Sintomi neurologici ma esami diagnostici nella norma : è disturbo di conversione ?

Cerco di farla il più breve possibile anche se potrei scrivere un poema...
Ho 29 anni compiuti a Febbraio a 18 anni dopo un'esame di maturità stressantissimo è cominciato il mio calvario.Prima ero un ragazzo normalissimo a cui non piaceva studiare ma piaceva tanto cazzeggiare con gli amici.
Oltre allo stress dell'esame c'è da dire che gli ultimi 2 anni di liceo avevo fatto uso frequente di hashih e marjuana con gli amici...
Vabbè a parte questo durante l'esame tanto era forte lo stress tanto avevo perso il contatto con il mondo esterno concentrato esclusivamente sull'esame che alla fine ho passato.Dopo l'esame però non sono più stato lo stesso.Ho cominciato a sentirmi debole rintronato
con una discreta pesantezza agli arti inferiori e una tensione sia alla testa che intorno al collo.Ho subito pensato a un malessere passeggero e quella tensione intorno al collo l'avevo interpretata come i linfonodi ingrossati.Passa qualche giorno ma il problema non scompare avevo preso qualche medicina da banco ma niente il problema persiste.Non avevo febbre ma mi sentivo male.Avevo paura di avere qualche malattia grave dopo aver mantenuto per più di 2 settimane quella sintomatologia non mi era mai capitato in vita mia di star male più di una settimana...Comincio con le ricerche su internet stando attento a ogni mio sintomo.Analizzavo ogni cosa avevo una fottuta paura di avere una malattia che mi avrebbe portato alla morte.Mi guardavo continuamente allo specchio per capire cosa stava succedendo sempre in preda a uno stato ansioso molto forte.I sintomi più gravi al momento erano stanchezza marcata e gambe rigide e pesanti che mi creavano fastidio e fatica a camminare.Poi un sintomo caratteristico erano le fascicolazioni.Guizzi sottopelle di certi distretti muscolari un po' sparse per tutto il corpo.Quando ho associato le fascicolazioni alla debolezza muscolare delle gambe ho cominciato ad aver paura di avere chissà quale malattia neuromuscolare che di li a poco mi avrebbe condotto sulla sedia a rotelle.Intanto l'ansia incalzava sempre di più e la mia paura più grande era quella di avere la Sla.Oltre alle fascicolazioni che ho tuttora avvertivo spesso formicolii e ho cominciato ad accusare anche un certo fastidio agli arti superiori con impaccio alle dita delle mani.Un certo fastidio per esempio a scrivere con il pc e se fossi stato un pianista avrei sicuramente smesso di suonare.Mi bastava giocare a calcio 5 min che le mie gambe da pesanti diventavano 2 tronchi.E oltre a questi disagi motorii avevo diversi dolorinii sparsi un po' ovunque.Bene di li a poco inizia la lunga carriera con il neurologo.Elettromiografie Risonanze addirittura un esame del liquor.Nada quindi via con lo psichiatra e giu di antidepressivi.Poi ricerche su internet su cfs fibromialgia e quelle balle là.L'unica cosa che ho notato che lo stress aumenta i sintomi.E l'andamento si è stabilizzato con periodi migliori e peggiori con una componente ansiosa e depressiva...L'ipnosi potrebbe sevire?
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 195 21
Lo psichiatra che diagnosi ha fatto?

Franca Scapellato

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 996 63
Gentile utente

se i suoi esami sono negativi, la condizione e' da considerarsi psichiatrica probabilmente slatentizzata dall'uso di sostanze.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

in persone che consumano cannabis è frequente che ci siano episodi che somigliano a quello da Lei descritto, con sintomi di ansia, preoccupazione per la salute fisica e sintomi meno classici (tipo quelli muscolari) che inducono ad una serie di accertamenti relativi.

In genere si ottengono comunque miglioramenti con le terapie antidepressive se la diagnosi è di depressione, di disturbo di panico, di ipocondria, di disturbo ossessivo etc.

I sintomi "neurologici" possono corrispondere ad una sensibilità corporea particolarmente vivace o abnorme anche per effetto della passata esposizione alla cannabis.

