Malasanità

Nell'Agosto 2006 mio fratello di soli 39 anni, sofferente di sinusite cronica (fin da ragazzo, nonchè di altre patologie respiratorie come ipertrofia dei
turbinati, adenoidi, deviazione del setto nasale, allergie varie etc.) riacutizzatasi fortemente nel suo ultimo mese di vita, moriva in seguito a quelli che gli esami necroscopici disposti dalla Procura (in seguito a denuncia immediatamente presentata ai Carabinieri da me e mia madre sospettando fortemente un caso di malasanità) portavano il medico legale a dichiarare essere gli esiti di una meningite fulminante. La perizia depositata, lacunosa sia in termini formali che sostanziali, indusse il Sost. Procuratore a chidere ulteriori approfondimenti.
Insieme con il legale a cui io e mia madre ci siamo appoggiati, un mio
amico di vecchia data, abbiamo visto confermati i nostri timori di essere in lotta contro i mulini a vento, constatando fin dall'inizio come i medici legali di Pavia fossero restii a prestarsi come consulenti in una controversia con il Policlinico di Pavia. Infatti proprio presso l'ambulatorio di ORL di questa struttura mio fratello era in cura (indirizzatovi dal Pronto Soccorso) per la grave sinusite ed era stato visitato l'ultima volta il giorno prima della sua morte.
Nel tentativo di trovare uno perito di parte inserito in un contesto professionale diverso e dunque non "vincolato" dalla realtà pavese (quelli contattati in zona si defilavano fin da subito) , siamo incappati in alcune situazioni davvero sconsolanti. Incaricammo in sequenza tre specialisti; tentativi rivelatosi non solo infruttuosi ma soprattutto una gran perdita di tempo: mesi trascorsi senza ottenere alcuna risposta, nonostante diversi solleciti sia miei che dell'avvocato nel primo caso; nel secondo, dopo esser stato sicuramente chiaro sulla mia intenzione di procedere, se supportato da riscontri concreti, anche e soprattutto dal punto di vista penale, arrivati con qualche suo vago discorso ma poca sostanza praticamente fino al momento purtroppo della richiesta di archiviazione del caso da parte del Sost. Procuratore al GUP, eventuale disponibilità SOLO per una causa civile.
Stesso risultato con il terzo specialista, individuato in extremis un paio di settimane prima dell'udienza davanti al GUP: disponibilità SOLO per una causa civile a prescindere da ogni altra considerazione.
Rinunciando al "mezzo servizio" di simili personaggi, presentammo però lo stesso un ricorso contro la richiesta di archiviazione, scritto a quattro mani insieme con l'avvocato basandoci su materiale medico/scientifico da me raccolto con tanta fatica e buona volontà in Internet.
Risultato: memoria nemmeno aperta dal GUP in quanto non scritta da uno specialista e archiviazione del caso.
A distanza di quasi un anno l'ultima beffa: l'ultimo specialista incaricato ormai solo per i risvolti civili ha altro da fare e non consegna la perizia.
Se qualcuno dei medici qui iscritti è disponibile a valutare il caso, è pregato di segnalarsi.
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Dr. Andrea Mancini Medico legale 742 29
Gent. Utente 109867,
personalmente non frequento questo sito per trovare clienti per cui non posso aiutarla in questo senso.
Sarebbe comunque interessante conoscere dei dettagli più precisi della vicenda clinica di suo fratello magari se volesse indicare le conclusioni della perizia disposta in ambito penale, le conclusioni dei suoi consulenti già interpellati e la memoria disposta dal suo avvocato.
Personalmente credo che non dovrebbe essere difficile trovare dei colleghi specialisti in medicina legale anche in regioni limitrofe alla sua che, al di là del parere che Lei possa attendersi, possano chiarire i fatti.
Saluti

