Gad e docp
Buongiorno Dottori,
Ho 30 anni e una storia di disturbi d’ansia, sempre trattati efficacemente con daparox.
L’episodio attuale è iniziato gradualmente dopo un tentativo di scalaggio da 20 a 10mg e successivi forti stress.
La mia psichiatra ritiene che la diagnosi categoriale sia di GAD, quella dimensionale è il DOCP (per il quale ho appena iniziato una terapia cognitivo comportamentale), che in presenza del disturbo esacerba i suoi tratti.
Da tre settimane sono tornato al mio solito dosaggio terapeutico (30mg) di daparox e ho avvertito un miglioramento sui picchi d’ansia e sui sintomi somatici, ma persistono rimugino ossessivo sulla guarigione focalizzato sulla paura di non stare meglio, ipervigilanza e talvolta conseguente sconforto e demoralizzazione.
Sono un po’ confuso, il daparox lavora sulla fase acuta del disturbo e la psicoterapia sui tratti di personalità sottostanti?
Qual è la prognosi?
Chiedo scusa per il tempo che vi rubo, ma come potete immaginare, l’attesa e l’incertezza non sono il mio forte in questo momento e ho appena iniziato a lavorarci attivamente.
Cordiali Saluti.
Ho 30 anni e una storia di disturbi d’ansia, sempre trattati efficacemente con daparox.
L’episodio attuale è iniziato gradualmente dopo un tentativo di scalaggio da 20 a 10mg e successivi forti stress.
La mia psichiatra ritiene che la diagnosi categoriale sia di GAD, quella dimensionale è il DOCP (per il quale ho appena iniziato una terapia cognitivo comportamentale), che in presenza del disturbo esacerba i suoi tratti.
Da tre settimane sono tornato al mio solito dosaggio terapeutico (30mg) di daparox e ho avvertito un miglioramento sui picchi d’ansia e sui sintomi somatici, ma persistono rimugino ossessivo sulla guarigione focalizzato sulla paura di non stare meglio, ipervigilanza e talvolta conseguente sconforto e demoralizzazione.
Sono un po’ confuso, il daparox lavora sulla fase acuta del disturbo e la psicoterapia sui tratti di personalità sottostanti?
Qual è la prognosi?
Chiedo scusa per il tempo che vi rubo, ma come potete immaginare, l’attesa e l’incertezza non sono il mio forte in questo momento e ho appena iniziato a lavorarci attivamente.
Cordiali Saluti.
La terapia farmacologica é curativa dal punto di vista della sintomatologia e delle possibili ricadute.
Essa deve essere tenuta a dosaggi terapeutici per il disturbo diagnosticato.
Presumibilmente anche il dosaggio precedente non era totalmente risolutivo per il disturbo attuale.
La diagnosi dovrebbe comunque essere più precisa e circostanziata, invece di essere in questo modo.
Non é detto che la psicoterapia possa avere efficacia sul suo disturbo, sebbene le sia stata presentata come soluzione alternativa (?)
Essa deve essere tenuta a dosaggi terapeutici per il disturbo diagnosticato.
Presumibilmente anche il dosaggio precedente non era totalmente risolutivo per il disturbo attuale.
La diagnosi dovrebbe comunque essere più precisa e circostanziata, invece di essere in questo modo.
Non é detto che la psicoterapia possa avere efficacia sul suo disturbo, sebbene le sia stata presentata come soluzione alternativa (?)
https://wa.me/390698234174
https://t.me/FSRuggiero_psichiatra
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Utente
Grazie per la celere risposta, mi perdoni in che senso la diagnosi dev’essere più precisa e circostanziata?
Viene categorizzata in modo differente, è più utile una diagnosi precisa ma chiara
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Gentile utente, mi sembra di aver capito quello che vuole dire, che poi sarebbe quello che le avrebbe detto la sua psichiatra: lei è affetto da DOCP e DAG e quando si acutizza il DAG gli aspetti OC di personalità divengono più marcati e pervasivi.