Chiarisca la diagnosi e specifichi quali terapie sta assumendo.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#4]
dopo
Utente
Utente
Dunque voglio chiarire che l'esposizione alla cannabis è passata.Ora non assumo nessun tipo di droga da molto tempo.L'unica diagnosi che mi ricordo è quella iniziale Disturbo Ossessivo Compulsivo.Ho girato diversi psichiatri con diverse terapie.Maveral,Elopram per molto tempo che mi hanno ridotto i disagi legati all'ansia e alla depressione ma senza risolvere i sintomi neurologici.Mi sono stati prescritti anche neurolettici ma che dopo pochi giorni ho interrotto perchè mi facevano stare peggio di prima completamente fuori come un melone.L'ultima psichiatra dalla quale sono in cura tuttora mi ha prescritto la duloxetina.E ho avuto i risultati migliori ma non solo per il farmaco ma anche per una serie di eventi positivi come l'amore di una persona che mi ha ridotto fortemente lo stress.Con la riduzione dello stress negli ultimi 3 anni ho avuto anche un miglioramento dei sintomi neurologici.Ora sono in rottura con quella persona e sono tornato in un periodo di stress con una riacutizzazione dei sintomi o comunque una
maggior focalizzazione su di essi.Io ho come l'impressione di avere un sistema nervoso un po' sputtanato sia dalla cannabis che dallo stress di quel famoso esame di maturità.So che non ci sono esami strumentali che rilevano una malattia con nome e cognome.Ma proprio non posso accettare il fatto che per risolvere il mio problema debba ravanare nel mio passato un trauma infantile che tramite il mio inconscio genera i sintomi neurologici.Mi sembra assurdo.Non credo che tutti i veterani che sono impazziti dopo lo stress della guerra abbiano un problema da ricercare nel loro passato infantile tortuoso... Mi sembra troppo facile attribuire un sintomo neurologico a un disagio psicologico in assenza di esame strumentale alterato.Va bene che non ho una malattia grave perchè sennò dagli esami sarebbe venuto fuori...Ma da li a dare tutta colpa all'inconscio... Io stò frequentando uno psicologo per provare tutto il possibile ma ravanare nel mio passato non credo che possa farmi guarire.Io ho bisogno di stressarmi il meno possibile riuscire a rilassarmi mettere in condizione il cervello di "riaggiustarsi" ma non credo che analizzare la mia infanzia possa cambiare qualcosa nel presente...Anzi mi crea un senso di frustrazione...
Cosa ne pensate e cosa mi consigliate? Vorrei capire chi si è trovato in situazioni simili alla mia in che modo ha tratto i migliori benefici.
Grazie anticipatamente!
[#5]
dopo
Utente
Utente
Ma nel caso fosse tutto legato a un disagio psicologico come gli esami strumentali escludendo qualsiasi tipo di origine organica fanno intendere potrei ricevere benefici dall'ipnosi.Io vorrei un giorno poter tornare ad essere una persona normale.Vi giuro che è una condizione veramente frustrante.Il fatto che sia creata dalla mia mente non mi da sollievo anzii...Se la mia mente senza nessun danno organico è capace di creare tutti questi sintomi neurologici mi spaventa assai... Ho sentito che l'ipnosi dovrebbe essere efficacie in casi come il mio.In realtà non ho mai provato questa tecnica e sono anche un po' scettico perchè non capisco come potrei essere ipnotizzabile...Però non si sa mai tentar non nuoce.Aiutoooo!!!!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

