Lesione complessa del menisco esterno con caratteristiche di frattura a manico di secchio
Buon pomeriggio, vorrei sapere come si può intervenire in una situazione del genere, evidenziata dal referto di una TAC richiesta da un fisioterapista dieci giorni fa, considerata l'agonia degli ultimi 21 mesi durante i quali nessun ortopedico mi ha creduta (condannandomi a non camminare più, perché nel frattempo mi si è cronicizzata la tendinopatia inserzionale delle zampe d'oca):
Lesione complessa del menisco esterno con caratteristiche di frattura a manico di secchio e con flap meniscale ribaltato sul corno anteriore e verso la gola intercondiloidea.
Meniscosi del corno posteriore del menisco mediale senza interruzioni dei profili articolari.
Aspetto tumefatto del PAPE con irregolare ispessimento del collaterale mediale sul versante distale.
Aspetto disomogeneo del legamento crociato anteriore, tumefatto e imbibito da versamento articolare.
Modicamente ispessita la plica infrapatellare.
No alterazioni del tendine rotuleo.
Area di riassorbimento osseo focale a livello dell'emipiatto tibiale esterno.
Lesione complessa del menisco esterno con caratteristiche di frattura a manico di secchio e con flap meniscale ribaltato sul corno anteriore e verso la gola intercondiloidea.
Meniscosi del corno posteriore del menisco mediale senza interruzioni dei profili articolari.
Aspetto tumefatto del PAPE con irregolare ispessimento del collaterale mediale sul versante distale.
Aspetto disomogeneo del legamento crociato anteriore, tumefatto e imbibito da versamento articolare.
Modicamente ispessita la plica infrapatellare.
No alterazioni del tendine rotuleo.
Area di riassorbimento osseo focale a livello dell'emipiatto tibiale esterno.
Buongiorno
Va operato perchè le potrebbe dare dei problemi tipo dolore e blocchi articolari.
saluti
Va operato perchè le potrebbe dare dei problemi tipo dolore e blocchi articolari.
saluti
Dr. Ibrahim Akkawi
Specialista in Ortopedia e Traumatologia

Utente
La ringrazio molto dottore.
Sarebbe così gentile da dirmi se è vero in termini assoluti e categorici quello che mi sono sentita ripetere da alcuni altri medici, (tra ortopedici, radiologi e fisiatri), e cioè che la risonanza è l'esame "golden standard" per evidenziare qualsiasi tipo di traumatismo e patologia del ginocchio?
Il fisioterapista che mi ha prescritto la TAC, (unico specialista in quasi due anni di calvario a farmi svolgere durante la visita dei test meccanici specifici per valutare sintomi e limitazione funzionale), sostiene al contrario che spesso alcuni incidenti apparentemente banali provochino lesioni che soltanto una TAC può evidenziare.
Nelle ultime ore mi sono sentita ripetere dagli stessi medici, con una certa sdegnata veemenza, che:
1) non è in alcun modo possibile che 3 diverse risonanze svolte a distanza di 4 mesi e 1 anno l'una dall'altra non rivelassero chiaramente la presenza di tali danni;
2) non è in alcun modo possibile che i primari, i professori e luminari ai quali mi sono rivolta di volta in volta non si fossero accorti di questa lesione;
3) è molto probabile che negli ultimissimi mesi io abbia sofferto un altro trauma distorsivo (dunque senza accorgemene?!) che spiegherebbe il referto della TAC di pochi giorni fa, alla luce del fatto che soltanto 4 mesi fa la terza risonanza era perfettamente sovrapponibile (a parte la scomparsa dell'edema osseo) alla precedente fatta un anno prima.
Sarebbe importante per me confrontarmi con Lei su queste affermazioni così tranchant, che assestano un colpo di grazia definitivo alla mia capacità cognitiva e logica di gestire la mole di diagnosi e trattamenti così pericolosamente discrepanti e disperanti ricevute finora.
