Ho una vera e propria 'repulsione' nei confronti degli antidepressivi, un rifiuto di questo tipo

Gentili dottori,
avrei urgente bisogno di delucidazioni in merito agli effetti collaterali degli antidepressivi. Sto per rivolgermi a un neurologo per affrontare una terapia, in quanto soffro di ansia e ho disturbi del sonno. Tendo ad addormentarmi sempre più tardi e a svegliarmi più tardi. In questo naturalmente l'ansia gioca un ruolo importante. Oggi ho 40 anni e, a eccezione di una compressa e mezzo di Tavor 1mg, non assumo altri farmaci. In passato (avevo circa 23 anni) mi e' stato prescritto anche l'Halcion, ma non ho ottenuto nessun risultato. Non riuscivo a regolazzare il ritmo sonno-veglia. Il mio problema è questo e mi rendo conto che appaia piuttosto insolito: ho una vera e propria 'repulsione' nei confronti degli antidepressivi, un rifiuto di questo tipo di farmaci per via di alcuni effetti collaterali che comportano. Intendo quelli di tipo fisico (nausea, stipsi). L'ansia mi assale solo all'idea di dover prendere questi farmaci. In generale non ho affatto un rifiuto ai farmaci e mi sono sempre sottoposta alle cure quando necessario, ma si trattava di disturbi fisici, non psichici. Molti anni fa ho preso l'Adepril per circa due settimane, poi, non potendone più e senza ricavarne nessun giovamento, l'ho sospeso. Mi rendo conto che in due settimane il farmaco non ha neppure avuto il tempo di fare il suo effetto, ma non reistevo più. All'epoca non sapevo che il dosaggio andasse scalato gradualmete(non lessi le istruzioni contenute nella scatola), così ho trascorso due giorni a letto con forti attacchi di nausea, vomito e profonda sonnolenza. Esistono antidepressivi che non provocano questi effetti collaterali relativi a disturbi gatstrointestinali? E quanto si protraggono questi effetti? Non sarebbero sufficienti farmaci come lo Xanax che ho letto essere molto efficace contro gli stati di ansia, e l'aiuto di uno psicoterapeuta, evitando gli antidepressivi? Vi ringrazio sinceramente per l'attenzione e scusatemi se ho posto troppe domande.
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Dr. Rosario Vecchio Neurologo 1.4k 32 22
credo che utilizzare farmaci sedativo-ipnotici in modo continuativo per l'insonnia sia assolutamente da evitare per il rischio di dipendenza, assuefazione e cronicizzazione di un problema ansioso-depressivo che potrebbe essere sotteso. Le consiglio di valutare il quadro insieme ad un neurologo per escludere problematiche neurologiche causa di insonnia. Inoltre La invito a coinvolgere nella valutazione uno psichiatra e uno psicoterapeuta nel caso il disturbo dipenda da una sindrome ansioso-depressiva. Tutti i farmaci hanno effetti collaterali e quindi anche gli antidepressivi che ,però,se usati sotto stretto controllo medico e nei dosaggi indicati per il disturbo risultano ben tollerati oltre che efficaci.

