Disturbo bipolare, come aiutare il malato ad uscirne

Buongiorno,
Sono la nipote di una signora di circa 40 anni a cui, nel mese di marzo 2011, è stato diagnosticato un disturbo bipolare.
In realtà devo fare un passo indietro, i problemi infatti sono iniziati a inizio 2010, quando mia zia ha iniziato a entrare, secondo la mia famiglia, in depressione; Non usciva più di casa, non aveva alcun rapporto con i vicini, aveva delle fissazioni per quel che riguarda la salute di sua figlia (Ha una bambina di 7 anni celiaca, che per lei ha sempre rappresentato un problema. Per fare un esempio: Quando ci incontravamo insieme per cene di famiglia mia zia portava un contenitore con il cibo già pronto per la bimba, che era sempre poco e la bimba diceva di avere ancora fame ma la madre non le dava più niente perchè temeva problemi col colesterolo. Io e la mia famiglia siamo ben consapevoli invece che al giorno d'oggi una bimba celiaca non ha niente di meno di una bimba che può assumere normalmente glutine. Oppure, sempre quando è a casa nostra o dei genitori, non permette alla bimba di bere se ha sete, temendo che poi debba ricorrere al bagno), ogni giorno teneva lunghe telefonate con la sorella (mia madre) o la mamma ed era dimagrita veramente tanto.
Nel mese di agosto dello stesso anno mia madre è riuscita a convincerla ad andare qualche giorno al mare con lei, prendendo la bimba e lì c'è stato un grosso cambiamento. E' cambiata totalmente. E' tornata ad essere la persona attiva che conoscevamo, tant'è che non era mai in casa, si comprava varie cose e con la bimba nessun problema, anzi andavamo anche a mangiare la pizza al ristorante.
Ma nel marzo di quest'anno c'è stato di nuovo un crollo, di cui ancora non sappiamo spiegarci la causa, e delirava. E' stato necessario ricorrere al ricovero obbligatorio.La diagnosi è stata disturbo bipolare psicotico con stati di allucinazioni.Ha trascorso un mese intero nel centro di salute mentale, e i deliri sono scomparsi, ma mentre appena uscita dal centro ci ringraziava e sembrava veramente uscita dal tunnel in cui era entrata, dal giorno dopo ha iniziato ad essere nuovamente la persona che era l'anno scorso, in una sorta di depressione, problemi con la bimba, problemi col marito e dice che vorrebbe una vita diversa, che non è in grado di fare niente, che si sente sola, dice di non avere soldi, che la casa in cui vive l'ha rovinata(però quando noi le proponiamo di venire da noi lei si rifiuta perchè a quel punto invece dice che la sua famiglia è tutto per lei).Sono evidenti forti contraddizioni,ci sembra di capire che il vero problema è la sua difficoltà ad accettare gli eventi della vita in genere. E' in cura da una psichiatra e sappiamo che assume dei farmaci ma sappiamo anche che quando va al colloquio ne lei nè il marito parlano dei problemi (Il marito in questo senso è molto assente). Io e la mia famiglia non sappiamo più cosa fare, abbiamo provato a cercare un contatto con la psichiatra ma mia zia non vuole e senza il suo consenso non possiamo parlarle. Cosa fare
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Se la paziente non vuole che gli altri parlino con il suo medico non potete farci nulla. Dal punto di vista familiare è importante farle comprendere la necessità di curarsi in maniera costante e sotto il controllo specialistico.

Se vuole, per avere maggiori informazioni sul disturbo bipolare, può leggere questo breve articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/2-8-risposte-a-8-domande-sul-disturbo-bipolare.html

Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta.
Fermo restando questi aspetti, noi come familiari in che modo dobbiamo comportarci nei suoi confronti?
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Fornire vicinanza affettiva e supporto psicologico oltre che materiale, per quello che vi è possibile e che volete. Fare attenzione ai segnali di possibile alterazione psichica (alterazioni sonno-veglia, comportamenti anomali o bizzarri, idee e pensieri inusuali o non rispondenti alla realtà) e farli presente ai familiari più stretti in modo da poter comunicare con lo specialista.
Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta, la saluto cordialmente
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