forse sta confondendo alcuni concetti.
Innanzitutto gli effetti dell'esposizione alle droghe non è detto che si esauriscano con la cessazione dell'assunzione delle medesime. Quando si dice che l'uso innesca una sindrome, questa poi può autonomamente proseguire.
Lei isola alcuni sintomi chiamandoli "neurologici" ma rischia di far confusione sulla definizione, anche l'ansia è neurologico in quanto proveniente dal cervello, le ossessioni e tutti i sintomi psichici. Quelli riferiti per esempio ai muscoli possono essere alterazioni della percezione, quindi sì neurologici, ma dipendenti da una alterata sensibilità nella ricezione interna della posizione, tensione e mobilità dei muscoli stessi.
Lei è stato curato per disturbo ossessivo, la cura non risolve i sintomi "nei muscoli", ma può annullare l'alterata percezione e attenzione soprattutto ai segnali corporei. Talora l'attenzione ossessiva ai segnali corporei rende "sintomi" elementi che a cose normali sarebbero ignorati, sotto la soglia dell'attenzione.
Quindi, se questo è stato l'orientamento diagnostico fino ad ora, è bene accertarsi che le cure per il "disturbo ossessivo" siano state adeguate (dosi e durata e scelta delle molecole, per esempio maveral è una molecola antiossessiva). Inoltre è bene accertarsi che questa diagnosi sia l'unica e non concomitino altri "motori" che ostacolano la risoluzione di una parte dei sintomi (per esempio l'umore).
[#7]
dopo
Utente
Utente
Per prima cosa volevo dirle che i miei problemi durano da diversi anni per l'esattezza 11.
In questi 11 anni l'andamento non è sempre stato costante in certi periodi sono stato decisamente meglio e in altri peggio e ho cercato di capire il perchè.
Bene i sintomi che avverto sono fastidiosi soprattutto provo un certo disagio nel camminare o ancora di più nello stare in piedi da fermo la rigidità al collo è spesso fastidiosa e anche l'impaccio agli arti superiori come la sensazione di avere due legni al posto delle braccia il disagio lo riscontro particolarmente a livello delle mani nell'esecuzioni di movimenti fini.Insomma una generale mancanza di fluidità e armonia nei movimenti volontarii.Tutti questi sintomi sono generalmente costanti nel tempo ma si acutizzano in momenti di stress.Poi ci sono le fascicolazioni ma quelle sono solo un dato di fatto non mi danno per niente fastidio inizialmente mi spaventavano per avere chissà quale patologia e ora non ci faccio neanche quasi più caso.Poi i dolorini diffusi particolarmente nelle zone delle giunture un po' sparsi per tutto il corpo che però con l'assunzione del cymbalta si son ridotti sensibilmente.Non sono dolori lancinanti ma comunque fastidiosi.
Poi una sensazione di tensione alla testa e soprattutto alle tempie anche qui non dolorosa ma fastidiosa.
Poi non ultimi i formicolii questi diffusissimi non appena assumo una posizione specie quando scrivo con il telefonino devo spesso interrompere per muovere la mano o il braccio che
mi è semi addormentato.
È assolutamente vero che focalizzarmi troppo sui sintomi diventa una specie di ossessione e oltre ad aumentarne la percezione peggiora la qualità di vita e creando un forte disagio psicologico.
In questi anni tutte le volte che ho accettato la sintomatologia per quella che era sopportandola e concentrandomi su altre cose più piacevoli dal punto di vista psicologico sono stato nettamente meglio.Pur rimanendo tutti i vari disagi ignorandoli è sempre stata una mossa vincente.Credo che anche se fosse una malattia organica dandogli il meno peso possibile evitando di focalizzarsi su di essa la qualità di vita ne risentirebbe in positivo piuttosto che concentrarsi su di essa e viverla con un disagio psicologico perenne soprattutto se di natura neurologica lo stress che ne deriverebbe peggiorebbe anche i sintomi stessi rispetto a una persona che la vive con serenità.
Detto questo non posso rinnegare gli effetti positivi degli psicofarmaci in questo senso che mi hanno aiutato molto nei momenti in cui ero completamente ossessionato dal disagio che mi creavano i sintomi e con un continuo sforzo mentale per trovare una soluzione.Anche in questo periodo non stò proprio vivendo bene la situazione.La recente rottura con la mia ex è stata fonte di grande stress e se prima i sintomi passavano veramente in secondo piano oggi mi ritrovo molto concentrato sulla situazione.E questo lungo papiro che le stò scrivendo ne è la riprova.Oltre alle informazioni che provo a reperire su internet riguardo a fibromialgie varie o trattati psicologici sulle forme d'ipocondria e somatizzazioni varie.Per non parlare delle teorie psicanalitiche riguardanti queste forme mi mandano letteralmente nel pallone.Da 5 sedute frequento uno psicologo anche perchè un po' indirizzato dalla mia ex ( che poi tanto ex non è nel senso che è più una pausa ) che vorrebbe che io stessi bene e che potessi un giorno fare a meno degli psicofarmaci . Per ora l'effetto dello psicologo mi genera un senso di frustrazione e comunque un veicolo che mi riporta a focalizzarmi sui miei disagi somatici.Insomma tutte le volte che son stato lontano da professionisti che sia il neurologo che sia lo psicologo sono sempre stato meglio questa lontananza dai medici esorcizzava un po' i miei malesseri.
Arrivo al punto cruciale ossia gli psicofarmaci.Come detto precedentemente sono stati un valido aiuto e attualmente continuo ad assumerli.Però sinceramente non ho capito come funzionano.Cioè se i miei problemi sono di natura psichiatrica vuol dire che c'è qualcosa nel mio cervello di malfunzionante che crea tutto il quadro di disagio che va dai sintomi somaticineurologici a quelli psicologici legati all'umore e alle ossessioni.Un malfunzionamento probabilmente esacerbato dall'uso di sostanze come la cannabis in passato.Quindi questi farmaci tecnicamente dovrebbero sopperire a quel malfunzionamento cerebrale ripristinando una funzionalità corretta.
Ecco che mi chiedo secondo quali basi mi si prescrive qualsiasi tipo di farmaco in assenza di un esame diagnostico che rilevi con certezza un'ipoattività o iperattività in determinate aree del cervello che determinano il mio malessere? A lungo andare l'esposizione a questi farmaci possono riparare effettivamente l'ipotetico malfunzionamento?Oppure fungono come una specie di droga legalizzata che aiutano nel controllo del sintomo senza risolvere materialmente il difetto?Insomma forse sarò un po' contorto nell'esposizione dei mie quesiti.
Facendo un'esempio riguardante la droga si dice sempre che certe sostanze possono creare dei seri danni alle strutture cerebrali ( in gergo i famosi buchi al cervello ) le conseguenze di questi danni sono oggettivamente svariate patologie psichiatriche.Ecco che io mi chiedo se questi danni sono visibili tramite tecniche di neuroimaging e se effettivamente esistono dei farmaci che vanno effettivamente a riparare il danno nell'area cerebrale coinvolta?Perchè sennò la somministrazione di psicofarmaci si configurerebbe come una somministrazione di un'altra droga per sopperire ai danni creati da quella precedente senza però risolvere il problema di fondo e senza una cognizione di causa precisa.
Distinti saluti ringraziandola come sempre per la sua incredibile disponibilità!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