Sarebbe così gentile da dirmi se è vero in termini assoluti e categorici quello che mi sono sentita ripetere da alcuni altri medici, (tra ortopedici, radiologi e fisiatri), e cioè che la risonanza è l'esame "golden standard" per evidenziare qualsiasi tipo di traumatismo e patologia del ginocchio?
Il fisioterapista che mi ha prescritto la TAC, (unico specialista in quasi due anni di calvario a farmi svolgere durante la visita dei test meccanici specifici per valutare sintomi e limitazione funzionale), sostiene al contrario che spesso alcuni incidenti apparentemente banali provochino lesioni che soltanto una TAC può evidenziare.
Nelle ultime ore mi sono sentita ripetere dagli stessi medici, con una certa sdegnata veemenza, che:
1) non è in alcun modo possibile che 3 diverse risonanze svolte a distanza di 4 mesi e 1 anno l'una dall'altra non rivelassero chiaramente la presenza di tali danni;
2) non è in alcun modo possibile che i primari, i professori e luminari ai quali mi sono rivolta di volta in volta non si fossero accorti di questa lesione;
3) è molto probabile che negli ultimissimi mesi io abbia sofferto un altro trauma distorsivo (dunque senza accorgemene?!) che spiegherebbe il referto della TAC di pochi giorni fa, alla luce del fatto che soltanto 4 mesi fa la terza risonanza era perfettamente sovrapponibile (a parte la scomparsa dell'edema osseo) alla precedente fatta un anno prima.
Sarebbe importante per me confrontarmi con Lei su queste affermazioni così tranchant, che assestano un colpo di grazia definitivo alla mia capacità cognitiva e logica di gestire la mole di diagnosi e trattamenti così pericolosamente discrepanti e disperanti ricevute finora.
Come ogni introduzione purtroppo le dico che si ha bisogno di una visita clinica per dirlo.
Bisogna vedere le sue RM (ne servirebbe una da almeno 1.5 tesla per apprezzare al meglio le lesioni meniscali) e correlarla alla clinica.
Lei dove ha male? Ha blocchi articolari? Ha limitazione nel movimento?
La TC è un esame che si chiede molto raramente e da quello che ho letto direi che non è il suo caso.
Il referto che ha riportato nel primo post è di una risonanza, non di una TC. Quest'ultima non è in grado di valutare i tessuti molli come sono i menischi.
Se ha un manico di secchio è verosimilmente chirurgico (non è detto neanche questo, ma se è quello che le provoca dolore sì), che diventa urgente se questo tipo di lesione le impedisce una corretta estensione del ginocchio, nel caso in cui agisca da blocco meccanico.
Bisogna fare un passo indietro, vada da un collega ortopedico del quale si possa fidare, gli mostri la RM (ne faccia una ad alto campo se non l'ha fatta) e decidete in che modo proseguire con il trattamento.
Io non do comunque per scontato che quello che c'è scritto sulla risonzanza sia necessariamente corrisponda sempre a quello che c'è nel suo ginocchio.
Dott. Angelo Presta
Bisogna vedere le sue RM (ne servirebbe una da almeno 1.5 tesla per apprezzare al meglio le lesioni meniscali) e correlarla alla clinica.
Lei dove ha male? Ha blocchi articolari? Ha limitazione nel movimento?
La TC è un esame che si chiede molto raramente e da quello che ho letto direi che non è il suo caso.
Il referto che ha riportato nel primo post è di una risonanza, non di una TC. Quest'ultima non è in grado di valutare i tessuti molli come sono i menischi.
Se ha un manico di secchio è verosimilmente chirurgico (non è detto neanche questo, ma se è quello che le provoca dolore sì), che diventa urgente se questo tipo di lesione le impedisce una corretta estensione del ginocchio, nel caso in cui agisca da blocco meccanico.
Bisogna fare un passo indietro, vada da un collega ortopedico del quale si possa fidare, gli mostri la RM (ne faccia una ad alto campo se non l'ha fatta) e decidete in che modo proseguire con il trattamento.
Io non do comunque per scontato che quello che c'è scritto sulla risonzanza sia necessariamente corrisponda sempre a quello che c'è nel suo ginocchio.
