Doc e psicoterapia cognitivo-comportamentale

Salve, ho una diagnosi di disturbo bipolare nas per cui mi sono stati prescritti clopixol, fluvoxamina e resilient.
A lavoro ho mostrato problemi di comunicazione con i colleghi.
Mi concentravo solo sul lavoro snobbandoli, questo perché io mettevo in atto questa strategia, quella di lavorare rigidamente per non distrarmi.

In passato mi è capitato di inventare storie d'amore e di cercare ragazzi su facebook attraverso un profilo falso.
Ho chiesto una pensione di invalidità ma a visita non mi sono recato perché io voglio risolvere il problema.
Ho avuto sia relazioni con uomini che una sorta di relazione con una ragazza.

Ho accettato soldi in cambio di sesso da un uomo e ho anche pagato per sesso.

A quanto pare si potrebbe trattare di un disturbo ossessivo-compulsivo per cui io tenderei ad adottare delle strategie attraverso dei meccanismi mentali per evitare la "fine".
Paradossalmente questo porta proprio ad un arresto della mia funzionalità, a parte il fatto che ci sono alcuni caratteri psicobiologici e neurobiologici che mi hanno spinto a trovare delle alternative alla realtà inventandomi un po' un mio mondo.

Secondo voi in una certa personalità che ha costruito negli anni una serie di presupposti per questo tipo di quadro, oltre alla componente genetica, psicobiologica, una psicoterapia cognitivo-comportamentale può risolvere il problema?
Posso ristrutturarmi?
In che termini?
Purtroppo la mia sessualità è un po' ambigua e questo non contribuisce molto a permettermi di definire quello che vorrei, né riesco a capire quanto sia possibile.
Quando io vi chiedo se possa ristrutturarmi non riesco a capire cosa intenda: riuscire a lavorare e basta (magari relazionandomi con gli altri, ma non avendo una relazione sentimentale, e questo per il meccanismo del doc)
Ad esempio un primo problema è nato quando io ho raccontato di una storia d'amore che avevo inventato.
Si è diffusa.
Una sera il ragazzo cui riguardava la storia mi ha visto con sulle gambe una ragazza e ha pestato il bicchiere dopo aver bevuto un po' di prosecco.
Io chiaramente non ho capito le proporzioni di quello che ho fatto e gli effetti che poteva avere, così come non capivo gli effetti che poteva avere inventare una storia d'amore, cercare ragazzi tramite un profilo falso su facebook in termini di costruzione della personalità.
Non ho capito le proporzioni di una richiesta di pensione invalidità.
Non capisco le proporzioni di una certa comportamentalità.
Sono probabilmente molto ingenuo.
Io sono preoccupato per i miei cari.
, oltre che per me.

Mia madre si è suicidata ed è rimasta invalida.
Mio padre è morto di cancro.

Dall'esterno mi sembra un quadro un po' problematico.
Io non capisco il perché io abbia costruito questi presupposti.
Non ho capito nemmeno il senso di questi meccanismi che mi sembrano paradossali e insensati.
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Gentile utente,

L'ossessività con quei comportamenti non mi pare c'entri. Il porsi molte domande c'entra, non quello che fa. Quello che fa è improntato alla ricerca di una sua soddisfazione, e anche quando ne riscontra i danni collaterali, la reazione comprende un certo compiacimento nell'illustrarli. E' significativo che ad esempio si ponga il problema di danno in termini di danno a sé (costruzione della personalità) e non di danno altri in primis. Anche nel proporre se stesso come "ingenuo" c'è la ricerca di una categora comunque da scusare o giustificare, di fronte a comportamenti che sono consapevoli e mirati, se mai non hanno una precisa strategia, per cui poi si trova a gestire dei guai che ne conseguono e che non aveva calcolato (ma neanche escluso).
La ricerca della finzione può avere a che fare con una personalità in cui si vuole imporre agli altri una nostra versione fittizia, per poterli controllare e poter controllare anche "noi" come costruzione. Il tutto però va nella direzione di una ricerca di approvazione, stupore, ammirazione, o compassione, che è uguale.

SUlla pensione di invalidità, non capisco che c'entri il chiederla con il fatto che si rinunci a trovare una soluzione.

Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Il pensiero del danno agli altri c'è, tant'è che rifletto su quanto inopportuno sia stato coinvolgere un ragazzo in una storia inventata. Il pensiero per la mia famiglia è costante (aborro l'idea di farla preoccupare. Il fatto che io sia coinvolto in un percorso psichiatrico è già una preoccupazione. Oltre alla mia famiglia ci sono di mezzo anche io. Non vorrei assolutamente farla disperare, tant'è che ho subito abbandonato "cattive strade", né gli porto problemi (anche se questo è di fatto un problema. Essere coinvolto in un percorso psichiatrico non lo è?), però ho l'impressione che la strada sia molto lunga.
Quanto parlo di pentimento per la richiesta di pensione di invalidità mi riferisco al fatto che io non abbia sfruttato al meglio gli strumenti psicologici che mi sono stati dati durante una psicoterapia, fallita la quale mi è stato consigliato uno psichiatra.
Non c'è compiacimento nell'illustrare i danni di questi "guai" perché io percepisco che sono trappole insensate. C'è preoccupazione e riflessione sulla loro insensatezza. E le assicuro che quando parlo di ingenuità mi riferisco ad una sorta di incapacità di valutare gli effetti di alcune scelte in termini di ragionevolezza e senso di realtà perché so guardare con occhio esterno. Ho chiesto scusa all'uomo da cui ho accettato dei soldi in cambio di sesso. Mi sono allontanato subito perché non voglio avere nulla a che fare con cose del genere. Non riflettono le mie qualità umane.
Forse l'ossessività non c'entra con i comportamenti sopracitati ma c'entra con il "chiudersi" a lavorare senza distrarsi come meccanismo mentale per evitare la "fine", che si è dimostrato già fallimentare? Oppure cercare qualsiasi altro mezzo per evitarla, ad esempio proprio il reddito di una pensione di invalidità, come qualsiasi altro reddito, che significherebbe che questo meccanismo mentale è arrivato al culmine, che è un grosso dispiacere per me, perché significherebbe avere un deficit, che non ho saputo utilizzare degli strumenti psicologici che possono essere dati e usati al meglio, né che io abbia delle qualità di uomo che supera i propri limiti. Io capisco che ci sia una predisposizione psicobiologica e neurobiologica, che ci siano dei fattori ambientali, il bullismo per esempio, famigliari, genetici, ma Il problema è che io in una mia ripresa sento solo il lavoro come componente che ne esprimerebbe la sua realizzazione, che è ossessivo, non gli altri aspetti, quelli di relazione e quelli più vicine alle qualità umane: valori, empatia, apertura agli altri, termine di comportamenti ambigui, il ché non contribuisce a un miglioramento. Vorrei ragionare in termini di prospettiva di cambiamento a lungo termine. Capisco che la ricerca di alcune certezze sia tipico del meccanismo mentale.
Vorrei capire se il meccanismo di prevenzione della fine è un meccanismo mentale sradicabile. Io per la via d'uscita che non vedo ieri notte sono stato malissimo (avevo dei dolori alla testa fortissimi, a tratti mi mancava l'aria).
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Io capisco che ci sia una predisposizione psicobiologica e neurobiologica, che ci siano dei fattori ambientali, il bullismo per esempio, famigliari, genetici, ma Il problema è che io in una mia ripresa sento solo il lavoro come componente che ne esprimerebbe la sua realizzazione, che è ossessivo, non gli altri aspetti, quelli di relazione e quelli più vicine alle qualità umane: valori, empatia, apertura agli altri, termine di comportamenti ambigui, il ché non contribuisce a un miglioramento.

In questo discorso non c'è collegamento, mi scusi. Volevo dire che ci sono queste predisposizioni ma io sento di poter risolvere questo problema. Non capisco solo se una psicoterapia cognitivo-comportamentale sia sufficiente oppure se debba aggiungere dei farmaci per un periodo, per quanto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Ma questa mi pare la solita dispersione del problema in mille fattori. Alla fine tutto, niente...
Qui il punto è che per mettere in piedi certi comportamenti servono alcune funzioni, che non hanno a che fare con l'ossessività, se mai con l'altra parte della sua diagnosi

Dr.Matteo Pacini
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Dotto', io non riesco a trovare soluzoni a quello che faccio. A partire da quello che ho fatto effettivamente e che le ho raccontato, una chiusura negli anni che mi ha portato a crearmi un mio mondo, fino alla richiesta di pensione di invalidità. Significa che un certo processo di disturbo mentale ha avuto effetto. E' una vita che non si risolve. Ho mostrato delle fragilità che mi fanno preoccupare. Non sarebbe meglio che io pensi ad un percorso in una casa famiglia a tempo indeterminato dove possa essere protetto? E' inutile che penso a cose impossibili, come cambiare radicalmente (bisognerebbe nascere da capo e con delle caratteristiche personologiche, psicobiologiche e neurobiologiche diverse). Io non posso agire una comportamentalità del genere.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Le sue aspettative bisogna vedere cosa riguardano, sembra che cerchi una specie di contesto che le risolva i problemi. E ragiona in maniera ossessiva, tipo "cambiare radicalmente", e perché invece cambiare "non radicalmente" ? Non esistono solo le opzioni estreme.
Rischia di spingersi verso un'idea astratta in cui qualcuno la gestisce, per poi in realtà finire per indicare nel dettaglio a questo qualcuno come gestirla. Cosa siano queste strutture e cosa realisticamente si possa risolvere soggiornandoci, deve chiarirlo prima.

Dr.Matteo Pacini
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Non sto ripetendo più i comportamenti di un tempo (c'è stata un po' di promiscuità sessuale in passato ma ora non più. Non ho ceduto al sesso in cambio di soldi. Sono con la mia famiglia e sto bene. Parlo con loro, sto con loro). L'obiettivo è non arrivare ad un'invalidità né ad una casa famiglia, chiaro. Per fare questo c'è bisogno di non prospettarsi queste due cose.
Sto cercando lavoro e sto preparando un concorso. Io voglio recuperare la situazione.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
" Per fare questo c'è bisogno di non prospettarsi queste due cose."

