Dubbi esistenziali, sensazione distacco realtà, pensieri intrusivi ed ossessivi

Buonasera,
da circa 3 anni e mezzo ormai mi trovo in una situazione alquanto destabilizzante.
Tutto è nato a inizi 2020 quando a causa di un forte attacco di panico (giorni dopo aver bevuto con dei miei amici), ho cominciato ad avere una sensazione di forte distacco della realtà che perdurava costantemente ogni giorno.
Dopo aver contattato il medico di base, ho iniziato una cura con Escitalopram, inizialmente 10 gocce al giorno.
Ho continuato la cura per circa 6 mesi ma avevo effetti collaterali quali aumento di pensieri ossessivi, aumento distacco realtà e sensazione di vivere in una bolla.
L'unica cosa che avevo del tutto eliminato erano gli attacchi di panico.
Non essendo stato seguito bene dal medico di base, compii una sciocchezza... sospendendo il farmaco bruscamente.
Dopo l'interruzione cominciano a riprendermi gli stessi sintomi con aggiunta aumento di pensieri ossessivi che prima del farmaco non avevo per nulla ma la sensazione di ovattamento e distacco si era molto calmata ed avevo ristabilito un contatto con la realtà.
Recandomi da un altro medico di base, mi ha consigliato di recarmi presso il CSM.
Lo psichiatra che mi ha visitato, mi ha prescritto 3 gocce di Rivotril tre volte al giorno.
Essendo venuto da poco da quella esperienza non molto positiva dall'Escitalopram e non avendo purtroppo l'appoggio delle persone accanto a me, non ho deciso di seguire la cura e dunque lo psichiatra mi ha indirizzato presso lo Psicoteraeputa dello stesso ente.
Gli incontri sono durati per circa 4/5 mesi e dopodiché sono stati sospesi.
Da circa il 2021 fino ad oggi non ho più avuto modo di prendermi cura della mia salute mentale, ho tralasciato il mio benessere poiché notavo un leggero miglioramento rispetto ai sintomi che avevo anni prima.
Quest'estate, dopo uno spiacevole evento personale e dopo aver bevuto solamente un cocktail, ho riprovato nuovamente quelle sensazioni di distacco più un aumento incontrollato di pensieri ossessivi intrusivi.
Ad oggi mi sono però attivato prontamente.
Sto seguendo una psicoterapia di tipo cognitivo comportamentale e mi sono recato presso il mio medico di base che mi ha prescritto dell'Alprazolam 7 gocce al dì, due volte al giorno più 75 mg di Venlafexina.
Parlando con il mio psicoterapeuta però, mi ha consigliato di interfacciarmi ad un parere di un medico psichiatra e non un medico di base.
Per adesso però mi ha detto che la possibilità di recarmi c'è da subito ma non ne vede l'urgenza in quanto complessivamente da un punto di vista generale, nonostante diversi sintomi, non ne vede una seria emergenza.
Nonostante ciò, parlando con il mio psicoterapeuta e con il medico di base, ho avuto modo di capire che la diagnosi è di disturbo dell'adattamento.
A volte ho delle sensazioni di calo dell'umore ma come ha detto il mio medico di base, è subentrata poiché vivo ormai da anni in una condizione di ansia acuta e delle volte non "metabolizzo" nemmeno tutto quello che mi è successo.
Cosa ne pensate?
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Disturbo dell'adattamento, ma adattamento a cosa ? Non menziona nessun evento mi pare.

Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Attivo dal 2023 al 2024
Ex utente
Salve,
non ho "chiarito" perché avevo finito i caratteri a disposizione.
Se vuole l'elenco di quello che mi è successo in questi anni ecco qui:
1) Trasferimento in una nuova città
2) Inizio università con conseguente andamento negativo nei primi 2 anni e mezzo
3) Rapporto con mio papà pessimo
2) Tumore da parte di un genitore
3) Morte di un nonno
4) Perdita amicizie nel vecchio luogo di nascita/crescita
e per ultimo
5) Tradimento da parte della propria fidanzata e rottura relazione dopo 4 anni e mezzo
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Questi sono un insieme di eventi e altre condizioni di partenza, non un singolo evento. Se sono avvenuti tutti nello stesso ristretto periodo di tempo hanno un ruolo, ma non nel determinare una specifica diagnosi.
La terapia di adesso è sottodosata. L'escitalopram era a dose normale, ma evidentemente non ha funzionato.