Se il suo problema è sempre stato trattato efficacemente con paroxetina, peraltro a dosaggi non elevati, non ha motivo di preoccuparsi della prognosi, anche se queste preoccupazioni rappresentano in realtà un sintomo del disturbo stesso. Assuma correttamente la terapia come le è stato indicato e pazienti il tempo che il farmaco lavori sulla sua diagnosi.
Se il suo problema è sempre stato trattato efficacemente con paroxetina, peraltro a dosaggi non elevati, non ha motivo di preoccuparsi della prognosi, anche se queste preoccupazioni rappresentano in realtà un sintomo del disturbo stesso. Assuma correttamente la terapia come le è stato indicato e pazienti il tempo che il farmaco lavori sulla sua diagnosi.
Dr Accursio Raia, Medico Specialista in Psichiatria (Università degli Studi di Pisa). | https://sites.google.com/view/dott-raia-psichiatra/home-page?
Utente
Ringrazio il Dott. Ruggiero, del quale comprendo e apprezzo il tono perentorio per evitare di alimentare domande ossessive che, purtroppo, residuano nella mia testa.
Ringrazio anche il Dott. Raia per la gentilezza e l’umanità mostrata nell’accogliere i miei dubbi.
Proseguirò la terapia con rinnovata fiducia, con la sola richiesta di lasciare aperto il consulto per eventuali aggiornamenti, se necessari.
Ringrazio anche il Dott. Raia per la gentilezza e l’umanità mostrata nell’accogliere i miei dubbi.
Proseguirò la terapia con rinnovata fiducia, con la sola richiesta di lasciare aperto il consulto per eventuali aggiornamenti, se necessari.
Utente
Gentili Dottori,
vi aggiorno, in continuità con quanto scritto finora:
30 mg di daparox hanno iniziato a mostrare un effetto netto a partire dalla quarta settimana, con progressivo ritorno alla normalità.
Ho quindi effettuato il passaggio dalla formulazione xanax RP a quella RI nell’arco di due settimane, senza ridurre la dose. Poi mi sono stabilizzato sulla formulazione in gocce, da cui ho iniziato a scalare: sono passato da 40 a 33, riducendo di una goccia al giorno.
Durante lo scalaggio ho avvertito un lieve ritorno dei sintomi, con modesta riattivazione di vecchi schemi di controllo e rimuginio.
Ho deciso di sospendere lo scalaggio fino alla prossima visita di controllo, prevista tra qualche giorno.
Per vostra esperienza, i sintomi descritti sono attribuibili alla velocità dello scalaggio dello xanax o a un dosaggio di daparox non pienamente terapeutico?
vi aggiorno, in continuità con quanto scritto finora:
30 mg di daparox hanno iniziato a mostrare un effetto netto a partire dalla quarta settimana, con progressivo ritorno alla normalità.
Ho quindi effettuato il passaggio dalla formulazione xanax RP a quella RI nell’arco di due settimane, senza ridurre la dose. Poi mi sono stabilizzato sulla formulazione in gocce, da cui ho iniziato a scalare: sono passato da 40 a 33, riducendo di una goccia al giorno.
Durante lo scalaggio ho avvertito un lieve ritorno dei sintomi, con modesta riattivazione di vecchi schemi di controllo e rimuginio.
Ho deciso di sospendere lo scalaggio fino alla prossima visita di controllo, prevista tra qualche giorno.
Per vostra esperienza, i sintomi descritti sono attribuibili alla velocità dello scalaggio dello xanax o a un dosaggio di daparox non pienamente terapeutico?
Non sembra una riduzione di farmaco particolarmente problematica.
Si poteva tranquillamente agire con la formulazione a rilascio prolungato
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Utente
Da ciò che ho capito, la mia psichiatra ha scelto la formulazione in gocce per procedere con una riduzione più graduale, dato che le compresse a rilascio prolungato partono da 0,5 mg e non sono frazionabili.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 617 visite dal 31/03/2025.
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