Paure assillanti sull'assunzione di anticoncezionali

Gentili medici,

Mi rivolgo a voi per un consulto su un mio enorme problema.
Ho 20 anni e dal 2008 sono in cura presso lo psicologo del consultorio della mia città.
Da due anni e mezzo assumo la pillola anticoncezionale ma dall'inizio di quest'anno questa "cura" avviene in maniera per nulla tranquilla. Mi spiego: ho avuto alcuni problemi di assunzione (due volte ho assunto la pillola con un ritardo di poco superiore alle 12 ore "concesse", un'altra volta ho vomitato qualche ora dopo l'assunzione) che mi hanno portata a fare test su test e a vivere molto male i periodi durante i quali mi chiedevo se fossi stata incinta o meno. Per non parlare delle conseguenze che tutto ciò ha apportato alla mia vita di coppia (distacco, evitare i rapporti per diminuire i rischi di una gravidanza, ecc).
Ora che anche l'ultimo episodio di dimenticanza si è rivelato "non a rischio" (ho fatto 2 test sul sangue per il rilevamento dell'ormone beta HCG ed entrambi sono risultati negativi), ero finalmente tranquilla. ...... Fino a stasera. Infatti, un mio grande, enorme, problema, è il domandarmi se nel momento in cui mando giù la pillola essa venga effettivamente ingoiata. Il 70% delle volte controllo che la pillola non sia finita nella bottiglia dalla quale bevo, che non stia galleggiando nell'acqua.. Stasera ho messo in bocca la pillola e l'ho buttata giù con dell'acqua, ma non avendo sentito scendere la pillola è iniziato il panico. Ho notato che mi era scesa qualche goccia d'acqua (bevendo) sulle labbra e sulla maglietta. Subito mi sono chiesta se la pillola non fosse uscita nel bere, se magari io non avessi "perso" un po' d'acqua dalla bocca (insomma, sbrodolandomi come una bambina, perdonatemi la descrizione) e con questa la pillola. Ho controllato sui vestiti e per terra e non l'ho vista. Per ore dunque mi sono chiesta se fosse il caso di assumere un'altra pillola concludendo con una risposta negativa, dicendomi che è assurdo pensare che non l'ho assunta o che sia caduta.. l'avrei sentita uscire dalla bocca!!!!!!!!!!!! Inoltre assumere due compresse in un giorno può fare molto male all'organismo, addirittura può far vomitare (e sarebbe ancora peggio per le mie paranoie). Purtroppo però temo che questo dubbio mi rovini tutti i prossimi mesi così come succede quando scordo una pillola.
COSA DEVO FARE? vi prego aiutatemi... non ne posso più di stare così male per ogni dubbio.. Inoltre NON intendo cambiare metodo contraccettivo (il cerotto potrebbe staccarsi; l'anello sfilarsi; ecc) né tanto meno interrompere i rapporti col mio ragazzo.. Vorrei solo dare la giusta importanza ai problemi.. E quello di stasera non lo è, visto che son praticamente certa di aver ingoiato la pillola, visto che l'ho messa in bocca e ho bevuto.. Altrimenti l'avrei sentita uscirmi di bocca. Eppure...!
Mi scuso per il romanzo, sono molto agitata, e in più il mio psicologo non sa più come calmarmi.. Né posso permettermi uno psichiatra. Vi ringrazio dunque se vorrete rispondere! Saluti!
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
Lei stessa si rende conto che le Sue preoccupazioni di stasera sono infondate. Anche secondo me sono infondate. Il nocciolo del problema mi sembra di essere la paura di rimanere incinta dal Suo ragazzo. Forse è questo il tema da approfondire col Suo psicologo. Anche se nella realtà, nel contesto della vita odierna molte coppie hanno i rapporti sessuali per anni senza l'obbiettivo di gravidanza e anche senza l'obbiettivo di convivenza o di matrimonio..., in fondo c'è una contraddizione sul piano fisiologico e psichico. Non tutti lo vivono con tale preoccupazione come la quale lo vive Lei. Può darsi che per Lei, nel Suo caso individuale, questa contraddizione è particolarmente presente, anche se Lei può non rendersene pienamente conto..

