Adenocarcinoma colon pt3 n2 m1

Gentilissimi Dottori,

Vi scrivo per esporVi la situazione di mio suocero di 60 anni in cura per un adenocarcinoma al colon Dx.

Nel 1993 è stato sottoposto ad intervento chirurgico per un linfoma non Hodgking alla tonsilla con ottimo risultato clinico e ottenimento di risposta terapeutica completa a tuttoggi.

In data 1/6/2005 ha subito un intervento chirurgico di emicolectomia destra e Metastastasectomia in un nodulo peritoneale per adenocarcinoma colico classificabile come PT3 N2(17/23) M1 (peritoneo)

A seguito dell'operazione si è sottoposto ad esame PET con referto negativo: " Intenso accumulo del tracciante a livello di un'ansa intestinale in regione epi-mesogastrica in prima ipotesi riferibile a reazione flogistica al recente intervento chirurgico ... non si documentano aree di alterazione metaboliche." Conclusioni: "non evidenza di malattia ad elevata attività metabolica."

A questa data (Luglio 2005) i markers erano: CEA 4,6 - TPA 30 - CA19.9 7,2

L'oncologo, vista la stadiazione all'esame istologico, ha consigliato di intraprendere un trattamento chemioterapico palliativo secondo il protocollo XELOX della durata di 8 cicli terminati nel gennaio 2006.

(AGOSTO 2005) al 2° Ciclo Xelox i markers erano: CEA 4,5 - TPA 22 - CA19.9 3
(SETTEMBRE 2005) al 3° Ciclo Xelox i markers erano: CEA 1,6 - TPA 35 - CA19.9 1,8
(OTTOBRE 2005) al 4° Ciclo Xelox i markers erano: CEA 4,2 - TPA 18 - CA19.9 4,3
Esame TC Addome: Dubbia (anse intestinali addossate alla parete addominale)
(OTTOBRE 2005) 5° Ciclo Xelox
(NOVEMBRE 2005) RX Torace Negativa
(NOVEMBRE 2005) al 6° Ciclo Xelox i markers erano: CEA 6,6 - TPA 31 - CA19.9 4,3
(DICEMBRE 2005) al 7° Ciclo Xelox i markers erano: CEA 13 - TPA 89 - CA19.9 4,5
(GENNAIO 2006) al 8° Ciclo Xelox i markers erano: CEA 30 - TPA 66 - CA19.9 20

In seguito a questo aumento dei markers è stata la PET nel FEBBRAIO 2006 che, purtroppo, ha evidenziato un'intensa attività metabolica in varie zone.
Nel referto si legge: "Iperfissazione del tracciante in sede addominale all'altezza del fianco dx di pertinenza intestinale. Ulteriore focale accumulo del tracciante a livello di un linfonodo iuxtaesofageo inferiore, di alcuni linfonodi paraortici lombari di dx e in sede ossea a livello della spina iliaca postero-superiore sx. Limitatamente al potere risolutivo della metodica (circa 5mm) non si documentano aree di alterato metabolismo nelle regioni corporee indagate. CONCLUSIONI: lesioni ad elevata attività metabolica a livello intestinale, con coinvolgimento linfonodale e osseo. Quadro indicativo di progressione di malattia"

FEBBRAIO 2006 - TC Addome e pelvi: "Si apprezzano gli esiti del pregresso intervento chirurgico di emicolectomia destra. Le anse intestinali appaiono in parte addossate alla parete addominale anteriore. Il rene di destra è mal rotato e si riconoscono delle cisti displasiche bilateralmente. A carico delle stazioni linfonodali lombo-aortiche e para-cavali si apprezzano numerosi piccoli linfonodi che interessano anche il mesentere. Tali aspetti non erano riconoscibili nel precedente esame. A carico degli organi ipocondriaci non si riconoscono immagini riferibili a lesioni focali.
TC Torace E Mediastino: "A livello del parenchima polmonare bilateralmente, particolarmente a destra, si apprezzano piccoli noduli compatibili con localizzazioni secondarie. Nel mediastino non si riconoscono tumefazioni linfonodali di significato patologico."