Non vedo perché, se Lei assume una medicina per riparare ad un danno o accompagnarlo verso la guarigione, o favorire la guarigione, questo configuri la sostituzione di una droga con un'altra. Dov'à l'analogia ? Nel fatto che sono due sostanze chimiche, ma oltre questo dove starebbe l'essere droga di una medicina ? Lo scopo per cui la prende è diverso, la fonte è diversa (prescrizione e non autodeterminazione) e il legame rimane sempre neutro (se potesse evitare, non la prenderebbe).
Anche le considerazioni rivelano che la sua idea delle conoscenze neurbiologiche è un po' falsata. Le diagnosi psichiatriche attualemtne per la quasi totalità si fondano su una obiettività clinica, le neuroimmagini non si usano per far diagnosi, se mai per avere idea dell'anatomia delle malattie, ma non cambia granché. Inoltre, non è l'occhio assoluto, si vedono alcune cose e altre no.

La depressione, la schizofrenia e quant'altro sono malattie i cui criteri sono di osservazione clinica e raccolta dati. Su questo tipo di entità si sono provate le medicine, e su questo tipo di entità hanno dimostrato efficacia. Però ci vuole dose e tempo, che sono parametri oggettivi, per quello le chiedevo di specificarli.

"È assolutamente vero che focalizzarmi troppo sui sintomi diventa una specie di ossessione e oltre ad aumentarne la percezione peggiora la qualità di vita e creando un forte disagio psicologico."

