Sento il ginocchio bloccato quando, stando in piedi, cerco di distendere al massimo la gamba

Buonasera, ad aprile 2019 durante un allenamento di difesa personale nel rimettere a terra la gamba dx che stava calciando ho subito una torsione che mi ha causato un primo scrocchio al ginocchio dx, successivamente dopo 10 minuti ho provato a distendere la gamba ed ho sentito un altro scrocchio al ginocchio.
Quest'ultimo nel giro di poche ore si è notevolmente gonfiato ed irrigidito.
Dopo 2 giorni ho effettuato una rm che ha evidenziato
"Versamento endoarticolare, parziale lesione distrattiva di discreta entità del LCA al III medio superiore, sfumati focolai di edema reattivo della spongiosa ossea dell'emipiatto tibiale esterno sul versante posteriore, rotula in posizione alta e disposta in iperpressione esterna nell'ambito di una gola trocleare poco profonda".

A causa del lavoro non mi sono potuta operare subito perciò dopo aver fatto dei cicli di fisioterapia sono tornata alla normale attività, ma ho da subito notato che stando in piedi non riuscivo ad estendere completamente la gamba, sentendo come un blocco nella parte anteriore del ginocchio.
A gennaio 2020 mi sono operata al LCA e ad oggi sono passati poco più di 2 mesi dall'intervento, tuttavia appena ho ripreso a camminare senza l'ausilio del tutore mi sono accorta di non riuscire nuovamente a distendere completamente la gamba dx.
Secondo l'ortopedico e il fisioterapista questa mia condizione è dovuta al fatto di avere la rotula più alta del normale e di non avere un quadricipite tale da spingere la rotula fino in fondo, tuttavia sento che non è solo questo che mi impedisce di stendere completamente la gamba e quindi di camminare in modo normale.
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Dr. Daniele Tradati Ortopedico 596 164
Carissimo,
lei ha ben descritto la situazione clinica, e capisco la condizione visto che ero nella stessa condizione quando anch'io mi sono rotto il LCA.
Mi permetto di escludere che fosse presente una lesione meniscale, cosa che avrebbero certamente visto durante l'intervento.
A volte, dopo la lesione del LCA, la sua inserzione tibiale (che è nella porzione anteriore del piatto tibiale) si può cicatrizzare formando un tessuto fibroso esuberante che si interpone al femore nei massimi gradi di estensione, limitando la stessa.
Durante la ricostruzione del LCA il residuo tibiale può essere mantenuto dopo averlo un po' ridotto in volume, in modo da fornire un maggior apporto propriocettivo al neo legamento.
Possono esserci due spiegazioni al suo deficit di estensione:
- una insufficiente asportazione del pregresso residuo cicatriziale
- la formazione di nuovo tessuto cicatriziale nella regione dove esso era stato asportato in fase chirurgica (cyclope syndrome) (complicanza non molto frequente ma possibile, 1/2 anno nel nostro reparto)

Le indicazioni atte a rinforzare il quadricipite rimangono valide, affiancate da un'intenso protocollo di recupero della estensione (cuscino sotto il tallone, esercizi in decubito prono etc). Stretching dei flessori il più possibile.

Se il deficit dovesse permanere a distanza di mesi allora si potrebbe valutare un'artroscopia (dopo RMN) per asportare la formazione.

Regalami un minuto del tuo tempo come io ho fatto con te, valuta la qualità della riposta lasciando una recensione.Il modo migliore per dire grazie

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dopo
Utente
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La ringrazio per la risposta, le chiedo solo un'ultima cosa: poiché al momento il centro di fisioterapia è chiuso a causa del Covid-19, questo intenso protocollo di recupero dell'estensione è possibile farlo da sola a casa? E ancora: quali potrebbero essere gli esercizi da fare in decubito prono?
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Dr. Daniele Tradati Ortopedico 596 164
Li può fare anche a casa da solo, il fisioterapista l' aiuterebbe soltanto a forzare un pochino di più il ginocchio verso il basso, ma lei potrebbe ovviare alla cosa utilizzando dei pesi. Gli esercizi in decubito supino consistono nel mettersi a pancia in giù con le gambe fuori dal letto e un peso sulla caviglia al fine di sentire il ginocchio che va verso la massima estensione.
Purtroppo l'emergenza covid 19 influisce sulla vita di tutti noi, sia specialisti che pazienti.
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