Gad e docp

Buongiorno Dottori,

Ho 30 anni e una storia di disturbi d’ansia, sempre trattati efficacemente con daparox.


L’episodio attuale è iniziato gradualmente dopo un tentativo di scalaggio da 20 a 10mg e successivi forti stress.
La mia psichiatra ritiene che la diagnosi categoriale sia di GAD, quella dimensionale è il DOCP (per il quale ho appena iniziato una terapia cognitivo comportamentale), che in presenza del disturbo esacerba i suoi tratti.


Da tre settimane sono tornato al mio solito dosaggio terapeutico (30mg) di daparox e ho avvertito un miglioramento sui picchi d’ansia e sui sintomi somatici, ma persistono rimugino ossessivo sulla guarigione focalizzato sulla paura di non stare meglio, ipervigilanza e talvolta conseguente sconforto e demoralizzazione.


Sono un po’ confuso, il daparox lavora sulla fase acuta del disturbo e la psicoterapia sui tratti di personalità sottostanti?
Qual è la prognosi?


Chiedo scusa per il tempo che vi rubo, ma come potete immaginare, l’attesa e l’incertezza non sono il mio forte in questo momento e ho appena iniziato a lavorarci attivamente.


Cordiali Saluti.
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
La terapia farmacologica é curativa dal punto di vista della sintomatologia e delle possibili ricadute.

Essa deve essere tenuta a dosaggi terapeutici per il disturbo diagnosticato.

Presumibilmente anche il dosaggio precedente non era totalmente risolutivo per il disturbo attuale.

La diagnosi dovrebbe comunque essere più precisa e circostanziata, invece di essere in questo modo.

Non é detto che la psicoterapia possa avere efficacia sul suo disturbo, sebbene le sia stata presentata come soluzione alternativa (?)

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Grazie per la celere risposta, mi perdoni in che senso la diagnosi dev’essere più precisa e circostanziata?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
Viene categorizzata in modo differente, è più utile una diagnosi precisa ma chiara

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Dr. Accursio Raia Psichiatra 149 4
Gentile utente, mi sembra di aver capito quello che vuole dire, che poi sarebbe quello che le avrebbe detto la sua psichiatra: lei è affetto da DOCP e DAG e quando si acutizza il DAG gli aspetti OC di personalità divengono più marcati e pervasivi.

Se il suo problema è sempre stato trattato efficacemente con paroxetina, peraltro a dosaggi non elevati, non ha motivo di preoccuparsi della prognosi, anche se queste preoccupazioni rappresentano in realtà un sintomo del disturbo stesso. Assuma correttamente la terapia come le è stato indicato e pazienti il tempo che il farmaco lavori sulla sua diagnosi.

Dr Accursio Raia, Medico Specialista in Psichiatria (Università degli Studi di Pisa). | https://sites.google.com/view/dott-raia-psichiatra/home-page?

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Ringrazio il Dott. Ruggiero, del quale comprendo e apprezzo il tono perentorio per evitare di alimentare domande ossessive che, purtroppo, residuano nella mia testa.

Ringrazio anche il Dott. Raia per la gentilezza e l’umanità mostrata nell’accogliere i miei dubbi.

Proseguirò la terapia con rinnovata fiducia, con la sola richiesta di lasciare aperto il consulto per eventuali aggiornamenti, se necessari.
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Gentili Dottori,
vi aggiorno, in continuità con quanto scritto finora:

30 mg di daparox hanno iniziato a mostrare un effetto netto a partire dalla quarta settimana, con progressivo ritorno alla normalità.

Ho quindi effettuato il passaggio dalla formulazione xanax RP a quella RI nell’arco di due settimane, senza ridurre la dose. Poi mi sono stabilizzato sulla formulazione in gocce, da cui ho iniziato a scalare: sono passato da 40 a 33, riducendo di una goccia al giorno.

Durante lo scalaggio ho avvertito un lieve ritorno dei sintomi, con modesta riattivazione di vecchi schemi di controllo e rimuginio.

Ho deciso di sospendere lo scalaggio fino alla prossima visita di controllo, prevista tra qualche giorno.

Per vostra esperienza, i sintomi descritti sono attribuibili alla velocità dello scalaggio dello xanax o a un dosaggio di daparox non pienamente terapeutico?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
Non sembra una riduzione di farmaco particolarmente problematica.

Si poteva tranquillamente agire con la formulazione a rilascio prolungato

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Da ciò che ho capito, la mia psichiatra ha scelto la formulazione in gocce per procedere con una riduzione più graduale, dato che le compresse a rilascio prolungato partono da 0,5 mg e non sono frazionabili.
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