Andrea dott. Mancini
Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott. Mancini,
la ringrazio anzitutto per il suo contributo. E' il primo e vedremo tra qualche giorno quanti altri suoi colleghi mostreranno interesse ad esprimere un parere sul tragico caso che ha colpito la mia famiglia.
Cerco di fornirle quegli ulteriori elementi di valutazione che lei giustamente ritiene indispensabili per farsi un'opinione. Essendo improponibile ricopiare l'intera documentazione, selezionerò i punti salienti degli atti in mio possesso, cercando di non tralasciare nulla di rilevante e restando ovviamente disponibile a fornire quelle delucidazioni ed integrazioni che occorreranno. Sono altresì disponibile all'invio in copia della documentazione integrale agli specialisti che volessero dimostrarsi interessati.
Dalla consulenza tecnica medico-legale sulle cause di morte di mio fratello depositata dal perito della Procura il 09/03/2007:
"Sembra noto ed incontestato che egli soffrisse cronicamente di poliposi nasale e periodicamente di sinusiti purulente. Sembra anche comprovato che negli ultimi giorni del Luglio 2006 si manifestarono tipici segni e sintomi di tale patologia (cefalea frontale, iperpiressia). Per questa ragione l'uomo si fece visitare in ospedale, laddove venne confermata la diagnosi e intrapresa una terapia antibiotica e cortisonica con prescrizione di controllo clinico dopo dieci giorni. Controllo che ebbe luogo il 10 Agosto 2006. Di questo intervallo non sappiamo che generiche informazioni derivabili dalla querela che, però, non ci consentono sufficiente dettaglio dell'andamento della malattia. Al controllo del 10 Agosto, si riscontrò una discrepanza tra quanto riferito dai famigliari e quanto riportato (o non riportato) nel referto di visita specialistica. In particolare nel certificato di visita specialistica non si fa alcun cenno alla piressia e alla sintomatologia dolorosa; tantomeno si rilevano anomalie di tipo neurologico. Sembra inoltre che siano state prescritte soltanto forme di lavaggio nasale. A questo punto la documentazione diventa francamente incomprensibile laddove osserviamo la presenza di una prescrizione di RX ai seni paranasali (dello stesso 10 Agosto 2006) e di una nota manoscritta (che leggiamo solo in fotocopia) che sembrerebbe una sorta di prescrizione di un'altra forma di antibiotico per via parenterale. Le ulteriori notizie si limitano sostanzialemente al rinvenimento di XXX cadavere nel letto alle 20.30 dello stesso giorno, apparentemente già in preda al rigor mortis. Come si vede le ultime 24h di vita del paziennte non sono sufficientemente chiare nei dettagli per potersi esprimere su un'eventuale possibilità che un'intervento diverso di un sanitario avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi.
Sarà dunque necessario, a parere di chi scrive, tentare di acquisire maggiore dettaglio storico su questo lasso di tempo.
Ad ogni buon conto, quello che fin d'ora possiamo puntualizzare è che anche nell'ipotesi di sottovalutazione del caso in corso di visita specialistica del 10 Agosto 2006, ed ancora prospettando in via ipotetica che fossero già visibili i segni della meningite, se non già della sepsi che pure era certamente in atto, ebbene appare fin d'ora improbabile che una terapia di qual si voglia tipo avrebbe potuto interrompere il flusso degli eventi che era già in quel momento (lo possiamo dire col senno di poi) inarrestabilmente declinato al peggio.
Ribadiamo però che su quest'ultimo aspetto è assolutamente necessario, per rispondere con dovizia, un maggiore dettaglio storico."

Faccio presente fin da subito di ritenere personalmente l'operato del perito del tribunale perlomeno "censurabile" in considerazione dei punti che mi appresto ad esporre:
1) la data del decesso viene ERRONEAMENTE riportata al giorno stesso dell'ultima visita ORL, il 10/08/06, mentre è agli atti (referto del medico del 118 che constatava per primo la morte) che il decesso avvenne il pomeriggio/sera dell'11/08/06;

2)pur trascorsi ben più di sei mesi tra la data di effettuazione dell'esame autoptico e quella di deposito dell'atto, il professionista non ha mai sentito la necessità di interloquire, anche in via informale, più TEMPESTIVAMENTE con il magistrato per informarlo della lacunosità delle informazioni in suo possesso; sarà giocoforza il magistrato stesso a disporre, per supplire alla deficienza investigativa (a marzo 2007 non risultava tra gli atti a disposizione del perito NEMMENO LA CARTELLA CLINICA di mio fratello presso l'archivio informatico del medico di famiglia) un supplmento d'indagine in virtù di quanto richiesto;

3) pur scrivendo appena prima di quanto su riportato anche la seguente frase "Prima di affrontare la risposta al preciso quesito in ordine al comportamento dei sanitari è doveroso premettere che le copie degli atti del fascicolo di cui siamo in possesso NON SONO ASSOLUTAMENTE SUFFICIENTI per una compiuta ricostruzione storico-cronologica degli eventi che esitarono nel decesso del XXX.", il perito SI CONTRADDICE non esimendosi dal formulare subito e lo stesso un'ipotesi "scagionatoria" dei sanitari;

4) il perito omette nelle sue elucubrazioni ogni riferimento al mancato intervento sia del personale del 118 che della Guardia Medica, interpellati telefonicamente (nella stessa sequenza di cui ho scritto) da mia madre, spaventatissima dalle condizioni psicofisiche in cui versava mio fratello nella notte tra il 10 e l'11 Agosto 2006; pur comparendo questa informazione tra quelle in suo possesso e tra l'altro l'integrazione a verbale di denuncia inserita tra i documenti considerati nella perizia;