Dr.Matteo Pacini
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[#4]
dopo
Attivo dal 2023 al 2024
Ex utente
Il medico di base mi ha parlato di "depressione reattiva" mentre lo psicoterapeuta mi ha detto che il termine più corretto è "disturbo dell'adattamento" causato da una serie di eventi che si sono verificati in questi anni più una scorretta gestione della cura che non ha fatto altro che riportarmi ad avere certi sintomi. Finora lo psicoterapeuta non mi ha parlato direttamente di una diagnosi, ha tenuto solo a precisare che il linguaggio utilizzato dalla dottoressa fosse scorretto e mi ha invitato ad un consulto presso un medico psichiatra, evitando la cura effettuata dal medico di base, per poter avere una migliore lettura da uno specialista. Al momento mi ha detto che non lo trova necessario, considerando la lettura del mio quadro sintomatologico. Mi ha invitato a poterne riparlare tra qualche mese per poter constatare insieme se ci fossero dei miglioramenti in termini di sintomi ed in caso contrario avere un parere di un medico psichiatra. Principalmente quello che mi ha potuto dire e da come ho potuto avere modo di parlarne con lui (mi scuso se utilizzo termini inappropriati) ho una forte tendenza ossessiva, soprattutto legata a questo controllo della realtà e questa sensazione di distacco dai miei pensieri e dal mondo esterno. Provo spesso pensieri intrusivi/ossessivi ed ho una sensazione di appiattimento dell'umore/mancanza piacere, con conseguente paura di avere attacchi di panico quando esco. Come ho avuto modo di capire, a parere suo, durante questi anni, a causa di una cattiva cura e a causa del fatto che per anni non ho ricevuto cure, si è instaurato in me questo stato mentale che causa ancora la presenza di questi sintomi. Tolto ciò, la mia domanda è questa. Secondo lei è il caso di recarmi immediatamente da uno psichiatra considerando questo quadro sintomatologico? E' possibile che la sospensione non graduale dall'Escitalopram mi abbia causato qualche squilibrio che debba essere regolarizzato solo con l'utilizzo di farmaci?
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Riassumendo quindi. Ha un medico che le dà delle cure, due. La prima non ha funzionato, la seconda non sappiamo (e non è comunque a dose efficace). La psicoterapeuta (ma è un medico ?) indica di non seguire le cure, formulando una diagnosi (perché tale è) che di fatto non è diversa da quella del medico per come la ha "motivata", ma semplicemente "disturbo dell'adattamento" non significa un disturbo causato da eventi esterni. Quella se mai è "depressione reattiva", dove però per "causato" si intende che coincide con la sollecitazione da parte di eventi esterni.

Tutto il discorso sulla sospensione brusca dell'escitalopram è un'idea che probabilmente è diventata un'ossessione. La questione è irrilevante, e non sussiste rispetto al problema che aveva e che ha.

Quindi secondo (qui non si capisce bene) il medico (?) deve aspettare a andare da uno psichiatra, cioè aspettare per vedere se funziona la venlafaxina ? A questa dose però mediamente non funziona. Io chiederei un parere anche ora.

Dr.Matteo Pacini
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[#6]
dopo
Attivo dal 2023 al 2024
Ex utente
Il medico che mi prescrisse l'escitalopram è andato in pensione. L'escitalopram lo assunsi fino ad agosto 2020 con successiva sospensione brusca. A settembre dello stesso anno mi sono recato (sotto consiglio del sostituto medico di base9) presso il CSM della città in cui vivo (causa aumento pensieri intrusivi). La cura da me effettuata è stata per nulla seguita dal medico precedente, causandomi confusione nel trattamento e a quali posologie avrei dovuto assumere il farmaco stesso. La psichiatra che mi visitò mi prescrisse Rivotril ma a causa del mio rifiuto nell'assunzione, decise di farmi intraprendere un percorso psicoterapeutico presso lo stesso centro. Le sedute sono durate pochi mesi. A fine 2021, non ho seguito più nessuna cura fino ad ottobre 2023. Sotto consiglio del mio medico di base, ho cominciato una psicoterapia di tipo cognitivo comportamentale. La diagnosi del mio medico di base è: depressione reattiva. Il mio psicoterapeuta invece mi ha consigliato di fare riferimento ad uno specialista psichiatra per una valutazione più approfondita. Nell'arco di 3 anni, sono successi tanti eventi che mi hanno particolarmente destabilizzato. I non aver effettuato una cura solida e continuativa (a parere del medico) ha causato in me l'insorgere di uno stato depressivo causato da una presenza primaria di un disturbo d'ansia con attacchi di panico. Il mio medico di base, mi ha invitato ad aspettare di assumere farmaci e di cercare di avere effetto con la psicoterapia ma la mia paura è che non basti e che io abbia bisogno di un supporto in più. Tolta questa considerazione (fatta dal medico), quello che mi ha consigliato di assumere è Xanax 7 gocce per due volte al giorno ed una compressa di venlafaxina da 75 mg. Quello su cui vorrei avere premura è quello di essere consapevole che effettivamente questa sia la cura più adatta a me considerando la cronicizzazione dei sintomi e il perdurare di quest'ultimi. La cosa che mi è rimasta tuttavia, è questo stato di impotenza dinanzi a questi anni che mi sono passati davanti senza averli "materializzati", senza aver avuto consapevolezza, come se non avessi registrato il corso degli eventi verificatosi. E' opportuno avere un parere psichiatrico considerando questo quadro sintomatologico oppure devo attenermi al parere del mio medico di base?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Il problema è che non legge le risposte. Ripete pari pari la questione inesistente dell'escitalopram, la parola chiave è "brusco" e non ci rinuncia.
Sulla terapia attuale le ho dato una risposta, e ripete una domanda che non ne tiene minimamente conto, se sia la terapia adatta...

Dr.Matteo Pacini
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