Decalcificazione ossea diffusa e biopsia linfonodo

Egregi Dottori,
scrivo per conto di mio padre, un uomo di sessantacinque anni. Nel 2012 si è sottoposto a diversi cicli di chemioterapia per curare un linfoma di Castleman multicentrico, e successivamente anche un'anemia emolitica autoimmune.
Ad un anno dalla scoperta della malattia, inizialmente al terzo stadio, sembrava fosse guarito. Le successive PET e TAC di controllo non mostravano alcun segnale di recrudescenza.
Tuttavia, lo scorso, si è sottoposto ad una TAC total body con contrasto (canonico controllo prestabilito dagli ematologi) ed il referto ha evidenziato una moltitudine di linfonodi ingrossati da non sottovalutare. Il primario ematologo che lo ha seguito in passato ha invitato mio padre a sottoporsi ad una ecografia per controllare i linfonodi palpabili. Considerata la morfologia del linfonodo, si è sottoposto ad una biopsia (rimuovendo un linfonodo sospetto all'inguine). Ad oggi nessun risultato poiché l'ospedale di riferimento non è stato in grado di esaminarlo correttamente, e l'ha inviato in un altro ospedale a Bologna, dilatando i tempi.

Non ci preoccupa tanto l'attesa quanto ciò che è accaduto dopo la biopsia: mio padre ha iniziato ad avere difficoltà nella deambulazione, fortissimi dolori all'anca. Gli ematologi gli hanno consigliato di farsi controllare da un ortopedico e di approfondire la cosa, eseguendo raggi e risonanza magnetica. L'ematologo ha mandato mio padre dall'ortopedico ed oggi, quest'ultimo ha rimandato mio padre in oncologia/ematologia.
La situazione è allarmante secondo l'ortopedico, e non rientra più nel suo campo, poiché mio padre presenta una gravissima decalcificazione ossea molto grave, fino ad un anno fa assente, e secondo entrambi i medici le ossa di bacino ed anche sono finanche a rischio di frattura.

Da poco mio padre ha eseguito tutte le analisi di rito che, periodicamente, gli vengono prescritte dagli ematologi, ed i valori risultano essere perfettamente nella norma: emocromo, emocromo citometrico, mucoproteine, elettroforesi, calcemia, Bence-Jones, finanche valori come emoglobina/leucociti/piastrine risultano perfettamente nella norma. Intanto mio padre continua ad avere serie difficoltà e dolori all'anca, tanto da essersi munito di un bastone per aiutarsi nei movimenti.
Non presenta altri sintomi, i risultati della biopsia tardano ad arrivare, ematologi ed ortopedici se lo stanno "palleggiando" e sostengono gli uni di doverlo spedire dagli altri e non sappiamo davvero cosa possa essere... Hanno prenotato una scintigrafia ossea ma i tempi sono lunghi, per questo continuiamo ad attendere.

Chiedo un Vostro parere in merito, nonché quali potrebbero essere le possibilità, confidando in un Vostro gentile riscontro.
Nel frattempo Vi invio i miei più sentiti e cordiali ringraziamenti.
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
Credo debba postare il,tutto ai colleghi ematologi
[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta.
Ieri abbiamo comunque avuto ragguagli sulla situazione a seguito della PET, ed effettivamente il problema riscontrato è di natura ematologica.
La ringrazio comunque per la cortese attenzione.