4) il perito omette nelle sue elucubrazioni ANCHE ogni riferimento alla nota tecnica scritta dall'Infettivologo, Professore presso l'omonima clinica universitaria del Policnico di Pavia, che esaminò i campioni prelevati dal corpo mio fratello. Di tale nota, anch'essa allegata alla perizia, in precedenza trascrive però che "Il Sig. XXX ha sviluppato una grave forma di meningite a partenza da un focolaio infettivo localizzato ai seni nasali e cavità paranasali... le indagini microbiologiche eseguite sui prelievi autoptici hanno evidenziato la presenza nel sangue cavale e cardiaco di microrganismi Gram negativi e di un enterococco, espressione di probabile contaminazione post mortem. Al contrario, potrebbe rivestire un significato in chiave eziologica il riscontro su un campione di pus -n.d.r.:intracranico- di un Peptococcus spp. . Questo microrganismo anaerobio potrebbe essere uno degli agenti eziologici del grave quadro di patologia infettiva meningea del Sig. XXX, poichè non raramente le infezioni a partenza dai seni nasali sono polimicrobiche e caratterizzate dalla presenza di anaerobi.". Faccio notare che dopo l'effettuazione dell'autopsia da parte del perito, che immagino svolgesse anche le funzioni di ufficiale sanitario (e comunque in caso contrario immagino fosse deontologicamente tenuto a segnalare il caso a chi di dovere), nonostante la diagnosi di meningite NON seguì ALCUNA azione di profilassi su chi, me compreso, venne in stretto contatto col defunto. Si può dunque dedurre che si fosse IMMEDIATAMENTE data per assodata la riconducibilità della meningite a batteri anaerobi, di una specie comunque che la letteratura descrive come MOLTO RARA;

5) il perito si lamenta che la "... la documentazione a questo punto diventa francamente incomprensibile..."; se solo avesse prestato maggior attenzione alle date e alle firme sulle prescrizioni (oppure con un minimo di intraprendenza interpellato il medico che le proponeva), senza eccessivo sforzo avrebbe dedotto che si trattava di indicazioni del medico curante che prescriveva DI PROPRIA INIZIATIVA, un esame "urgente differibile" e un NUOVO antibiotico, ben più "potente" di quello assunto fino al giorno 10 Agosto 2006 ed improvvidamente sospeso (con l'avallo SOLO FORMALE -n.d.r.: leggasi firma sul secondo referto, quello del 10 Agosto 2006- dello strutturato responsabile, dato che non entrò mai negli ambulatori dove mio fratello veniva visitato, come testimonò mia madre che lo aveva accompagnato in entrambe le occasioni) dalla specializzanda che aveva in cura mio fratello.

In seguito al supplemento di indagini, al quesito del Sost. Proc. che il 29/10/2007 chiedeva:

"ad integrazione della consulenza tecnica già depositata, di precisare se il quadro che ne emerge era idoneo -ALMENO a partire dal 31/07/2006- a rendere chiara O QUANTOMENO SOSPETTA la sussistenza di un'infezione da meningite, nonchè se era possibile ricorrere a TERAPIE EFFICACI nel lasso di tempo intercorrente tra il 31 Luglio e l'11 Agosto 2006 (data del decesso)",

il perito, nell'atto depositato il 02/04/2008, rispondeva:

"In sintesi e concludendo:
1) Continuiamo a non conoscere alcun dettaglio tecnico delle condizioni del XXX tra il 31 Luglio 2006 ed il 10 Agosto 2006 anche se dalle indicazioni dei parenti non sembra di poter intuire manifestazioni clamorosamente indicative per una meningite. D'altra parte deve considerarsi che ogni diverso e più prudente atteggiamento clinico avrebbe compreso la necessità di un controllo ospedaliero come in effetti avvenne. E se il controllo si verificò senza costrutto il 10 Agosto è difficile immaginare che avrebbe avuto diversa efficacia alcuni giorni prima.
2) Persistono i dubbi sulla completezza e sulla accuratezza delle visite effettuate presso il Policlinico di Pavia il 10 Agosto 2006. In particolare, l'evoluzione successiva ed il quadro anatomopatologico riscontrato sono decisamente più coerenti con le dichiarazioni dei famigliari che ci riferiscono di un'intensa cefalea, di iperpiressia, di malessere generale piuttosto che con l'assenza di annotazioni riguardanti simile sintomatologia nei referti delle visite in Pronto Soccorso. A tale proposito, però si ribadiscono le considerazioni effettuate in sede di prima consulenza rispetto alla probabile non influenza di di qualsiasi presidio terapeutico in quella fase della vicenda clinica."