cordiali saluti

Dr. Rosario Vecchio

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Utente
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Gentile Dottore,
la ringrazio per l’attenzione che mi ha dedicato. Ho consultato un neurologo, una persona che vanta anni di esperienza nella sua professione, della quale quindi mi fido. Sono soddisfatta della terapia che mi ha prescritto anche se non l’ho ancora iniziata perché, abitando in un paese molto isolato e non disponendo di un’auto, non ne ho ancora avuto modo ma provvederò entro pochi giorni. Le dico questo per farle sapere che ho ancora provato la terapia prescrittami. Tuttavia ho alcuni dubbi. Sapendo della mia avversione a certi antidepressivi e della mia incapacità di sopportarne alcuni effetti collaterali, mi ha prescritto un SSRI, Dropaxin (che non dovrebbe provocare stipsi) a dosi bassissime da aumentare gradualmente . Mi ha espressamente detto che un suo collega riderebbe di quel dosaggio, ma sapendo della mia ‘paura’ nei confronti di questi antidepressivi credo abbia cercato di rendere la cosa meno traumatica e meno invasiva possibile per me, e di questo gli sono grata perché diversamente rischierei di non prendere il farmaco. Prima di sottopormi a questo colloquio e visita con il neurologo ho passato infatti 4 giorni in uno stato di terribile ansia e piangevo spesso, cosa che normalmente non mi capita. Devo prenderne 2 gocce di Dropaxin il primo giorno e aumentare dopo tre giorni circa e così via fino ad assumerne 10 gocce. Premetto che non potevo iniziare terapie troppo forti perché non avevo parenti che potessero starmi accanto, quindi devo provvedere a tutte le mie necessità da sola e svolgere anche lavori pesanti. Mi ha specificato che il farmaco è necessario ma non rappresenta la soluzione dei mie problemi, in quanto, almeno nel mio caso, non può agire sulla causa, cioè modificare il mio stato d’animo e la mia struttura di pensiero: per questo, come Lei, mi ha vivamente raccomandato dei colloqui con uno psichiatra, escludendo però psicoanalisi e psicoterapia. Ritiene che occorre un intervento ‘pratico’ nel mio caso. In questo modo so che, se davvero non trovo in me una grande forza di volontà, sarà difficile ritrovare fiducia in me stessa per affrontare esami, colloqui di lavoro, eccetera. Io riesco tranquillamente a fare le cose di tutti i giorni e faccio anche lavori manuali in campagna dove mi trovo, ma non riesco a ‘sbloccarmi’ quando si tratta di prendere semplici decisioni come iscrivermi a una scuola guida a causa dell’ansia che mi assale solo all’idea. Ho difficoltà ad assumermi qualsiasi impegno per via di quei disturbi del sonno cui le ho accennato. Il mio sonno va a rotazione, cioè se oggi dormo di notte, è probabile che la prossima settimana l’addormentamento sarà sfalsato di parecchie ore finché non mi ritrovo a dormire nel pomeriggio e mi alzo alle 6 di sera. Quando arrivo a questi punti, situazione che mi abbatte molto, resto sveglia per un giorno in modo da riprendere un ritmo più normale. Frequento un gruppo parrocchiale, ma rifiuto puntualmente ogni invito ad uscire con gli amici la sera, perché non me la sento. Ho paura del confronto con gli altri, forse. Penso inoltre di aver bisogno di farmaci più forti per combattere gli stati ansiosi e regolarizzare il ritmo sonno- veglia, cui le ho accennato nella mia precedente domanda. Il neurologo mi ha detto di continuare con il Tavor 1mg (una compressa e mezzo prima di dormire) e un’altra mezza compressa durante il giorno (non ricordo di preciso se in mattinata), quindi mi ha detto di proseguire con le benzodiazepine di cui faccio uso da molti anni, sempre alle dosi di cui sopra. Io speravo in una prescrizione di Xanax e comunque qualcosa che agisse sui meccanismi del sonno in maniera più mirata e diretta. Cosa ne pensa? Dalla visita neurologica (controllo movimenti della pupilla mentre fisso un punto, controllo riflessi con il martelletto, ecc.) non sono emersi problemi del sistema nervoso, tutto risulta normale. Ha inoltre escluso patologie psicotiche e disturbi mentali come la schizofrenia. Altri psichiatri e neurologici consultati in passato avevano già escluso questo tipo di patologie dicendo che io ho una mia affettività, eccetera. La ringrazio di cuore per i suoi consigli.
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Dr. Rosario Vecchio Neurologo 1.4k 32 22
credo che il consiglio di iniziare i farmaci sia corretto. La paroxetina (Dropaxin) è un farmaco molto tollerato con pochi effetti collaterali che può già da solo dopo qualche settimana di dosaggio pieno migliorare anche l'insonnia. Le consiglio, però nuovamente di sentire il parere di uno psichiatra. Le faccio tanti auguri per una veloce ripresa.
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