Un intervento d'urgenza

Salve,
circa un mese fa mio suocero, che ha 74 anni, ha avuto un'emorragia cerebrale, di natura traumatica, e si è sottoposto ad un intervento d'urgenza per eliminare il sangue accumulato (da referto è riportata la quantità di sangue asportato pari ad 1 lt, occupante buona parte dell'emisfero cerebrale destro). Dopo diversi episodi, successivi all'operazione, di difficoltà nel parlare e di forti mal di testa, a due settimane dall'intervento, sembrava essersi completamente ripreso. Giovedì scorso, purtroppo, la TAC di controllo ha confermato la presenza di un ulteriore piccolo ematoma, che i medici hanno preferito operare "subito". La giustificazione che ci è stata data per quest'ulteriore emorragia è che essa è dovuta alla fragilità dei capillari cerebrali di quest'uomo, cosa che però mi lascia leggermente perplessa. C'è da dire che stiamo parlando di un soggetto iperteso, in cura farmacologica da diversi anni, motivazione secondo me più valida rispetto alla "fragilità capillare". Questo vuol dire che ci si deve aspettare altri episodi del genere prossimamente? Non esiste una terapia per "aumentare la robustezza" dei vasi?
Certa di una Vostra celere ed esaustiva risposta, anticipatamente Vi ringrazio.
Cordiali Saluti.
M.D.V
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Gentile MDV,
a 74 anni una certa fragilità vasale è possibile ed ovviamente se vi sono crisi ipertensive un sanguinamento è più facile, quindi fragilità e ipertensione possono starci.
Nel caso di Suo suocero, pur non potendo esprimere un parere con obiettività in assenza di un riscontro diretto,
la complicanza di un risanguinamento può considerarsi un evento possibile.
Mi sembra però che le cose stiano volgendo al meglio,no?

Per quanto riguarda l'<irrobustire> i vasi, credo che al momento non vi siano farmaci per questo.
Suo suocero ha avuto un trauma, se non ne avrà altri il rischio di emorragia potrebbe essere legato alle crisi ipertensive che, queste sì, andranno controllate con adeguata terapia farmacologica.

Auguri e cordialità
[#2]
dopo
Attivo dal 2010 al 2014
Ex utente
Gentilissimo Dr. Migliaccio,
La ringrazio per la Sua pronta ed incoraggiante risposta, ma i risvolti post-operazione, purtroppo, non sono poi così promettenti. Volevo anzitutto precisare che, in tutto il periodo precedente alla TAC di controllo di giovedì scorso, mio suocero è stato monitorato dal punto di vista della pressione, che si è sempre mantenuta entro valori accettabili, anche perché non ha mai abbandonato la terapia farmacologica che gli è stata prescritta. Per cui i medici che lo hanno in cura non imputano questo nuovo episodio ad eventuali crisi ipertensive.
Durante l'operazione sono stati riscontrati dei sanguinamenti in più punti, diversi rispetto a quello per cui è stato operato la prima volta (a causa del trauma). Dopo l'intervento, l'emorragia non si è arrestata spontaneamente e gli sono stati lasciati due drenaggi, che fungerebbero eventualmente da “pompette per un lavaggio” nel caso in cui si dovesse ripresentare il problema, per evitare un ulteriore accumulo di sangue.
Nuovamente, ciò che dicono i medici mi lascia alquanto perplessa: non capiscono come mai l’emorragia non si fermi da sola (o meglio la motivazione è la solita..vasi fragili!) e, cito testuali parole, “ora è solo questione di fortuna”. Capisco che la causa del sanguinamento possa essere una fragilità vasale, ma la capacità di rimarginazione di un’emorragia non dovrebbe essere indipendente da questo?
Non esiste un modo meccanico per fermare un’emorragia?
Grazie ancora per l’attenzione.
MDV
[#3]
Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Gentile signora,
è verosimile che i colleghi non Le danno spiegazioni esaurienti.
Pur con molti limiti in quanto non conosceo il caso obiettivamente, proverò a spiegare come potrebbero stare le cose.
1) il fatto che la pressione sia sotto controllo non impedisce per esempio che un improvviso picco della stessa provochi una seconda emorragia in un situazione post traumatica
2) In caso di emorragia cerebrale, l' intervento chirurgico termina quando la fonte dell'emorragia è identificata e si procede all'accurata emostasi. Quindi non è esatto dire che l'emorragia non si ferma da sola, semmai ci possono essere situazioni che possono farla recidivare, come, nei gravi traumi cranici, i cosiddetti focolai lacero-contusivi emorragici.

Questi sono come delle ferite sulla corteccia cerebrale, ma che, contrariamente a una ferita cutanea, non possono essere "chiuse" con una sutura.

Se nel frattempo che questi focolai cicatrizzano, si verificano situazioni favorenti il sanguinamento, si verificherà un nuovo fatto emorragico.

Tale complicazione non è molto frequente nelle persone giovani, mentre lo è di più in persone anziane, con disturbi della coagulazione o che assumono farmaci che <fluidificano> il sangue ecc.

Spero di essermi espresso in modo meno professionale possibile e quindi forse sufficientemente chiaro. Comunque resto disponibile per eventuali chiarimenti.

Cordialmente