Come in occasione del precedente lavoro, notavo ancora purtroppo delle gravissime lacune in quanto sostenuto dal perito:

1) sembra continuare nella sua inspiegabile convinzione che il decesso fosse avvenuto in data 10 Agosto 2006 invece che 11 Agosto, tant'è che nel documento di integrazione da lui redatto tale data, l'11 Agosto, compare solo nel virgolettato riferibile al quesito postogli dal Sost. Procuratore;

2) omette di sottolineare che mio fratello aveva cominciato, su prescrizione del medico curante rintracciabile nella sua cartella clinica ormai agli atti, la terapia antibiotica NON dal 31/07/06 bensì dal 28/07/2006 e che la stessa specialità farmacologica, rivelatasi del tutto inefficace già nei primi 4 giorni di trattamento (al punto da indurre mio fratello a contattare non più il medico curante ma addirittura in Pronto Soccorso), veniva malauguratamente confermata in ORL dalla specializzanda nonostante la buona pratica medica indichi ben altro approccio in caso di fallimento terapeutico;
3) omette di fare QUALSIASI considerazione sugli approcci diagnostici e terapeutici con cui venne seguito il caso di mio fratello, nonchè di METTERE IN LUCE che tra le POSSIBILI gravissime complicazioni legate alle patologie rinosinusitiche CRONICHE RECIDIVANTI quelle intracraniche sono tra le prime da dover esser tenute in particolare considerazione e combattute. Questa indicazione era già ben evidente nella nota tecnica dell'Infettivologo, ma il perito MOLTO stranamente decise di NON dargli MAI il dovuto peso, interpellandolo ulteriormente o meglio ancora chiedendo contemporaneamente il CONSULTO di un Otorino e anche (stava del resto esaminando un caso di decesso, non una più semplice complicazione esauritasi con uno spavento!!) di un Neurologo in qualità di esperto di sintomatologia e DECORSO di infezioni intracraniche.

Avendo cominciato a cercare un consulente di parte dopo aver letto la prima "kafkiana" relazione depositata nel Marzo 2007 dal consulente del Tribunale (conosciuto personalmente dal mio legale e anche con buona reputazione, almeno a livello regionale), arrivati all'Aprile 2008 avevo già dovuto provvedere a cercare un secondo consulente avendomi il primo, dell'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Milano, fattomi letteralmente perdere mesi e mesi SENZA FORNIRMI LA MINIMA INDICAZIONE. Nel frattempo avevo da però incominciato un approfondito studio personale della documentazione in mio possesso e della vasta letteratura scientifica che reperivo sul Web.
Il secondo specialista, stavolta dell'Università di Padova, in collaborazione con il Direttore della Scuola di Specializzazione in ORL dello stesso ateneo, nel suo lavoro preliminare da me commisionatogli, sintetizzava così i rilievi relativi ai comportamenti dei sanitari:

<<
1) visita ORL del 31/07/2006
Mancato approfondimento diagnostico con TC dei seni paranasali a fronte del quadro clinico presentato da diversi anni dal paziente e dell'ultimo accertamento TC eseguito ben 5 anni prima (2001). Sussistenza di un errore nel trattamento terapeutico con Augmentin 1 cps x 2 (ogni 12 ore), anzichè 1 cps x 3 (ogni 8 ore).

2) visita ORL del 10/08/2006
Ulteriore assenza di approfondimento diagnostico con TC anche alla luce del quadro obiettivo evidenziato (presenza di scolo purulento e quindi persistenza del quadro infettivo locale), aggraavato dalla presenza di una formazione polipoide non presente alla visita del 31/07. Carenza di dati clinici (es. persistenza o risoluzione della febbre, altri segni di interessamento generale) non riportati in modo non motivato nel corso della visita specialistica. Errore nell'interruzione del trattamento antibiotico, che non doveva essere sospeso a fronte del quadro clinico in atto (con i dubbi relativi alla presenza di un interessamento generale), ma sostituito con un antibiotico più potente, quale un Chinolonico tipo la Levofluoxacina.

Nesso di causalità tra condotta e decesso
Tenuto conto di:
- meningite fulminante
- giovane età del paziente
- del breve arco di tempo tra sospensione della terapia antibiotica e decesso (circa 36 ore)
non è possibile esprimersi in termini di certezza-elevata probabilità sull'efficacia preventiva del trattamento antibiotico erratamente omesso (31/07 e 10/08) e doverosamente richiesto. In via meramente probabilistica il trattamento avrebbe rallentato la sepsi e "forse" evitato il decesso (magari solo allungato la sopravvivenza).
In definitiva in ambito penale ritengo difficilmente reversibilizzabile l'attuale decorso del procedimento, che troverebbe maggiori chanche in ambito civile.
>>