No, semplicemente non si pone il problema se non è il suo scopo, quindi non capisco perché c'è bisogno di non prospettarsele. Si poine il problema dei problemi che non si vuole porre, è una cosa direi ossessiva.
"Sto cercando lavoro e sto preparando un concorso. Io voglio recuperare la situazione."
E quindi dove sta il problema ?

Dr.Matteo Pacini
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Si pone il problema dei problemi che non si vuole porre, è una cosa direi ossessiva.

Non è un po' ossessivo anche porsi problemi? Infatti ci sono dei tratti anancastici con conseguente depressione (non ho capito quindi se è disturbo bipolare o depressione anancastica). Sta notando una certa componente ossessiva anche lei. Il problema è che io sono bisessuale o omosessuale con un'identità di genere un po' oscillante e questo credo sia un aspetto rilevante rispetto a un problema psicologico o psichiatrico in termini di adattamento al proprio contesto. In ogni caso posso provarci a curarmi e ad avere una relazione con una ragazza o con un ragazzo, certo con molta flessibilità. A me dotto', non tanto sta andando giù la mia situazione, devo essere onesto. Lei deve sapere che io ho fatto di tutto per lavorare, avere una ragazza per poter formare una famiglia. Vedere che è mancato un requisito, come dire una sorta di capacità, di modo di stare al mondo è un dolore. Anche quando non ci sono riuscito ho cercato di armonizzarmi come omosessuale nel contesto in cui lavoravo, a volte con ottimi risultati. Non era la condizione ideale ma quanto meno stavo comunque bene. Comunque ad una depressione anancastica ci si può lavorare con una psicoterapia cognitivo-comportamentale ed eventualmente l'aggiunta di farmaci.
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Ma praticamente è un disturbo bipolare in comorbidità con doc?
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Non l'ho capito. Nel caso di disturbo bipolare devo prendere la terapia che mi ha prescritto il primo psichiatra, nel caso di tratti anancastici fare una psicoterapia cognitivo-comportamentale e nel caso aggiungere dei farmaci lasciando valutare allo psichiatra psicoterapeuta.
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Comunque sto seguendo la cura di fluvoxamina, non resilient, clopixol e fluvoxamina, quindi quella per una sorta di doc, non disturbo bipolare. Per la patente cosa dovrei fare?
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Va bene presentare la diagnosi di disforia di genere con tratti anancastici al medico di base?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
L'ha scritto Lei che ha una diagnosi di disturbo bipolare e prende i farmaci suddetti compreso il resilient.

Che vuol dire "va bene presentare....": non ho capito chi deve presentarla, Lei nell'autocertificazione ? Il medico di base ma in base a quale certificazione specialistica ?
Ha scritto prima doc e disturbo bipolare, ora disforia di genere con tratti anancastici, quindi un'altra cosa, e da dove viene questa ?

Dr.Matteo Pacini
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Dotto', ma resilient, fluvoxamina e clopixol è una terapia per disturbo bipolare in comorbilità con doc o solo per disturbo bipolare?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Sembra proprio una terapia per disturbo bipolare in comorbidità con doc.

Dr.Matteo Pacini
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Dotto', una cosa è una cura per disturbo bipolare, un'altra per doc, un'altra per disturbo bipolare in comorbidità con doc. I farmaci sono diversi e i vari trattamenti anche. Per un disturbo dell'umore si prende clopixol, fluvoxamina e resilient, per dei tratti anancastici gli ssri oppure i TCA e si fa la psicoterapia cognitivo-comportamentale.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
E per il suo disturbo si prende una cura che può essere esattamente la sua per esempio.

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Dotto', la fluvoxamina mi è stata data per la componente depressiva del disturbo dell'umore, non per la componente ossessiva. Almeno questo mi è sembrato dalle parole dello psichiatra.
D'altronde la diagnosi è di disturbo bipolare NAS.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
"non per la componente ossessiva. ": e non esiste la componente depresiva dell'umore nel disturbo bipolare, mentre invece la componente ossessiva associata si. Il disturbo bipolare non è : mania + depressione. A me parrebbe più logico che gliel'abbia scelta proprio per il doc in una persona con disturbo bipolare.
Ma tutto questo ragionamento che stiamo facendo del resto mi pare poco più che un'ossessione, cioè: a che serve ? Stiamo dicendo cose ovvie su quello che già è.

Dr.Matteo Pacini
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Dovrei prendermi il mio destino, invece?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Non ha mica letto la risposta....

Secondo Lei il destino dipende quindi dagli altri che devono interessarsi di Lei proponendole soluzioni, non esiste altra prospettiva, questo deduco.
Le ho scritt "perché cambiare "non radicalmente" ? - e Lei ha risposto "dovrei prendermi il mio destino invece ?", ovvero una risposta da cui sembra che abbia scritto il contrario di quel che ho scritto....

Dr.Matteo Pacini
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