Ripartirei da qui.
[#9]
dopo
Utente
Utente
Vabbè a parte il passato dove comunque ho sempre assunto le medicine mal volentieri dal Maveral all'Elopram...
Mentre esattamente 3 anni fa ho cominciato a seguire una cura scrupolosamente.Ossia 60 mg di cymbalta(duloxetina) ogni giorno.Dopo 3 mesi dall'inizio della cura ho cominciato a sentirmi effettivamente meglio complice anche il cambio di casa lontano da mia mamma che mi psicanalizzava ogni volta che mi vedeva star male(avendo lei studiato psicologia..)era sinceramente troppo e quindi il fatto di andare a vivere da solo mi ha aiutato.Bhè insomma dopo 3 mesi d'assunzione non saprei dire con certezza quando sono cominciato a tornare a vivere...
Comicio l'estate molto bene in viaggio con gli amici insomma tutto molto tranquillo.Pure le vacanze al mare insomma tutto procedeva molto bene.
Durante quelle vacanze conosco quella che poi sarebbe stata la mia ragazza fino al mese scorso.M'innamoro follemente e tutto va per il verso giusto.L'unica cosa è che continuo a prendere queste pastiglie sempre malviste dalla mia ragazza che non si è mai capacitata come uno come me dovesse prendere quelle pastiglie.Io ho cercato di spiegargli intanto sono andato dalla psichiatra che mi ha in cura per cominciare una graduale diminuzione.Passando da 60 tutti i giorni a 30 e 60 per poi arrivare a 60 un giorno si un giorno no.Poi sono andato avanti per un sacco di tempo così 60 un giorno si e un giorno no.Ultimamente andavo avanti con la cura ad oltranza senza neanche più avere contatti con la psichiatra.Un po' anche con il timore che non avrei mai potuto farne a meno.Poi ultimamente per decisione mia avevo provato a ridurre ulteriormente da un giorno si 60 e un giorno niente ero passato da 2 giorni niente e un giorno sì.Bhè devo dire che non era cambiato un granchè riuscivo tranquillamente ad andare avanti così anche se in cuor mio mi sentivo uno stupido a non aver consultato la psichiatra.
Bene dopo un po' arriva il patatrak con la mia donna saremmo dovuti andare a vivere insieme e lei all'ultimo desiste non sentendosi più sicura di fare questo passo.Io comincio letteralmente a impazzire a indagare e imputare il fatto di questa decisione a un'altro uomo con cui probabilmente aveva solo una semplice amicizia.Ma io ero completamente annebbiato dalla gelosia.La realtà è che lei non si sentiva tanto sicura di effettuare un grande passo con un'uomo instabile come umore che prende delle pastiglie e che non le trasmette sicurezza ma vive un po' alla giornata.Questi i veri motivi per cui ci siam separati.Io son tornato dalla psichiatra e abbiamo ripristinato la cura un giorno sì 60 mg cymbalta e un giorno No e intanto mi ha anche indirizzato da uno psicologo che sarebbe un neuropsichiatra infantile.Mi sono anche rimesso a lavorare in azienda di famiglia più che per reale interesse o piacere per occupare le giornate.
Stà di fatto che a oggi non sono per niente felice son molto concentrato sui miei malesseri mi sento fallito nella vita e credo che difficilmente una donna possa voler stare con uno come me che prende le pastiglie.
Il lavoro in azienda di famiglia in realtà non m'interessa lo faccio per inerzia e anche un po' per dimostrare alla mia ex che qualcosa stò facendo...Insomma più per far contenta lei che me...
E comunque da quando frequento lo psicologo seduta per seduta stò sempre peggio avverto come la frustrazione che parlando parlando parlando non si risolve niente anzi mi concentro maggiormente sui miei disturbi piuttosto che dedicarmi ad attività più piacevoli.
Insomma ho un po' come l'impressione di essere un caso irrecuperabile e andare dallo psicologo aumenta questa mia percezione...
Ultimamente son ritornato a parlare con la mia ex lei dice che mi ama ancora che vorrebbe solo che io possa stare meglio.E comincia purtroppo a psicanalizzarmi anche lei come faceva mia mamma.Dicendomi il tuo problema è questo questo e questo se solo facessi questo non staresti più male.E mi creda non è una bella condizione nella mia mente accende ulteriori interrogativi.Io l'unica cosa che vorrei da lei sarebbe sentire il suo affetto senza stare a discutere dei miei problemi...Vabbè in questo periodo provo a stare vicino a mia nonna e mia zia che mi son sempre state di supporto nei momenti difficili.
Riguardo al farmaco cymbalta sarei un'ipocrita a dire che non mi ha aiutato anzi questi ultimi 3 anni a parte gli ultimi 2 mesi sono stati i più belli da quando ho cominciato a stare male 11 anni fa...
Però insomma anche un depresso che assume cocaina nel periodo che ne fa uso si sente forte sicuro e in pace con se stesso...
Allora secondo il metodo che mi ha descritto riguardo l'elezione dei farmaci nelle patologie psichiatriche se la cocaina non fosse vietata verrebbe prescritta in quanto è evidente il suo effetto antidepressivo.
Quello che mi chiedo potrà venire un giorno in cui il mio cervello senza nessun aiuto esterno potrà funzionare alla grande?Io è quello che mi auguro sul serio!

La ringrazio per la sua incredibile cortesia!
[#10]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

Niente di strano appunto che si fosse trovato bene con una medicina.
Il concetto di droga non consiste nell'assumere una sostanza chimica abitualmente perché quando lo si fa si sta meglio e quando non lo si fa si torna a stare peggio, questo non c'entra niente con il concetto di droga.

Le persona che assumono cocaina non lo fanno per curarsi la depressione, questa è una giustificazione che subentra più tardi per rispondere ad accuse o a critiche, o per trovare un alibi "terapeutico".

Quindi non vi è niente di paragonabile.

C'è un articolo intitolato "dipendenza da farmaci" nella sezione Minforma che può chiarirle forse questi concetti.
[#11]
dopo
Utente
Utente
Oggi ho incontrato il mio psicologo che poi è anche un neuropsichiatra infantile.Lui è fermamente convinti che i miei sintomi neurologici, in assenza di alterazioni organiche riscontrabili tramite esami diagnostici ( il neurologo mi ha rivoltato come un calzino senza trovare nulla ) , dipendano da una nevrosi e con questa condizione è normale accusare i più svariati sintomi psicosomatici a volte anche molto più gravi dei miei. A dir la verità la cosa non è che mi rassereni troppo.Io la paura della malattia grave l'ho già accantonata da tempo e un' ipotesi di questo tipo l'avevo già presa in considerazione. Il fatto che sia psicosomatica non è confortante in quanto i disagi persistono e sono piuttosto invalidanti.Delle fasciocolazioni chissenefrega ma la rigidità diffusa i frequenti formicolii i dolorini vari e tensione psicofisica non sono proprio "una passeggiata de salute..."
Ho letto che l'ipnosi ha avuto risultati mirabolanti in questo tipo di disagi.
Lei cosa ne pensa riguardo questa tecnica per quanto riguarda la sua grande conoscienza nel settore che io non posso avere?
Cordiali saluti!
[#12]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