Pur apprezzando il fatto che in quest'analisi veniva almeno messo in discussione l'approccio diagnostico/terapeutico applicato al caso di mio fratello (cosa che il consulente della Procura non aveva affatto approfondito), avendo io già accumulato parecchio materiale tratto da letteratura scientifica a supporto del fatto che l'approccio di terapia antibiotica intrapreso dal medico curante FIN DAL e purtroppo confermato dalla specializzanda Otorino NON era adeguato al caso di mio fratello (Augmentin non offre la necessaria copertura contro i batteri anaerobi, e questo non sulla scorta di un ragionamento a posteriori ma delle peculiarità che la letteratura segnala per i pazienti affetti da rinosinusopatie sostanzialmente croniche con base anche allergica e soggetti a recidive, proprio come mio fratello), chiedevo allo specialista di Padova di approfondire questi spunti. Chiedevo anche la massima solerzia essendo già allora più che prossima la scadenza del termine per depositare la memoria di opposizione alla richiesta di archiviazione del caso formulata dal GIP ed essendo comunque trascorsi già due mesi da quando a Padova il secondo medico legale aveva cominciato ad occuparsi del caso.
Nonostante gli spunti, tutti documentati e ben articolati, da me sottoposti (che ero disponibile anche a vedere confutati purchè in modo chiaro e argomentato), nel giro di qualche giorno mi veniva recapitato un Addendum del parere preliminare dove sostanzialmente confermava quanto detto senza particolari spiegazioni. Ripetute richieste di delucidazioni, mediante svariati tentativi di contatto telefonico e scritto, NON sortivano nemmeno l'educazione di una risposta (anzi una serie di appuntamenti telefonici fatti sfumare all'ultimo momento certo non da parte mia) comunicavo ai medici di Padova di non voler usufruire di ogni altra loro prestazione.
Ribadisco che in questa paradossale situazione mi sono ritrovato anche dopo aver contattato degli specialisti di Brescia e attualmente, buon ultimo, con quello di Genova. Dalla metà di giugno 2008, dopo aver esaminato la documentazione sottopostagli e soprattutto la memoria depositata in opposizione alla richiesta di archiviazione, ricevo ESCLUSIVAMENTE rassicurazioni che quanto in essa scritto (PURTROPPO NEMMENO LETTA DAL GUP PER SUA STESSA AMMISSIONE IN QUANTO NON FIRMATA DA UN MEDICO LEGALE MA DA UN AVVOCATO)

[#3]
dopo
Utente
Utente
è da lui fondamentalmente condiviso e che consegnerà quanto prima la propria relazione. Sono passati "solo" nove mesi e come vede ancora sto aspettando. Secondo lei ho almeno il diritto di sentirmi esasperato e nauseato dal comportamento se non della categoria dei medici legali, almeno da quello dei "personaggi" finora incontrati?? Ritiene anche, col beneficio di aver letto solo il mio resoconto e non gli atti, che i fatti così come interpretati dai suoi colleghi che si sono "dovuti" occupare del caso, siano stati sufficientemente chiariti?
Grazie per l'eventuale pazienza di aver letto fin qui.
[#4]
Dr. Mario Corcelli Medico legale, Medico igienista 3.7k 99 53
Gentile Utente,
se ho letto bene, la posizione del suo ultimo consulente di Padova è questa:
"1) mancato approfondimento diagnostico con TC dei seni paranasali; 2) sottodosaggio dell'antibiotico Augmentin; 3) la terapia antibiotica non doveva essere sospesa, a fronte del quadro clinico in atto, se mai sostituita da un antibiotico più potente. Tuttavia, non vi è certezza o elevata probabilità sull'efficacia preventiva del trattamento antibiotico erratamente omesso, che, forse, avrebbe in via meramente probabilistica rallentato la sepsi e forse evitato il decesso o magari solo allungato la sopravvivenza; in ambito penale è difficilmente reversibilizzabile l'attuale decorso del procedimento, che troverebbe maggiori chance in ambito civile".

Ritengo anch'io, da quanto posso desumere dalle informazioni da Lei espresse, che in ambito penale non si possa affermare con sicurezza o sufficiente probabilità una colpa medica.
Vale a dire che non è un caso lampante di "malasanità" e l'esito negativo della vicenda penale appare abbastanza coerente.

Diverso può essere il discorso in ambito civile, dove può valere più agevolmente il discorso di una perdita di chances di sopravvivenza, su base meramente probabilistica, conseguente ad un inadeguato o improprio o errato trattamento antibiotico.

Cordiali saluti.