Dott. Angelo Presta
Dr Angelo Presta

Utente
Dottore, siano benedette le sue parole! Le sarei molto grata se potesse aiutarmi ancora. Riassumo e spiego la mia situazione. Crack nel ginocchio sx in sede mediale salendo le scale con dei pesi eccessivi (9/2023). Da quel momento a oggi. Esami diagnostici fatti: 2 RX, 3 RM ad alto campo, un'ecografia muscolo-tendinea e infine la TAC poi rivelatasi errata. Una ventina tra ortopedici, fisiatri e osteopati interpellati che, minimizzando sull'eventuale gravità del trauma iniziale, mi diagnosticano: trauma distorsivo femoro-rotuleo; sindrome da sovraccarico funzionale del compartimento mediale; condropatia; tendinopatia cronica dell'alone mediale; sindrome da sensitizzazione centrale; sublussazione della rotula; grave limitazione funzionale. Trattamenti vani: Tecar, Laser, Magnetoerapia; bifosfonati; infiltrazioni di acido ialuronico; Lipogems; rinforzo muscolare; nuoto; in attesa di provare radiofrequenza e semmai onde d'urto. Non un medico che abbia preso in carico il dato più significativo: l'ingravescenza e la cronicizzazione progressiva, inesorabile del dolore in sede antero-mediale. La mia indole iper-cinetica (camminavo parecchio quasi ogni giorno): a distanza di due anni non posso più stare in piedi e deambulare senza avvertire fitte lancinanti. Non posso più inginocchiarmi, accosciarmi, flettere il ginocchio di lato. La chiamano genericamente gonalgia ma prima dello schiocco non avevo alcun sintomo. Da mesi avverto come un cordone in profondità, qualcosa che tira e non si tende. Tutti i chirurghi ortopedici sono concordi nel confermare assenza di patologie articolari ma nessuno mi spiega perché io sia ridotta in questo stato e continui a peggiorare ogni giorno di più. Non so più da chi andare, perché ho consultato i migliori in Italia e nessuno prende in carico il problema. Laconicamente mi dicono che forse ho delle semplici contratture. Io sono stremata dalla fatica e terrorizzata: mi sembra di vivere in un film dell'orrore. Ho davvero bisogno di qualcuno che mi fornisca una spiegazione razionale e coerente: finora solo discrepanze e nessuna considerazione per il fatto che sia diventata un'invalida dopo un banalissimo infortunio (dalle varie RM emerge un'unica info utile: esiti distrattivi di basso grado del LCM e a quanto pare poco altro).
Non ho visto una risonzanza, non l'ho visitata e non mi posso esprimere .
Penso che nel momento in cui nessuna terapia funzioni e in assenza di evidenza dalle immagini radiografiche, se rimane il forte sospetto che ci sia un dolore derivante dal ginocchio un'artroscopia, arrivati ad un certo punto, la si debba fare.
Leggevo che ha fatto un lipogems. In quell occasione le hanno fatto anche un'artroscopia?
Penso che nel momento in cui nessuna terapia funzioni e in assenza di evidenza dalle immagini radiografiche, se rimane il forte sospetto che ci sia un dolore derivante dal ginocchio un'artroscopia, arrivati ad un certo punto, la si debba fare.
Leggevo che ha fatto un lipogems. In quell occasione le hanno fatto anche un'artroscopia?