La cosa più logica è riprendere in mano la sua diagnosi che già aveva, e ricominciare da lì una terapia fondata su tempi e dosi, nonché su integrazioni possibili in ragione dei sintomi che meno rispondono.
Inoltre va posta diagnosi differenziale tra il sintomo e la preoccupazione, perché sono due concetti diversi. I sintomi "somatoformi" (psicosomatici) sono una cosa, la "polarizzazione" corporea è un altro, il "sintomo" nel secondo caso è l'ossessione.
Non girerei troppo intorno ad un problema che era già stato inquadrato ed era sostanzialmente migliorato seppur con qualche limite, ricontatterei uno psichiatra e farei riprendere un lavoro sulla base della diagnosi. E' possibile associare farmacoterapia e psicoterapia per conseguire risultati migliori e più mirati sul alcune espressioni di un disturbo, per cui esistono metodiche di riferimento senza perdersi nella ricerca autonoma e poco orientata.
[#13]
dopo
Utente
Utente
Sinceramente non ho capito bene la differenza tra la somatizzazione e la polarizzazione.Nel senso che se lei mi dice che i miei sintomi sono inventati e dovuti a un'amplificazione della percezione corporea può essere vero in parte nel senso che focalizzandomi su di essi tendo ad aumentarne l'intensità percepita.Questo può valere per i dolorini diffusi che la focalizzazione porta ad un'aumentata percezione.Riguardo alla rigidità è più che reale mi creda non è una percezione probabilmente è un riflesso del mio stato emotivo che mi porta a essere involontariamente contratto tanto da aver problemi quando scrivo al computer o quando devo eseguire dei movimenti fini con le mani.Oltre alla rigidità frequenti sono i formicolii non appena assumo una posizione fissa per pochi secondi con le mani tipo tenere il telefonino in mano e quando li avverto devo muovere il braccio per riprendere una sensibilità normale.Oltre a questi le fascicolazioni che non mi danno per nulla fastidio ma comunque sono reali non immaginarie e probabilmente segno di una risposta emotiva anomala allo stress che si traduce in tensione neuromuscolare e poi vengono fuori le fascicolazioni.Ma sono reali non sono un'allucinazione avendomele riscontrate anche altre persone.Insomma poi nei periodi in cui sono più rigido e contratto sono quelli in cui scricchiolo molto più facilmente.Poi un'alterata percezione mentale è una componente indiscutibile e preoccuparmi invece di accettare la sintomatologia non fa altro che innescare altra ansia che va ad aumentare la sintomatologia.Credo almeno in passato ne ho tratto beneficio che io devo reimparare a rilassami.Perchè non me ne rendo conto ma vivo in una situazione di perenne nervosismo tensione che mi porta a concentrarmi difficilmente...
Che ne pensa?

Cordiali saluti
[#14]
dopo
Utente
Utente
Sinceramente non ho capito bene la differenza tra la somatizzazione e la polarizzazione.Nel senso che se lei mi dice che i miei sintomi sono inventati e dovuti a un'amplificazione della percezione corporea può essere vero in parte nel senso che focalizzandomi su di essi tendo ad aumentarne l'intensità percepita.Questo può valere per i dolorini diffusi che la focalizzazione porta ad un'aumentata percezione.Riguardo alla rigidità è più che reale mi creda non è una percezione probabilmente è un riflesso del mio stato emotivo che mi porta a essere involontariamente contratto tanto da aver problemi quando scrivo al computer o quando devo eseguire dei movimenti fini con le mani.Oltre alla rigidità frequenti sono i formicolii non appena assumo una posizione fissa per pochi secondi con le mani tipo tenere il telefonino in mano e quando li avverto devo muovere il braccio per riprendere una sensibilità normale.Oltre a questi le fascicolazioni che non mi danno per nulla fastidio ma comunque sono reali non immaginarie e probabilmente segno di una risposta emotiva anomala allo stress che si traduce in tensione neuromuscolare e poi vengono fuori le fascicolazioni.Ma sono reali non sono un'allucinazione avendomele riscontrate anche altre persone.Insomma poi nei periodi in cui sono più rigido e contratto sono quelli in cui scricchiolo molto più facilmente.Poi un'alterata percezione mentale è una componente indiscutibile e preoccuparmi invece di accettare la sintomatologia non fa altro che innescare altra ansia che va ad aumentare la sintomatologia.Credo almeno in passato ne ho tratto beneficio che io devo reimparare a rilassami.Perchè non me ne rendo conto ma vivo in una situazione di perenne nervosismo tensione che mi porta a concentrarmi difficilmente...
Che ne pensa?

Cordiali saluti
[#15]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Gentile utente, due parole soltanto per rispondere alla sua domanda sull'ipnosi.