Mario Corcelli, MD
Milano - specialista Medicina Legale e Igiene-Tecnica Ospedaliera
http://www.medico-legale.it

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Dr. Andrea Mancini Medico legale 742 29
Egr. Utente 109867,
la sintesi proposta dal collega Corcelli è esaustiva.
L'unica perplessità deriva dal fatto che sembra essere lei a gestire tutto in prima persona. Se si è rivolto ad un avvocato questi dovrebbe aver spiegato che le valutazioni medico legali (perlomeno quelle coscienziose) sono inversamente proporzionali alla fretta. Casi come il suo possono durare anni per cui cerchi di parlare con il suo avvocato e vedrà che molte perplessità da lei espresse (peraltro meritevoli di approfondimento) potranno essere chiarite.
Per quanto attiene la presa in carico del suo problema, come le ho già spiegato non posso per scelta professionale. Mi pare di capire, comunque, che diversi colleghi specialisti si siano già espressi a sufficienza sul suo caso per cui si tratta esclusivamente di tirare le fila e decidere sul da farsi.
Questa decisione non può spettare al medico legale quanto a lei ed al suo avvocato.
Saluti
[#6]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori,
insieme con il mio avvocato terrò sicuramente nel debito conto le vostre opinioni.
Ribadisco, nel caso che io stesso non sia stato sufficientemente chiaro nel chiarire questo aspetto, che AD OGGI sono in possesso di UN SOLO parere, preliminare, di un vs. collega (quello di Padova).
Il primo medico legale, di Milano, non ha MAI fornito una propria interpretazione, nemmeno in forma preliminare.
Il secondo è quello di Padova di cui sopra.
Il terzo, di Brescia, mi ha dato anch'esso disponibilità solo per un'eventuale causa civile, e anch'esso non ha risposto ai miei precisi quesiti.
Dall'ultimo, di Genova, a distanza di nove mesi, sto aspettando ancora anche un semplice abbozzo di documento.
Il gentile Dott. Mancini sostiene che <<le valutazioni medico legali (perlomeno quelle coscienziose) sono inversamente proporzionali alla fretta.>>.
Purtroppo non penso che se avessi riportato questa posizione al G.U.P., parlandogli del lavoro mio perito di parte, lo stesso giudice la avrebbe considerata come motivazione buona per chiedere dei rinvii.
Rimarco infine di aver deciso di non usufruire ulteriormente della consulenza propostami da Padova NON tanto in seguito al parere espresso quanto per il fatto di non aver ricevuto alcuna risposta agli ulteriori quesiti che gli avevamo sottoposto. Questi sono imprescindibili fosse anche solo per permettere la difficile accettazione "psicologica" degli eventi da parte dei miei familiari, al di là di eventuali sviluppi legali delle vicende.

Ripeto a questo punto i due basilari quesiti:

1) in occasione della visita del 31/07/06, da parte della specializzanda vi FU UN ERRORE DIAGNOSTICO E DI QUI TERAPEUTICO oppure no?? Invito una volta di più a considerare che mio fratello era affetto NON da COMUNE sinusite ma da rinosinusopatia CRONICA RIACUTIZZATASI, come dimostra tutta la sua storia clinica (a quanto scritto ieri aggiungo che dall'archivio del medico generico risulta una visita in data 05 Luglio 2006 con richiesta di controllo specialistico ORL in base al seguente quesito diagnostico: "Ipertrofia dei turbinati?"), e che senza effettuare ulteriori accertamenti (TAC?!?; cultura con antibiogramma sul materiale raccolto in sede di fibroscopia?!?) l'indicazione data fu di PROSEGUIRE la terapia antibiotica proposta dal medico di base e rivelatasi INEFFICACE dopo quattro gioni di trattamento

2) AUGMENTIN, farmaco di prima scelta in caso di infezioni da COMUNE sinusite, è un antibiotico che offre un'ADEGUATA copertura contro i BATTERI ANAEROBI (cfr. Peptococcus spp.) caratteristici nella rinosinusopatia cronica riacutizzatasi??