Può essere un conflitto a livello dei desideri contrastanti, ma anche, non per ultimo un conflitto sul piano, se posso dire, morale, della coscienziosità. E proprio su questo ultimo piano si fa particolarmente sentito: tramite le misure di controllo quasi ossessive dell'assunzione della pillola, che può essere un epifenomeno, una manifestazione esterna di quello che ho scritto prima.

Che tipo di psicoterapia fa con lo psicologo del consultorio?

Dr. Alex Aleksey Gukov

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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
aggiungo che effettivamente la Sua situazione a livello emotivo, ideico e comportamentale può far sorgere l'ipotesi di un disturbo dello spettro ossessivo-compulsivo curabile potenzialmente anche coi mezzi farmacologici. Tuttavia, a differenza del disturbo ossessivo-compulsivo, nel Suo caso possono essere presenti motivi principali abbastanza chiari delle manifestazioni, non sono e non sono vissuti come illogici (la paura di non aver assunto la pillola stasera non è logica, ma la preoccupazione di rimanere incinta se ha i rapporti è logica). In ogni modo, Le posso consigliare di approfondirlo prima con lo psicologo, e dunque valutare con lui se è opportuna anche una visita psichiatrica per derimere i dubbi diagnostici e darLe eventualmente una cura medica. Lei scrive che non può permettersi uno psichiatra, facendo forse riferimento agli specialisti privati. Esistono però i Centri di Salute Mentale nel settore pubblico.
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dopo
Utente
Utente
salve,mi rifaccio viva dopo mesi perché la situazione va di peggio in peggio.continuo ad essere ossessionata dall'idea di una gravidanza, controllando la sintomatologia su internet e rompendo le scatole ad un sacco di medici. sospetto che nessuno mi sopporti più. non riesco più ad aver rapporti sereni col mio fidanzato, non riesco assolutamente a parlargliene per cui ogni volta ogni scusa è buona per evitare"incontri ravvicinati".mi sento alla deriva della pazzia,mi sento come una che non è capace di rialzarsi con le sue forze e non lo accetto.ho dei problemi con lo psicologo,suppongo che anche lui non riesca più a trovare qualcosa da dirmi.vorrei andare da uno psichiatra ma NON VOGLIO farmaci.a parte il fatto che gli psicofarmaci mettono in pericolo l'efficacia della pillola, poi non voglio assolutamente che la mia felicità o anche solo il mio buonumore siano per così dire fittizi, dati solo da uno psicofarmaco e non dal mio buon stato d'animo.
mi perdoni, sicuramente lei cosa potrà mai fare a distanza? è che mi sento persa,abbandonata,sola con tutte le mie paure. non voglio parlarne a nessuno, assolutamente nessuno, voglio essere vista come la me allegra di sempre e non come la pazza di turno, voglio mantenere quel poco di dignità che mi rimane,visto che spessoe volentieri ho comunque altre ansie su altre cose.insomma, non le sto chiedendo nulla in realtà,forse nemmeno una soluzione o un consiglio.ho solo bisogno di sfogarmi perché sta diventando insopportabile vivere in questo modo.cerco di stare il più possibile tra la gente e di tenere la mente occupata.ma la sera,prima di dormire,tutte le paure vengono a galla e uguale al mattino.tutte le mie giornate iniziano con la stessa,terribile domanda."sarò incinta?".e tutte le mattine mi chiedo quanto potrò resistere così..........
le auguro un buon weekend e mi perdoni per il lungo messaggio
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
<<..non le sto chiedendo nulla in realtà,forse nemmeno una soluzione o un consiglio.ho solo bisogno di sfogarmi..>>

Gentile utente,
accetto la necessità di sfogarsi che Lei ha espresso.