MARZO 2006: Inizio terapia chemioterapica protocollo FOLFIRI

A seguito di dolori alla schiena e al basso ventre (+ o - a livello dell'appendice) vengono effettuati i seguenti esami: ETG Parete addominale:"L'indagine mirata in corrispondenza della sede algica riferita dal paziente nella parete addominale destra ha evidenziato in corrispondenza del fianco destro medialmente rispetto al rene, la presenza di un'area di verosimile origine infiltrativa delle dimensioni di circa 54x26mm riconducibile in prima ipotesi ad una recidiva sull'anastomosi colica. per una migliore valutazione sarebbe opportuna biopsia ecoguidata della suddetta area per valutazione cito-istologica."

RX Colonna Lombo-Sacrale (2PR):"Iniziali apposizioni osteofitosiche marginali a livello del tratto lombare; sostanzialmente conservata l'altezza dei metameri vertebrali e l'ampiezza degli spazi interposti; lo spazio tra L5-S1 appare modicamente ridotto nel versante posteriore."

RX BACINO: "Si rileva la iniziale sclerosi dei tetti acetabolari bilateralmente; regolari i rapporti articolari con le teste femorali."

A giorni effettuerà il 3° Ciclo chemioterapico FOLFIRI

Spero di averVi fornito dati sufficienti a valutare il caso.
In particolare: Le iniziali apposizioni osteofitosiche marginali a livello del tratto lombare sono sintomo di diffusione osseo del tumore ? E la sclerosi dei tetti acetabolari?

L'area infiltrativa evidenziata dall'esame ETG è un nuovo tumore ? Sarebbe consigliabile consultare il chirurgo? E per quanto riguarda i noduli polmonari, considerando che è un accanito fumatore da oltre 40 anni, possono essere noduli di natura diversa, rispetto alla patologia iniziale? Possono essere operati ?

Scusate le numerose domande, spero possiate darci qualche valido consiglio. L'oncologo non ci ha dato molte speranze, ma noi, ottimisti di natura, compreso mio suocero, speriamo sempre che la medicina, e magari qualche aiuto "dall'Alto", possano cambiare gli esiti anche più nefasti.
Cosa pensate delle cure omeopatiche a base di Aloe? Nel dubbio(non è vero ma ci credo) mio suocero prende tre cucchiai al giorno di una strana bibita di colore verde a base appunto di Aloe. Può avere effetti positivi scientificamente provati?

Grazie ancora, cordiali saluti e buon lavoro a tutti.
[#1]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.4k 1.2k 61
Gentile utente,
estenderei oltre all'oncologo anche al chirurgo i quesiti
che ha posto su questo sito.
Riguardo all'Aloe deve essere informato ( non lo fa quasi nessuno !) l'oncologo che il paziente assume terapie non convenzionali :alcune di queste interferiscono con i farmaci antitumorali.

Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com

[#2]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.4k 1.2k 61
Rileggendo la mia risposta mi è sorto il dubbio di non essere stato sufficientemente incisivo sulle terapie non convenzionali che il paziente assume.
Se Suo suocero praticasse esclusivamente terapie non convenzionali a base di Aloe, non avrei avuto nulla da eccepire perchè è vero che numerose piante medicinali hanno dimostrato sperimentalmente in studi preclinici attività antitumorali.
Tuttavia nel caso di Suo suocero che sta praticando la chemioterapia, occorre tener conto del fatto che alcune di queste sostanze contenute nell'Aloe, interferiscono negativamente con la chemioterapia nel senso che ne RIDUCONO l'EFFICACIA.
[#3]
Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Gentile Utente,