In definitiva, se il tragico evento era secondo le vostre opinioni INEVITABILE al giorno 10 Agosto, vi sentite di affermare che lo era anche il giorno 31 Luglio 2006? Oppure con molta più probabilità un più accurato approccio diagnostico e terapeutico avrebbe sortito ben diversi risultati?
Queste le domande (incluse tra l'altro in quelle fatte anche dallo stesso Sost. Procuratore) a cui io ritengo NON sia stata data ancora risposta.
Sono molto interessato a leggere la vostra e nel caso riteniate di averla già data, chiedo cortesemente che me la ripetiate ancora una volta, magari in modo a me più comprensibile. Questo lo potrete fare stabilendo un nesso diretto ed evidente tra le vs. opinioni e i due quesiti di cui appena sopra.
Grazie
[#7]
Dr. Andrea Mancini Medico legale 742 29
Egr. Utente 109867,
perdoni la franchezza ma dare risposte secche senza studiare le questioni non è nel mio stile.
Sul fatto che i colleghi cui si è rivolto direttamente non abbiano fornito risposte esaustive non le so rispondere non conoscendone i motivi.
I quesiti che lei pone, a meno che non vi siano carenze documentali o contraddizioni certificative, meritano certamente una risposta che le chiarirebbero i dubbi legittimi che lei ha.
Trattandosi comunque di risposta proponibile solo con una visione diretta della documentazione medica ed avendo lei già chiesto lumi a diversi professionisti non so cosa dirle se non insistere con coloro ai quali si è già rivolto oppure consultare altri specialisti medico legali proponendogli esattamente i quesiti da lei posti in maniera così categorica in questa sede e tralasciando le altre risposte che ha già ottenuto.
Saluti
[#8]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott. Mancini, la franchezza a parer mio è senz'altro una qualità; dunque la apprezzo e penso di offrirla a mia volta, come spero realizzi anche chi legga quanto ho scritto finora.
Lei ha definito "categorici" i miei quesiti; da parte mia li ritengo più che altro chiari e precisi. Con ciò non intendo sottoindere che le risposte ad essi siano semplici da dare, però "giustizia" esige che siano risposte a loro volta siano chiare e circostanziate.
Proprio per evitare incomprensioni, nella mia replica del 20/04/09 sul presente forum, avevo preferito riportare testualmente il quesito del Sost. Proc. di Pavia che in data 29/10/2007 chiedeva al suo perito:
<<prego la S.V., ad integrazione della consulenza tecnica già depositata, di precisare se il quadro che ne emerge era idoneo -ALMENO a partire dal 31/07/2006- a rendere chiara O QUANTOMENO SOSPETTA la sussistenza di un'infezione da meningite, nonchè se era possibile ricorrere a TERAPIE EFFICACI nel lasso di tempo intercorrente tra il 31 Luglio e l'11 Agosto 2006 (data del decesso)>>.
Sono sicuro che il concetto di "possibile complicazione di una patologia" (infezione intracranica nel caso in oggetto) nell'ambito di un trattamento sanitario è ben chiaro per tutti gli interessati: medici, pazienti ed esperti di diritto.
Come pensavo di aver chiarito, mi sono rivolto agli specialisti che leggono il presente forum non avendo ad oggi (ormai a quasi tre anni dalla disgrazia) ricevuto tali risposte da quelli che si sono interessati al caso di mio fratello, per un motivo o per l'altro.
La richiesta a chiusura del mio primo messaggio sul forum, dopo una necessariamente sommaria esposizione dei fatti, era la seguente:
<<Se qualcuno dei medici qui iscritti è disponibile a valutare il caso, è pregato di segnalarsi.>>.
A questa seguiva proprio il suo primo intervento, gentile Dottore:
<<Sarebbe comunque interessante conoscere dei dettagli più precisi della vicenda clinica di suo fratello magari se volesse indicare le conclusioni della perizia disposta in ambito penale, le conclusioni dei suoi consulenti già interpellati e la memoria disposta dal suo avvocato.>>,
cui penso di aver dato tutto il seguito possibile a livello di un forum, dove è evidente non si possono mettere a disposizione i documenti pubblicamente.
Quello che ho cercato di chiedere a Lei e ai suoi colleghi è di esprirmervi sul caso in funzione delle informazioni che vi ho fornito, mettendo voi l'indispensabile vincolo che ogni vs. risposta è basata esclusivamente sulla scorta della veridicità e completezza delle mie affermazioni.
Sarà giocoforza il patologo legale "formalmente" incaricato a verificare poi di persona e con la massima attenzione tutti gli atti.
Le sembra una richiesta improponibile la mia?
Ringrazio e porgo distinti saluti.
[#9]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott. Mancini, la franchezza a parer mio è senz'altro una qualità; dunque apprezzo la sua e penso di offrirla a mia volta, come spero realizzi anche chi legga quanto ho scritto finora.
Lei ha definito "categorici" i miei quesiti; da parte mia piuttosto li ritengo chiari e precisi. Con ciò non intendo sottoindere che le risposte ad essi siano semplici da dare, però "giustizia" esige che tali risposte siano a loro volta chiare e circostanziate.
