Frattura perone

Buonasera, il 26/11/2011 ho subito la frattura del perone sx, subito ingessato il mercoledì successivo il 30/11/2011 al primo controllo è stato deciso di operare per ridurre la frattura: operazione eseguita venerdi 02/12/2011 con applicazione di una placca con viti.Il 23/12/2011 viene tolto la doccia gessata e viene applicato un tutore. Dai primi di gennaio più precisamente l'8/01/2012, inizio dietro consiglio dell'ortopedico fisioterapia, più precisamente rinforzo del quadricipite e chinesi attiva e passiva e carico graduale fino ad arrivare sui 50-60 kg. alla fine del mese di gennaio. L'ultimo controllo effettuato il 31/01/2012, è risultato buono e l'ortopedico ha detto di iniziare un lavoro più duro e quindi iniziare a caricare lavorandoci sù. Tutto questo racconto l'ho fatto perchè il problema attualmente è la caviglia molto gonfia nonostante mi sia stata prescritta una calza elastica, con la quale stò molto meglio, però all'altezza del malleolo soprattutto ci sono dei giorni che è inguardabile da quanto è gonfia. La mia domanda è: è normale che per il momento questa caviglia sia più gonfia dell'altra? E soprattutto quale metodo o rimedio oltre alla ginnastica vascolare che tutte le sere stò facendo e alla fisioterapia c'è per ridurre questo gonfiore? Grazie per la risposta che potrete darmi.
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Dr. Umberto Donati Ortopedico, Chirurgo della mano, Medico legale, Perfezionato in medicine non convenzionali 7.8k 276 9
Il trauma distorsivo che ha provocato la frattura del perone ha esercitato una forte energia anche sui tessuti molli (tendini, vasi, capsula articolare, ecc); anche l'intervento costituisce un ulteriore trauma, e così pure la immobilizzazione protratta concorre a creare la situazione di "caviglia gonfia". In linea generale può essere considerata normale ma nel caso specifico è bene accertarlo, per poter scegliere anche il trattamento appropriato. Oltre alla ginnastica vascolare esistono le terapie fisiche: se vede che questo stato perdura, ne parli con il medico fisiatra che La segue per valutare se occorra modificare il percorso riabilitativo.
Cordiali saluti

Umberto Donati, MD

www.ortopedicoabologna.it