Lei però aggiunge:
<<..perché sta diventando insopportabile vivere in questo modo.>>

E dunque penso che sia comunque opportuno un mio commento (la lunghezza del quale chiedo in anticipo di perdonare).

Come Le scrivevo all'inizio, la Sua paura di essere incinta è logica e comprensibile, anche se sicuramente viene vissuta in maniera patologica. Tuttavia, la paura di rimanere incinta alla Sua età e nella Sua epoca della vita è del tutto normale e di per sé forse nemmeno questo è la radice del malessere. Non è l'unico problema.

All'epoca nella quale non esistevano gli anticoncezionali le donne erano costrette ad astenersi dai rapporti sessuali completi fino a quando le condizioni sociali ed il desiderio non fossero sufficienti per la decisione di avere un bambino. Allora le rispettive limitazioni nei rapporti erano la norma, ed il tema doveva essere affrontata con il partner, se non nei suoi particolari, sì nella maniera sottintesa, accordandosi ad esempio di aspettare il matrimonio che sottintende che ci siano le condizioni per una gravidanza. Anche il partner maschio era costretto a fare i conti con ciò, altrimenti sarebbe stato irresponsabile.

Con l'avvento degli anticoncezionali sembra che si può fare a meno di queste problematiche, ma solo apparentemente. Perché in realtà la paura di essere incinta non è l'unica fra le paure intime di una donna durante i rapporti sessuali ed i rapporti intimi in generale con un uomo (vedi in seguito (*).

Anche se si trattasse solo della gravidanza, con gli anticoncezionali sembra che si possa fare a meno di preoccuparsi, ma si può pensare che per questo motivo la donna e l'uomo alla nostra epoca hanno perso la capacità a confidarsi su questo tema importante ?

Lei scrive: "..non riesco più ad aver rapporti sereni col mio fidanzato, non riesco assolutamente a parlargliene..", "..mi sento persa,abbandonata,sola con tutte le mie paure.."

Dunque il problema è anche che non riesce a parlarne con il Suo ragazzo, il problema è anche nel rapporto fra di voi.

Forse Lei teme che le limitazioni nei rapporti intimi con lui possano essere non accettate da lui e daneggiare la vostra relazione ? Se è questo il timore, sembbra che Lei percepisca il Suo ragazzo come una persona che pensa solo a sé stesso. Come è lui in realtà ?

Forse Lei ha anche il timore di confidare a lui le paure che Lei stessa giudica come anormali ("..mi sento alla deriva della pazzia..", "..voglio essere vista come la me allegra di sempre e non come la pazza di turno"): forse pensa che conoscendo questi particolari di Lei, lui possa non accettarLa ? (In realtà, le Sue paure sono patologiche "nella forma", ma non "nella sostanza"). Se è questo il timore, allora forse Lei non ha abbastanza fiducia di lui ?

Se non adesso, in futuro, Lei desidererebbe di essere incinta da lui ? Possibile che in realtà Lei desidera la gravidanza (benché conflittualmente), ma non la desidera lui ?

(*) Durante i rapporti l'uomo introduce nella donna qualcosa che può cambiare il suo organismo, il suo ruolo nella vita, la psiche : ora intendo la gravidanza e la maternità. Ma anche lo stesso atto sessuale, senza rimanere incinta, è un permettere di entrare dentro di sé qualcosa di nuovo che affettivamente o simbolicamente può cambiarLa... Anche la stessa "pillola" anticoncezionale, benché dovrebbe prevenire il cambiamento, è sempre qualcosa che si introduce all'interno di sé stessa e simbolicamente può richiamare la paura di cambiamento.. Dunque è possibile che i modi ossessivi nell'assumerla e la paura che non sia ingniottita siano legate alla inconsapevole resistenza a prendere un farmaco, una pillola, mettere qualcosa di estraneo dentro di sé ? Rispetto ad altri farmaci (particolarmente quelli che teme che possano modificare qualcosa in Lei) Lei scrive chiaramente: "..non voglio assolutamente che la mia felicità o anche solo il mio buonumore siano per così dire fittizi, dati solo da uno psicofarmaco e non dal mio buon stato d'animo.."