Del resto proprio per evitare incomprensioni, nella mia replica del 20/04/09 sul presente forum, avevo preferito riportare testualmente il quesito del Sost. Proc. di Pavia che in data 29/10/2007 chiedeva al suo perito:
<<prego la S.V., ad integrazione della consulenza tecnica già depositata, di precisare se il quadro che ne emerge era idoneo -ALMENO a partire dal 31/07/2006- a rendere chiara O QUANTOMENO SOSPETTA la sussistenza di un'infezione da meningite, nonchè se era possibile ricorrere a TERAPIE EFFICACI nel lasso di tempo intercorrente tra il 31 Luglio e l'11 Agosto 2006 (data del decesso)>>.
Sono sicuro che il concetto di "possibili complicazioni di una patologia" (infezione intracranica partita dai seni nasali nel caso in oggetto) nell'ambito di un trattamento sanitario è ben chiaro per tutti gli interessati: medici, pazienti ed esperti di diritto.
Come pensavo di aver chiarito fin dall'inizio, mi sono rivolto agli specialisti che leggono il presente forum non avendo ad oggi (ormai a quasi tre anni dalla disgrazia) ricevuto le risposte ai suddetti quesiti da quelli che si sono interessati al caso di mio fratello, per un motivo o per l'altro.
La richiesta a chiusura del mio primo messaggio sul forum, dopo una necessariamente sommaria esposizione dei fatti, era la seguente:
<<Se qualcuno dei medici qui iscritti è disponibile a valutare il caso, è pregato di segnalarsi.>>.
A questa seguiva proprio il suo primo intervento, gentile Dottore:
<<Sarebbe comunque interessante conoscere dei dettagli più precisi della vicenda clinica di suo fratello magari se volesse indicare le conclusioni della perizia disposta in ambito penale, le conclusioni dei suoi consulenti già interpellati e la memoria disposta dal suo avvocato.>>,
cui penso di aver dato tutto il seguito possibile a livello di un forum, dove è evidente non si possono mettere a disposizione i documenti pubblicamente.
Quello che ho cercato di chiedere a Lei e ai suoi colleghi è di esprirmervi sul caso in funzione delle informazioni che vi ho fornito, il che ovviamente implica che ogni vs. risposta sia attendibile esclusivamente sulla scorta della veridicità e completezza delle mie affermazioni.
Tocca giocoforza al patologo legale incaricato la verifica personale e con la massima attenzione di tutti gli atti prima di formulare la propria formale perizia.
Concordo infine in pieno col suo suggerimento finale, che applico del resto già da tempo: continuo sia a sollecitare risposta dal medico di Genova (con cui a suo tempo mi sono premurato di firmare una formale lettera d'incarico e concordare l'onorario per svolgerlo) che a cercare altrove, compreso qui, riscontri.
Questo in considerazione del fatto che quest'ultimo tra l'altro non si degna nemmeno di comunicare una data (RAGIONEVOLE in quanto sono già trascorsi appunto nove mesi da quando ha cominciato ad occuparsi del caso) entro cui stabilisca l'impegno di consegnare il documento frutto del suo lavoro.
Ringrazio e porgo distinti saluti.
[#10]
Dr. Andrea Mancini Medico legale 742 29
Egr. Utente 109867,
le preciso che non è che in questa sede non le si vuole rispondere, è che il caso merita una disamina DIRETTA della documentazione e della vicenda giudiziaria, disamina che, come ho già scritto, non posso eseguire perché non assumo incarichi provenienti da persone che si rivolgono a questo forum.
Esprimersi sulla bontà operativa di un collega di altra specialità è già difficile quando si hanno a disposizione tutti i documenti ed il paziente. Si tratta di una parte della attività specialistica medico legale che difficilmente riesce ad essere trattata in questo forum se non suggerendo alle persone di rivolgersi a persone competenti in materia. Lei questo lo ha già fatto ma non ha ottenuto tutte le risposte. Ripeto, il parere di uno specialista medico legale che si rispetti non può essere dato sulla scorta di documentazione riportata (ciò non vuol dire che dubiti di quanto lei scrive, ci mancherebbe, se dubitassi non sarei qui a risponderle) ma la risposta chiara va data vedendo in prima persona i documenti e dopo aver analizzato tutti gli aspetti della vicenda.
Altri colleghi hanno fornito dei pareri e se questi pareri sono parziali lei ha diritto che le vengano meglio illustrati (sarebbe come se un medico scrivesse un certificato e rifiutasse al proprio paziente di decifrare una parola illeggibile), anche perché penso che abbia pagato tali pareri quindi il suo diritto è sacrosanto. Questa è l'unica affermazione che le posso fare con certezza.
Mi spiace ma più di così il sottoscritto non può esserle utile.
Buona fortuna
[#11]
dopo
Utente
Utente
Come scrivevamo anche prima, entrambi riteniamo la schiettezza un elemento imprescindibile...
Grazie in ogni caso per aver cercato di essemi utile e un cordiale saluto.
[#12]
dopo
Utente
Utente
Come scrivevamo anche prima, entrambi riteniamo la schiettezza un elemento imprescindibile...
Grazie in ogni caso per aver cercato di essemi utile e un cordiale saluto.
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