L'ipnosi è usata in psicoterapia, ma non ha niente di miracoloso rispetto ad altre forme di terapia. L'ipnosi ha delle sue specificità, ma credere che attraverso essa si possano risolvere magicamente i problemi è dovuto, purtroppo, soltanto alla pessima immagine da palcoscenico che i media ne danno. L'ipnosi clinica non ha niente a che vedere con ciò che si vede in televisione o al cinema.

I curanti devono innanzitutto stabilire se per lei un aiuto psicologico sia utile o meno. E in caso affermativo, deve ricevere quest'aiuto in maniera appropriata, indipendentemente dal fatto che il professionista che glielo fornisce sia o meno specializzato in ipnoterapia.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#16]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

la differenza è questa. Una tosse può essere somatizzazione, ma anche un atto di schiarimento "compulsivo" per il dubbio di avere la gola chiusa, il che viene alla fine descritto dal paziente come "tosse" o "chiusura alla gola", che non corrispondono però ai sintomi reali, ma all'ossessione.
Idem per un bruciore in una parte del corpo, che può essere percepito o semplicemente la persona, concentrandosi sulla parte del corpo, può averne un'immagine mentale, sulla base di una anomala attività dei centri nervosi che formano tale immagine, amplificata, per cui il "sintomo" non è ben chiaro a che cosa corrisponda, se al grado di amplificazione e preoccupazione o alla sensazione di partenza, che è difficilmente quantificabile. Anche perché la persona, quando ad esempio le si chiede di dire da 1 a 10 quanto è "forte" il sintomo, se ne è preoccupata risponde spesso "10" temendo che sia sottovalutato, o esprimendo la sua esasperazione per lo stato di apprensione, e non tanto il sintomo in sé.

Comunque, detto questo, non so quale dei due casi sia, o se un altro ancora, ma valgono le osservazioni già fatte.
Direi che a questo punto è bene che lei proceda con una sequenza di diagnosi/terapia.
[#17]
dopo
Utente
Utente
A oggi è triste dirlo ma il mio disturbo mentale è riaffiorato con tutte le sue peculiarità.Riconosco il problema dall'insonnia fortissima e l'ansia mattutina con mancanza di erezione.Poi anche le cose più banali mi paiono complicate una tendenza ad evitare le cose non riesco a godermi un film.Insomma ci son dentro fino al collo.
Poi ho come una strana sensazione di vivere come una dimensione parallela.Nel senso che quando stò male faccio fatica a ricordare gli eventi passati di quando stavo bene.Cioè ho i ricordi ma in maniera descrittiva.E viceversa quando stavo bene stavo come se non fossi mai stato male.Adesso ricordo perchè mi avevano prescritto dei neurolettici...
Erano a bassissimo dosaggio e secondo la precedente psichiatra avrebbero dovuto avere un effetto antidepressivo
rispetto all'alto dosaggio dove riprendono la loro azione neurolettica.
Vabbè io ho sempre avuto paura di quei farmaci hanno degli effetti collaterali assurdi possono creare danni neurologici gravi come parkinsonismi discinesie convulsioni ecc...
Già prendere il cymbalta mi spaventa.Ma attualmente sono costretto pena stare malissimo.Però ho paura che a lungo andare il mio cervello si adatti al farmaco aggravando ancora di più lo stato depressivo ossessivo.Ma so anche che fa parte del mio quadro psichiatrico la pauta di questi farmaci.Però la speranza un giorno di potere farne a meno è normale... Ma cavoli io dico un farmaco buono dovrebbe a distanza di anni migliorare la salute del cervello e specialmente delle cellule cerebrali.Per assurdo con le tecniche di neuroimaging dovrebbe risultare un cervello più intonso.A differenza di droghe e alcool che lo massacrano portandolo verso forme di demenza...
Anche perchè se assumo qualcosa che invece di distruggerlo lo ripara tecnicamente in futuro una volta riparato dovrei essere meno soggetto a turbe psichiche indipendentemente dall'assunzione ulteriore.
Un po come uno che per preparare una gara utilizza una dieta ricca di proteine carboidrati vitamine ecc. Arriva al momento della gara in forma smagliante.Però poi un'altro la vince perchè ha assunto delle sostanze dopanti.Ciò che è certo che quello che ha assunto integratori continuerà a mantenere lo stato di forma anche dopo la gara mentre il dopato senza doping diventa un ameba...Insomma non so se è chiaro il concetto.E questa rimane un po' la mia paura riguardo agli antidepressivi...Spero di sbagliarmi e che ci siano studi in merito che evidenziano il contrario.
Cosa ne pensa dottor pacini?
Cordiali saluti
[#18]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

