Condropatia III-IV grado

Salve, sono un ragazzo di 18 anni e gioco a calcio come semi-professionista. Nei primi giorni di agosto dopo quasi due settimane di ritiro pre-campionato ho subito una botta al ginocchio, cadendoci sopra diciamo. Inizialmente ho pensato che, nei giorni successivi, il dolore fosse dato naturalmente dalla botta, ma non placandosi ho deciso di fare una risonanza magnetica, da cui si è evidenziato una lesione del menisco esterno. Non essendo la prima volta che affronto una lesione meniscale decido tranquillamente di farmi operare dal mio chirurgo di fiducia, che mi opera il 10 settembre 2012. In sala operatoria il chirurgo si accorge che ho la cartilagine parecchio usurata e decide, con mio consenso, di effettuare delle perforazioni alla Steadman. La diagnosi nel foglio di dimissioni è: lesione radiale del residuo del menisco esterno(corpo-corno posteriore) e condropatia grado III-IV del piatto tibiale laterale del ginocchio DX.
Terapia praticata: In artroscopia: regolarizzazione con shaver e RF del menisco esterno e perforazioni multiple alla Steadman dell'area di condropatia ginocchio DX. F.K.T.

Ora è passato un mese e 4 giorni dall'operazioni, ho tolto una stampella e tra pochi giorni toglierò anche l'altra, il ginocchio non è gonfio e va tutto bene, ma quello che mi chiedo io è: potrò tornare a giocare a calcio? se si, in quanto tempo? potrebbe darmi problemi in futuro? se si, di quale entità?
Vi ringrazio per l'attenzione e anticipatamente per la risposta
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Dr. Davide Caldo Ortopedico 25 2
Buongiorno. Nella sua situazione clinica a mio parere il suo chirurgo di fiducia ha già eseguito il gesto chirurgico più appropriato: le perforazioni sono in grado di richiamare fattori di crescita nella sede di lesione e favorire la formazione di un tessuto fibroso che vicaria temporaneamente la funzione della cartilagine; la lesione si era verosimilmente prodotta in concomitanza dell'evento traumatico che ha leso il menisco esterno. Putroppo la condropatia è una lesione irreversibile, che non può che progredire nel tempo, tuttavia l'impatto clinico (e quindi sulla sua vita sportiva e quotidiana) nel suo caso specifico è tutto da dimostrare. Ad esempio la dimensione della lesione (dato non disponibile) è un altro elemento fondamentale; lesioni piccole possono non dare sintomatologia importante e, se la danno, essere trattate con approrpiati mezzi in seguito.
Cordiali Saluti

Dott. Davide Caldo, MD, PhD
Specialista in Ortopedia
Chirurgia Endoscopica e Mini-Invasiva Vertebrale
www.davidecaldo.it

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dopo
Utente
Utente
Prima di tutto grazie mille per la risposta. Purtroppo non sono in grado di fornirvi la dimensione della lesione perchè non ne sono specificamente a conoscenza. Il chirurgo è dell'idea di vedere come sta procedendo con una risonanza a 3-4 mesi di distanza dalll'intervento, nel frattempo non potendo scendere in campo naturalmente. È una scelta adeguata o c'è anche possibilitá di vedere un po' prima se il procedimento della cartilagine sta andando a buon fine?
Grazie ancora