Dr Angelo Presta

Utente
Comprendo perfettamente. L'ultima RM (febbraio 2025) evidenzia: "Millimetrica areola di condropatia di alto grado dell'emipiatto tibiale laterale. Assente versamento articolare. Non evidenti lesioni meniscali. Esiti distrattivi di basso grado del legamento collaterale esterno, con modesto ispessimento legamentoso. Nella norma il pivot centrale e le altre formazioni capsulo-legamentose. Normale aspetto del corpo di Hoffa. Rotula in asse." Tutti gli specialisti ortopedici e i radiologi consultati ritengono che sarebbe del tutto inutile sottopormi a un'artroscopia esplorativa e anzi me la sconsigliano. Interpellati sull'entità del dolore e della limitazione funzionale da me sofferti, decisamente gravi rispetto alla mancanza di lesioni o condizioni patologiche rilevanti, formulano sentenze brevi e disarmanti. Sentirmi ripetere che non ho nulla, che il mio ginocchio sta bene, che devo soltanto provare a mobilizzare dolcemente l'arto, magari praticando nuoto e pilates, non soltanto non spiega dal punto di vista clinico il peggioramento della mia condizione in questi due anni (nulla origina dal nulla, se non erro) ma soprattutto non mi aiuta a risolvere o quantomeno gestire il problema, che sta avendo un impatto devastante sulla mia vita. Ho dilapidato migliaia di euro in visite mediche per raccogliere laconici, contraddittori, assurdi commenti del tipo "signora lo so, lei soffre moltissimo ma la rotula è disgraziata". Rispondo: "scusi ma se è in asse e non presenta alterazioni significative come fa a irradiare dolore?". Chiosa dell'ortopedico: "ormai la bio-meccanica del suo ginocchio è compromessa, si è alterato un equilibrio, vada da un fisiatra". E di fisiatri ne ho consultati già due che si sono limitati a prescrivermi integratori e a negare - come io stessa credo - che fosse un problema fibromialgico. Del resto prima dell'infortunio non avevo nessun sintomo, men che meno nel compartimento mediale.
Buongiorno, purtroppo, e ribadisco, non avendola vista non posso permettermi di dare opinioni.
Se le è stato detto che il suo problema è dell'articolazione femoro-rotulea (come è possibile anche sia, è possibile di tutto nel suo caso e per quanto ne so), suppongo sia stata indagata, ad esempio con studi TC torsionali.
Dov'è il male? In che movimenti? Succede durante tutta la giornata, di notte, al mattino?
Vorrei capire inoltre qual è il suo arco di movimento del ginocchio.
Mi dispiace per questo momento che sta vivendo, ma son sicuro che in un modo o nell'altro la situazione si possa risolvere o si risolverà, o perlomeno si possa aumentare la sua qualità di vita.
Se le è stato detto che il suo problema è dell'articolazione femoro-rotulea (come è possibile anche sia, è possibile di tutto nel suo caso e per quanto ne so), suppongo sia stata indagata, ad esempio con studi TC torsionali.
Dov'è il male? In che movimenti? Succede durante tutta la giornata, di notte, al mattino?
Vorrei capire inoltre qual è il suo arco di movimento del ginocchio.
Mi dispiace per questo momento che sta vivendo, ma son sicuro che in un modo o nell'altro la situazione si possa risolvere o si risolverà, o perlomeno si possa aumentare la sua qualità di vita.
Dr Angelo Presta

Utente
Buonasera Dottore,
La informo sugli ultimi sviluppi delle mie infinite indagini mediche.
Sono reduce infatti dall'ennesima visita specialistica.
Stavolta l'ortopedico interpellato non ha avuto alcun dubbio rispetto alla necessità d'intervenire chirurgicamente.
Mi è parso abbastanza sconcertato del fatto che nessuno in due anni abbia pensato di sottopormi a un'artroscopia, non soltanto utile ma chiaramente indicata nel mio caso.
Durante la visita sono emersi nella loro evidenza problemi più o meno gravi (alla rotula, al crociato, alla tibia).
Visualizzando subito dopo la visita i referti delle mie varie risonanze magnetiche e della TAC il dottore ha trovato riscontro e conferma delle sue ipotesi.
Come comprenderà, da un lato sono sollevata dall'intravedere una speranza, mentre dall'altro ripenso con sgomento e profonda indignazione al calvario affrontato in questi estenuanti due anni.
Sono stata trattata malissimo sia dal punto di vista umano che sanitario da sedicenti luminari, professori universitari, primari ospedalieri che, poveri noi, praticano un puro mercimonio e violano ogni fede deontologica.