La situazione di suo suocero è come lei intuisce complicata. Cercherò di fissare alcuni concetti e spero di essere sufficientemente esauriente e preciso. Purtroppo si partiva da una condizione di malattia avanzata, cosa che spesso si osserva soprattutto quando si parla di neoplasie del colon dx (le quali spesso giungono a diagnosi tardivamente). Questo in ragione in primo luogo della metastasi peritoneale (siamo sicuri che fosse unica? purtroppo spesso concomitano con la lesione macroscopicamente evidente altri piccoli nidi cellulari che tendono a crescere) ed in secondo luogo del coinvolgimento di malattia dei linfonodi (ben 17 erano sede di ripetizione neoplastica). Il peritoneo inoltre è una zona di scarsa sensibilità ai trattamenti chemioterapici essendo scarsamente raggiunta dai farmaci per via sistemica. Con queste premesse giustamente si inizia un trattamento per cercare di arginare la malattia e comunque guadagnare del tempo. Il primo esame PET post-intervento probabilmente era falsato dalla vicinanza all'intervento stesso (quanto tempo dopo l'intervento è stato eseguito?) quindi non attendibile per quanto riguarda l'addome al 100%. La successiva PET del febbraio documenta purtroppo localizzazioni metastatiche di malattia in diverse sedi. Anche la TC successiva parla di malattia in diffusione. L'area di cui si parla a livello dell'anastomosi colica (cioè nel punto del precedente intervento sul tumore primitivo) è riferita a ripresa di malattia locale (cioè non si tratta propriamente di un nuovo tumore ma di una ricrescita del vecchio tumore nel punto in cui era stato operato la prima volta. Può accadere che qualche cellula superstite all'intervento ricresca nel punto dove è stato tolto il primo tumore). Per quanto riguarda gli osteofiti (che sono cose innocenti) e la sclerosi acetabolare non c'è nulla di patologico (sono collegati alla degenerazione osteo-articolare su base artropatica). I noduli polmonari multipli sono dati dalla TC come sede secondaria di malattia, cioè una estensione verso il polmone del tumore iniziale. In caso di metastasi ben delimitate e poco numerose da tumore del colon, ma localizzate in organi singoli (ad esempio fegato o polmone) è possibile pensare ad una asportazione chirurgica ma in questo caso escludo che si possa fare data la presenza di molteplici sedi di malattia (cioè oltre che diversi noduli polmonari anche in altri organi). Si può pensare di sentire un parere chirurgico sulla lesione infiltrativa a livello intestinale anche allo scopo di eseguire un nuovo esame istologico su un eventuale porzione di tessuto neoplastico asportato e vedere se esiste la possibilità di usare i nuovi farmaci antitumorali (anticorpi monoclonali come ad ex. il cetuximab). L'utilizzo è legato alla presenza nel tumore di determinate caratteristiche istologiche e citologiche. Concordo con il Dr. Catania per quanto riguarda l'impiego di farmacologia non convenzionale.

Spero di non aver dimenticato nulla, nella difficoltà comunque di rispondere a quesiti così articolati via internet.

Ci tenga informati, se lo ritiene utile ed opportuno

Con i migliori auguri

Cordialissimi saluti

Dr. Carlo Pastore

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

[#4]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.4k 1.2k 61
Concordo con il dr. Pastore pienamente e vorrei aggiungere che è sicuramente da non scoraggiare l'idea di aggiungere alle terapie convenzionali altre terapie di supporto soprattutto in corso di chemioterapia, escluse quelle ovviamente che con questa interferiscono.
La terapia convenzionale del cancro si basa classicamente sulla chirurgia, sulla chemioterapia ed eventualmente sulla radioterapia per alcuni tumori.
Sicuramente ci sono altri problemi che dovrebbero essere maggiormente presi in considerazione nell'interesse del paziente: aspetti psicologici, aspetti nutrizionali , aspetti immunologici, nonchè ovviamente tutti i problemi legati agli effetti collaterali della chemioterapiua.