astensione dal lavoro.
Non ci sono prescrizioni legislative e la donna può effettuare in questo periodo qualsivoglia attività le cui conseguenze sono di esclusiva responsabilità della donna ed eventualmente del ginecologo se gliele ha formalmente consentite. In tal caso non è prevista la possibilità di sottoporre la donna a visita fiscale.
Nel secondo caso, la gravidanza procede in maniera fisiologica ma i rischi a cui la donna è esposta durante lo svolgimento della mansione possono essere di nocumento per la donna e il feto (es. rischio chimico, movimentazione manuale di carichi, posture fisse prolungate, ecc.). In tal caso è l'azienda, se non riesce a ricollocare la donna in mansioni non a rischio, che richiede all'ispettorato provinciale del lavoro, l'astensione anticipata, non per gravidanza a rischio ma per mansione con rischi per la donna e il feto. L'ispettorato, preso atto della impossibilità di ricollocamento, ratifica l'astensione anticipata.
Anche in questo caso non vi sono prescrizioni e la donna può svolgere tutte le attività che ritiene e che il proprio ginecologo reputa consentite.
E' certamente anomalo che in caso di gravidanza a rischio, per come sopra definita, la donna si dedichi ad attività sportiva agonistica ma questo, come dicevo, è di stretta competenza e responsabilità del ginecologo che ha la donna in cura (se ne è a conoscenza e se è d'accordo) e del medico sportivo (se ha rilasciato la certificazione di idoneità in conoscenza dello stato della donna).
Cordiali saluti

Dr. Domenico Spinoso
Medico del Lavoro

[#2]
dopo
Utente
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Egregio dottore,
La ringrazio davvero per la risposta esaustiva.
Nella nostra amministrazione cerchiamo sempre di mettere le dipendenti in gravidanza nella possibilità di continuare l'attività lavorativa, adibendole a mansioni tranquille e prive di rischi.
La signora in questione ha però da subito presentato un certificato dell Asl in cui si attesta la minaccia di aborto e l'impossibilità pertanto a continuare qualsiasi attività lavorativa.
Per questo ho mal sopportato di venire a conoscenza delle attività agonistiche della signora, constatando altresì l'assenza di rimedi giuridici in caso di palesi abusi di questo sacrosanto istituto.
Grazie in ogni caso per il prezioso contributo.
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