Problema sensibilità piede dopo infarto cerebrale

Buonasera.
Sono un ragazzo di 31 anni.Nel gennaio 2011 ho avuto un infarto cerebrale con emiparesi destra,a causa di forame ovale.
Il recupero è stato molto soddisfacente,circa 10 gg per l'uso del braccio e della mano,e cicra 30gg per ritornare a camminare.
Nei mesi successivi il recupero è andato via via migliorando,fino ad assestarsi alla mia condizione attuale che illustro:il problema riguarda solamente il piede destro,che ha una sensibilità tattile e ed una fluidità del movimento ridotte (tra l'altro questo disturbo varia parecchio con il tempo,con il freddo ecc...).Un banale esempio:non posso indossare ciabatte che non siano chiuse sul tallone perchè la dx la perderei dopo pochi passi.Tale problema diventa piuttosto fastidioso a volte.

Durante le visite di controllo effettuate all'ospedale della mia zona mi è stato detto che potrebbe essere che io abbia raggiunto il punto massimo del mio recupero,e che quindi non abbia più margini per migliorare ulteriormente,ovvero che questa mia condizione sia la definitiva.
Sono un tipo sportivo,pratico palestra 2/3 volte alla settimana,e nel tempo ho seguito esercizi dedicati al mio problema al piede,ma comunque senza risultati soddisfacenti.
Ovviamente,l'infarto cerebrale ha causato una piccola lesione al cervello.
Detto ciò,la mia domanda è la seguente:esiste un qualche centro specializzato,nel quale potrei sottopormi ad ulteriori esami che possano effettivamente valutare se e come sia possibile progredire nel recupero?Mi riferisco in particolare ad esami di tipo neurologico,dedicati a verificare le effettive "connessioni" tra cervello e piede,e le lacune che ci sono in tal senso.Questo perchè non vorrei lasciare nulla di intentato,e perchè noto spesso che questa condizione è "altalenante",non sempre costante.Ringraziando anticipatamente per l'aiuto datomi,auguro buona serata.
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Dr. Vincenzo Rossi Neurologo 100 1 19
Gentile Utente,
anche se nella sua richiesta non è specificato,la lesione deve aver interessato anche le vie sensitive oltre a quelle motorie.L'unica indagine che potrebbe obiettivare il disturbo descritto è lo studio dei potenziali evocati somatosensoriali(SEP) eseguiti dai Neurofisiologi premettendo però che tale indagine studia solo un tipo di fibre nervose(quelle di grosso diametro)e che la sua sensibilità diagnostica per le lesioni cerebrali è inferiore a quella per le lesioni del midollo spinale.
Cordialmente

Prof. VINCENZO ROSSI

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dopo
Utente
Utente
Buonasera dr. Rossi.
RingraziandoLa per la risposta desidero porle altre tre domande:
-da quale tipo di esame effettuato durante il ricovero potrei risalire con precisione a quali vie (sensoriali e/o motorie) che sono state lesionate, in modo da avere un dato più affidabile?
-non mi è chiara la fase del recupero:inizialmente l'emiparesi interessava anche l'arto superiore,che poi ho recuperato pienamente . Perché non c'è stato lo stesso effetto per il piede? La lesione non riguardava anche le zone legate all'arto superiore?
-saprebbe cortesemente indicarmi se e dove sarebbe possibile raccogliere maggiori informazioni riguardo questo esame?

Grazie per la sua disponibilità, buona serata.
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Dr. Vincenzo Rossi Neurologo 100 1 19
Gentile Utente,rispondo sinteticamente:
-TAC e RM per la valutazione strutturale;SEP per la valutazione funzionale delle vie somatosensoriali;MEP(potenziali evocati motori) per la valutazione funzionale delle vie motorie(vie piramidali)
-Evidentemente le fibre piramidali destinate ai motoneuroni spinali deputati all'innervazione dei muscoli del piede sono state maggiormente coinvolte
-Per un primo e sintetico approccio può leggere il mio articolo"La Neurofisiopatologia:una disciplina per molte discipline" nel mio blog in questo sito.
Cordialmente
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Utente
Utente
Gentile dr Rossi,la ringrazio.
Provvederò a controllare la documentazione in mio possesso,ma non mi risulta siano stati effettuati esami SEP e MEP.
Non perderò occasione per leggere il suo blog.
Grazie,buona serata.
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Dr. Vincenzo Rossi Neurologo 100 1 19
Gentile Utente,tengo a precisare che le indagini che le ho indicato non si effettuano di routine soprattutto ,ovviamente, in ospedali privi di un reparto di Neurofisiopatologia.Esse sono pertanto molto utili per aggiungere informazioni funzionali a quelle strutturali della TAC e della RM ma non possono essere considerate indispensabili come queste ultime.
Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno.
Capisco, in conclusione Lei cosa consiglierebbe? Sarebbe opportuno avere modo di effettuare questi esami o sarebbe inutile?
Grazie, buona giornata.
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Dr. Vincenzo Rossi Neurologo 100 1 19
Gentile Utente,ho sempre ritenuto che tutto quello che contribuisce ad affinare una diagnosi non può non essere utile.Nel suo caso la valutazione spetta allo specialista che la segue considerando anche il fatto che le 2 indagini non fanno parte del protocollo diagnostico di base della sua patologia.
Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
Mi scuso per il ritardo.
Grazie per le informazioni,chiederò al mio neurologo di valutare questo tipo di esame.
Buona serataa.
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