Lei scrive anche: "..mi sento come una che non è capace di rialzarsi con le sue forze e non lo accetto."

Ad una certa epoca della vita noi tutti vogliamo acquisire la sicurezza, mettere alla prova le nostre proprie capacità nelle condizioni di indipendenza. A prima vista paradossalmente, ma del tutto comprensibilmente, ad esso possono essere però legati i timori di cambiamento, del futuro, di non farcela da soli o di non farcela se qualcosa cambiasse.. Sono vissuti che possono essere più accentuate nell'adolescenza, ma anche nella tarda adolescenza. (In realtà un organismo vivo e gli esseri viventi subiscono continuamente piccoli o grandi cambiamenti e influenze; saper integrarli nei modi che siano a proprio beneficio, come anche saper evitare i pericoli, è una capacità importante). E qui torniamo al Suo ragazzo, la relazione con il quale (non intendo solo sul piano sessuale) è in realtà di per sé una delle più importanti forze di cambiamento (un cambiamento che Lei possa temere ?), ma anche una fonte potenziale per affrontare i cambiamenti. Secondo me, è importante capire le problematiche della relazione con lui, delle quali i rapporti sessuali ed i rispettivi timori penso che siano solo una parte.

Lei scrive: "..ho dei problemi con lo psicologo,suppongo che anche lui non riesca più a trovare qualcosa da dirmi.." Penso che importante non è che lo psicologo riesca a trovare qualcosa da dirLe lui, ma che riesca a ispirarLe fiducia, essere una persona con la quale Lei non si sente giudicata o "incapace da sola", con la quale può permettersi di sfogarsi e di parlare Lei stessa (!): eventualmente anche degli argomenti che ho già toccato in questo mio commento. Se avvertirà che con lo psicologo attuale non ci riesce a sentirsi s Suo agio, bisogna cercare un altro psicologo.

Da uno psichiatra può andare anche senza accettare le cure farmacologiche. Non si va dallo psichiatra solo per le cure farmacologiche, ma anche e soprattutto perché aiuti ad inquadrare lo stato di malessere. Dunque, come la prima cosa, lo psichiatra dovrà cercare di fare la diagnosi, dunque potrà darLe le indicazioni per risolvere il problema: le indicazioni che possono essere sia farmacologiche sia non farmacologiche. Può darsi che lì dove riceve lo psichiatra (Le consiglio di andare al Centro di Salute Mentale) lavorino anche gli psicologi, ad uno dei quali lo psichiatra potrà indirizzarLa. Lei può anche prendere tempo e decidere di non accettare per ora quelle soluzioni che rifiuta. Nel mentre può andare comunque in visita, non perde niente.
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dopo
Utente
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Salve, non so perché non ho mai risposto al suo consulto, ma vedo solo ora e ci tenevo a scriverle due parole. Innanzitutto ricordo bene di aver letto la Sua risposta il giorno stesso in cui l'ha inviata e di aver pensato che è stato davvero gentile, fin troppo. Ha scritto un lungo messaggio e ha dato al mio problema un'attenzione che mai mi sarei aspettata calcolando che nemmeno mi conosce. Ci tengo anche a dirle che ho intensificato il numero di visite e sto cercando di risolvere il problema visto che ancora non mi lascia in pace, giorno e notte. Mi chiede del mio fidanzato, in breve le dico semplicemente che lo amo molto e ho paura possa stancarsi di vedermi nello stato in cui mi trovo ora, sempre preoccupata e distante, incapace di godermi i bei momenti che mi capitano! Ecco tutto, grazie ancora per la considerazione!