Crisi d'identità e tanto, tanto altro (31 anni)
Buongiorno,
scrivo in forma anonima per chiedere un parere clinico rispetto a un insieme di sintomi e vissuti che mi accompagnano da circa 13 anni, senza mai essersi realmente risolti.
Ho 31 anni e i miei primi segnali di malessere sono comparsi dopo il liceo, con il passaggio alla vita adulta, perdendomi completamente.
Da allora ho attraversato periodi molto critici, consultato molti terapeuti e psichiatra, fatto una terapia psicoterapeutica e psichiatrica di 4 anni e trattata con antidepressivi blandi (mai oltre i 75mg) dall'età di 25 anni, ma mai con reali benefici né con una diagnosi approfondita e condivisa.
I sintomi principali includono:
-ansia generalizzata, angoscia costante, difficoltà a proiettarmi nel futuro con lucidità e fiducia; Non so mai cosa voglio e vivo tutto ciò in maniera invalidante
-personalità organizzata in senso ossessivo e molta fragilità
-vissuti di depressione profonda, apatia, forte blocco decisionale, tendenza a ritirarmi dal mondo e autoisolarmi per lunghi periodi con ideazioni suicidarie;
-loop cronici di pensiero: mi dico sempre le stesse identiche cose da 13 anni (sei una fallita, mi disgusti, non hai concluso niente) ;
-complesso di inferiorità radicato, soprattutto in confronto a mia sorella (di successo, molto realizzata),
-senso costante di fallimento, vergogna, mancanza di identità personale e professionale, autosvalutazione, pensieri autodistruttivi e sensazione di essere anormale o senza speranza;
-incapacità di scegliere o mantenere una direzione: ho concluso gli studi in 5 anni anziché 3, ho fatto scelte universitarie confuse, ho lavorato in ambito amministrativo nonostante non fosse nelle mie corde (con episodi di mobbing e, nell’ultimo caso, un licenziamento);
-relazioni instabili, difficoltà nel mantenere legami professionali e personali stabili, vissuti alterni di dipendenza e ritiro emotivo;
uso disfunzionale della recitazione come rifugio e ossessione: corsi costosi, molte aspettative, ma anche comportamenti distruttivi e mancanza di continuità nonostante la bravura;
-mi riconosco in molti aspetti legati a un disturbo borderline, anche se mi è stata fatta solo l’ipotesi di depressione o distimia;
-infine, sento di rotolarmi da anni nell’autocommiserazione, con un’enorme difficoltà ad agire e reagire.
Ho perso tantissimo tempo, e anche ora che ho opportunità concrete, non riesco a sentirle come mie.
Ho un’immagine di me stessa compromessa, mi vedo come una persona dilaniata, instabile e fatico a credere di potermi considerare sana nonostante fossi una ragazza molto sveglia ed intelligente al liceo e di bell'aspetto.
Oggi, non so proprio come riprendere una minima fiducia in me stessa dopo una vita di continui fallimenti e non so neanche cosa mia sia successo.
Non avrei mai immaginato di arrivare a questo punto.
Vorrei capire se questo quadro richiede una nuova valutazione farmacologica e/o una diagnosi più approfondita
Vi ringrazio in anticipo
scrivo in forma anonima per chiedere un parere clinico rispetto a un insieme di sintomi e vissuti che mi accompagnano da circa 13 anni, senza mai essersi realmente risolti.
Ho 31 anni e i miei primi segnali di malessere sono comparsi dopo il liceo, con il passaggio alla vita adulta, perdendomi completamente.
Da allora ho attraversato periodi molto critici, consultato molti terapeuti e psichiatra, fatto una terapia psicoterapeutica e psichiatrica di 4 anni e trattata con antidepressivi blandi (mai oltre i 75mg) dall'età di 25 anni, ma mai con reali benefici né con una diagnosi approfondita e condivisa.
I sintomi principali includono:
-ansia generalizzata, angoscia costante, difficoltà a proiettarmi nel futuro con lucidità e fiducia; Non so mai cosa voglio e vivo tutto ciò in maniera invalidante
-personalità organizzata in senso ossessivo e molta fragilità
-vissuti di depressione profonda, apatia, forte blocco decisionale, tendenza a ritirarmi dal mondo e autoisolarmi per lunghi periodi con ideazioni suicidarie;
-loop cronici di pensiero: mi dico sempre le stesse identiche cose da 13 anni (sei una fallita, mi disgusti, non hai concluso niente) ;
-complesso di inferiorità radicato, soprattutto in confronto a mia sorella (di successo, molto realizzata),
-senso costante di fallimento, vergogna, mancanza di identità personale e professionale, autosvalutazione, pensieri autodistruttivi e sensazione di essere anormale o senza speranza;
-incapacità di scegliere o mantenere una direzione: ho concluso gli studi in 5 anni anziché 3, ho fatto scelte universitarie confuse, ho lavorato in ambito amministrativo nonostante non fosse nelle mie corde (con episodi di mobbing e, nell’ultimo caso, un licenziamento);
-relazioni instabili, difficoltà nel mantenere legami professionali e personali stabili, vissuti alterni di dipendenza e ritiro emotivo;
uso disfunzionale della recitazione come rifugio e ossessione: corsi costosi, molte aspettative, ma anche comportamenti distruttivi e mancanza di continuità nonostante la bravura;
-mi riconosco in molti aspetti legati a un disturbo borderline, anche se mi è stata fatta solo l’ipotesi di depressione o distimia;
-infine, sento di rotolarmi da anni nell’autocommiserazione, con un’enorme difficoltà ad agire e reagire.
Ho perso tantissimo tempo, e anche ora che ho opportunità concrete, non riesco a sentirle come mie.
Ho un’immagine di me stessa compromessa, mi vedo come una persona dilaniata, instabile e fatico a credere di potermi considerare sana nonostante fossi una ragazza molto sveglia ed intelligente al liceo e di bell'aspetto.
Oggi, non so proprio come riprendere una minima fiducia in me stessa dopo una vita di continui fallimenti e non so neanche cosa mia sia successo.
Non avrei mai immaginato di arrivare a questo punto.
Vorrei capire se questo quadro richiede una nuova valutazione farmacologica e/o una diagnosi più approfondita
Vi ringrazio in anticipo
Il quadro che rappresenta richiede una valutazione specialistica appropriata ed una diagnosi conseguente.
La diagnosi doveva essere già riferita sia per i trattamenti psicoterapeutici che per quelli farmacologici.
La diagnosi è un passaggio fondamentale per il trattamento del corteo sintomatologico che lamenta in quanto è poi possibile considerare le diverse opzioni terapeutiche disponibili.
Resto a disposizione in caso di necessità, un caro saluto
La diagnosi doveva essere già riferita sia per i trattamenti psicoterapeutici che per quelli farmacologici.
La diagnosi è un passaggio fondamentale per il trattamento del corteo sintomatologico che lamenta in quanto è poi possibile considerare le diverse opzioni terapeutiche disponibili.
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Utente
Buongiorno dottore,
La diagnosi che mi era stata riferita era un pò vaga, si parlava appunto di distimia. Ammetto che ho deciso di interrompere perché il dottore e la terapeuta che mi seguivano non mi davano un quadro clinico abbastanza chiaro.
Mi consiglia di ricontattare uno psichiatra?
La diagnosi che mi era stata riferita era un pò vaga, si parlava appunto di distimia. Ammetto che ho deciso di interrompere perché il dottore e la terapeuta che mi seguivano non mi davano un quadro clinico abbastanza chiaro.
Mi consiglia di ricontattare uno psichiatra?
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 364 visite dal 07/08/2025.
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