avevo anticipato il mio pensiero con la conclusione del precedente consulto, mentre vedo che si è già innescato un meccanism per Lei improduttivo: continuare a parlare del problema anziché semplicemente procedere.
Lei ha stabilito che le malattie mentali si devono guarire in breve tempo e che sicuramente esiste un metodo per farlo. Da questo assunto errato derivano i suoi errori sul fatto che i farmaci hanno dei limiti (certo, rispetto ad una soluzione migliore che al momento non risulta).
Per il resto funzionano come dice lei, soltanto che l'effetto "durante" può essere perso, perché la struttura acquisita (ad esempio per l'uso di droghe) o la genetica tendono a ricondurlo verso un funzionamento "fastidioso".
A questo punto Lei ha per fortuna una soluzione terapeutica, cosa non scontata, molte malattie non ce l'hanno. Il disturbo (ossessivo) la porta invece a girare intorno al problema come se lo dovesse risolvere pensandolo.
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dopo
Utente
Utente
Guardi quello che dice lei è assolutamente sensato e la ringrazio ha colto proprio il punto del problema.Però a questo punto qual'è il senso della psicologia se non guarire attraverso il pensiero?
Io vorrei avere una strada da seguire un punto di partenza da dove incominciare.Perchè sennò l'alternativa è fregarsene non pensarci più fare affidamento al farmaco.E poi trak come per magia ci si sente meglio andando avanti ad oltranza...Ma io vorrei anche seguire un percorso che mi aiuti ad avere la consapevolezza di stare bene perchè ho seguito la strada giusta invece di abbattermi e chiudermi nelle mie fobie ossessioni somatizzazioni anche sforzandomi ho fatto qualcosa che materialmente può tenermi lontano dal disagio mentale.
Nella vita io mi sento spaesato un po' fallito ho tutto dal punto di vista materiale.E se questo può essere un vantaggio per molti versi mi porta a una mancanza di stimoli.Questa mancanza di stimoli non mi porta a confrontarmi con il mondo vero a guadagnarmi la pagnotta a raggiungere un'obbiettivo.Quindi automaticamente non sento il bisogno di lavorare attivamente ma passivamente con l'obbiettivo di mantenere quello che ho che basterebbe per 3 generazioni.Ed essendo io un tipo prudente poco spregiudicato in questo non ho molte difficoltà.Però tuttociõ non giova alla mia autostima.Nel senso che mi sento senza ruolo nella vita.Adesso sono da poco entrato nell'azienda di famiglia.Ma non mi ha mai stimolato più di tanto.È un'azienda con i suoi equilibri e non sogno il mio futuro li dentro.Stò facendo una specie di apprendistato più che altro per non chiudermi in casa a sentirmi ulteriormente più fallito.Ma anche il fatto che sia l'azienda di famiglia non mi fa sentire normale.Nel senso che sono tutti molto gentili nei miei confronto essendo il figlio del padrone(mio padre defunto 5 anni fa) ma ovviamente senza nessuna competenza giustamente si guardano bene dall'affidarmi un ruolo di responsabilità.Quindi passo le mie giornate senza appassionarmi più di tanto e comunque sentendomi diverso un buonanulla raccomandato che se fossi un tizio qualunque mi avrebbero già licenziato 50 volte...Proverei più stima di me stesso a fare il cameriere per 1000 euro al mese anche se senza il bisogno è difficile trovare la motivazione...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
"Però a questo punto qual'è il senso della psicologia se non guarire attraverso il pensiero?"

Ma sta scherzando ? Ma come si è fatto un'idea così bizzarra ? La psichiatria guarisce come qualsiasi altra branca della medicina, solo che ci sono anche professionisti specializzati in tecniche di interazione verbale e non che producono effetti biologici talora uguali, talora migliori, talora peggiori a seconda del tipo di malattia.

Le ribadisco, sta pensando a vuoto su questo problema perché parte da presupposti sbagliati.
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dopo
Utente
Utente
Guardi io ho tutto da imparare da lei che è un professionista serio e specializzato.Quindi se lei volesse darmi un consiglio su come gestire la situazione e da dove ripartire cosa mi direbbe.Mi aiuterebbe a non perseverare negli stessi errori partendo dai presupposti sbagliati che mi ha cortesemente sottolineato.

La ringrazio di cuore per i suoi consulti preziosi
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

Aveva curato una parte importante del suo problema seguendo una cura. Riprenda i contatti con il medico che già la conosce (o con un altro) e riconsideri la cosa. Ci sono alternative farmacologiche, c'è la possibilità di discutere durante le sedute questo tipo di preconcetti non tanto "prima" di curarsi ma "durante", perché capire teoricamente una cosa non significa capirla mentre si sta svolgendo. I sintomi che al momento lei isola come "neurologici" possono essere meglio inquadrati durante una cura che sta funzionando almeno in parte. Se non tutti i disagi sono coperti, solitamente si adatta la cura, si attende ulteriore tempi, si utilizzano altre fasce di dosaggio etc. Insomma, tutte decisioni che lo psichiatra può prendere e che non resta che verificare.

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