Mi duole aver dovuto constatare che - per colmo del paradosso - proprio i migliori del campo rappresentino dal punto di vista medico un enorme rischio per chi come me è stato vittima anche del più banale tra gli infortuni.
Sono certa che alla mia età, se si fosse intervenuto tempestivamente, oggi non sarei ridotta alla zoppía: le conseguenze della cinica superficialità degli ortopedici che ho profumatamente pagato e invano supplicato di aiutarmi mi ha condannata a una quota di sofferenza immane, a perdite economiche ingenti, a rinunce o scelte di vita drammatiche.
Io La ringrazio quindi per le Sue parole che, in un momento d'indicibile scoramento, mi hanno infuso fiducia a sufficienza per cercare ancora risposte alle mie domande.
Non perda mai queste Sue virtù: l'acume, la prudenza, la gentilezza.
Sono certa che La renderanno migliore anche dal punto di vista umano, oltre a farla eccellere come professionista ortopedico.
La saluto con affetto.
La informo sugli ultimi sviluppi delle mie infinite indagini mediche.
Sono reduce infatti dall'ennesima visita specialistica.
Stavolta l'ortopedico interpellato non ha avuto alcun dubbio rispetto alla necessità d'intervenire chirurgicamente.
Mi è parso abbastanza sconcertato del fatto che nessuno in due anni abbia pensato di sottopormi a un'artroscopia, non soltanto utile ma chiaramente indicata nel mio caso.
Durante la visita sono emersi nella loro evidenza problemi più o meno gravi (alla rotula, al crociato, alla tibia).
Visualizzando subito dopo la visita i referti delle mie varie risonanze magnetiche e della TAC il dottore ha trovato riscontro e conferma delle sue ipotesi.
Come comprenderà, da un lato sono sollevata dall'intravedere una speranza, mentre dall'altro ripenso con sgomento e profonda indignazione al calvario affrontato in questi estenuanti due anni.
Sono stata trattata malissimo sia dal punto di vista umano che sanitario da sedicenti luminari, professori universitari, primari ospedalieri che, poveri noi, praticano un puro mercimonio e violano ogni fede deontologica.
Mi duole aver dovuto constatare che - per colmo del paradosso - proprio i migliori del campo rappresentino dal punto di vista medico un enorme rischio per chi come me è stato vittima anche del più banale tra gli infortuni.
Sono certa che alla mia età, se si fosse intervenuto tempestivamente, oggi non sarei ridotta alla zoppía: le conseguenze della cinica superficialità degli ortopedici che ho profumatamente pagato e invano supplicato di aiutarmi mi ha condannata a una quota di sofferenza immane, a perdite economiche ingenti, a rinunce o scelte di vita drammatiche.
Io La ringrazio quindi per le Sue parole che, in un momento d'indicibile scoramento, mi hanno infuso fiducia a sufficienza per cercare ancora risposte alle mie domande.
Non perda mai queste Sue virtù: l'acume, la prudenza, la gentilezza.
Sono certa che La renderanno migliore anche dal punto di vista umano, oltre a farla eccellere come professionista ortopedico.
La saluto con affetto.
La ringrazio per le sue parole, non scontate.
Son contento che abbia trovato qualcuno che abbia deciso di andare a vedere quale sia il problema.
Sarei stato "curioso" di visitarla e vedere le immagini di queste risonanze.
Da una di queste emergeva ci fosse un manico di secchio, se davvero fosse quello il problema (a parte pormi da solo tante domande sul suo iter), l'artoscopia sarà risolutiva.
Le auguro una buona ripresa.
Ci tenga aggiornati
Son contento che abbia trovato qualcuno che abbia deciso di andare a vedere quale sia il problema.
Sarei stato "curioso" di visitarla e vedere le immagini di queste risonanze.
Da una di queste emergeva ci fosse un manico di secchio, se davvero fosse quello il problema (a parte pormi da solo tante domande sul suo iter), l'artoscopia sarà risolutiva.
Le auguro una buona ripresa.
Ci tenga aggiornati
Dr Angelo Presta
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 356 visite dal 02/06/2025.
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