I sintomi della depressione

Gentili Dottori,
Innanzitutto grazie per questa opportunità. Vi scrivo perché vivo all'estero da un anno e ho bisogno di una consulenza in Italiano visto che la mia conoscenza dell'inglese non e' tale da poter fare un discorso così articolato.
Quando ero in Italia sono stata in terapia per anni e, per alcuni periodi, ho preso antidepressivi e ansiolitici. In particolare negli ultimi anni Efexor 150 mg e Xanax gocce mattino pomeriggio e sera. Ora prendo solo 30 gtt Xanax la sera per dormire. Da qualche mese ho ricominciato a sentire i sintomi della depressione e dell' ansia. Mi sono rivolta al medico (l'equivalente del nostro medico generico) che mi ha prescritto l'Efexor 75 sapendo che mi ero trovata bene in passato. Ho ripreso la terapia ma sono stata malissimo con lo stomaco tanto da doverlo interrompere quasi subito. In alternativa mi ha prescritto lo Zoloft.
Io mi ero trovata molto bene con l'Efexor perché mi aiutava a controllare anche una certa irascibilità.la mia domanda e' la seguente: lo Zoloft può aiutarmi anche nel controllo dell'ansia e Dell'irritabilita?
Vi ringrazio anticipatamente.
Dato che con l'Efexor mi trovavo bene anche perche'mi aiutava a controllare l'irritabilita', la portata degli eventi, chiedo: può andare bene lo Zoloft?
Ps: nei miei dati risulto sottopeso perché ho sbagliato a compilare i dati richiesti: sono alta 165 cm e peso 54 kg.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
lo Zoloft (nome chimico: sertrlaina), dopo un certo periodo di assunzione, ha effetti antidepressivi e ansiolitici, dunque dovrebbe aver effetto anche sull'irritabilità se questa è causata dallo stato depressivo. Tuttavia, ha un meccanismo d'azione diverso rispetto all'Efexor (nome chimico: venlafaxina). Lo Zoloft agisce principalmente sul sistema di serotonina e un po' su quello di dopamina; l'Efexor invece agisce anche sul sistema di noradrenalina. Gli effetti possono essere un po' diversi.

Se Lei si è trovata bene con l'Efexor, più logico sarebbe stato tornare a questo farmaco oppure ad uno con caratteristiche più simili (appartiene alla classe SNRI = inibitori selettivi della ricaptazione di noradrenalina e di serotonina). L'unico altro farmaco di questo gruppo è la Duloxetina, anche se non è al 100% la stessa cosa rispetto alla Venlafaxina. Ne parlerei eventualmente col medico, che è lui che dovrà valutarlo.

Sarebbe però il caso prima di tutto capire come mai, dopo aver assunto a lungo l'Efexor (venlafaxina), ora non lo tollera. Può dipendere dalle altre cause? In che stato è la Sua salute generale in questi tempi? Assume altri farmaci? Soffre di altre malattie?

Per evitare gli effetti indesiderati gastro-intestinali, è meglio assumere la Venlafaxina dopo i pasti, a stomaco pieno. L'intollerabilità può dipendere anche dalla formulazione commerciale di Venlafaxina se è diversa da quella che assumeva in Italia.

Un'altra possibilità (!) è che la Venlafaxina a dosaggio medio- basso (75 mg) può essere più attiva sui sistemi di serotonina e dunque dare più sintomi a livello gastro-intestinale (tipici degli antidepressivi serotoninergici), mentre a dosaggio più alto (come lo assumeva in Italia) ha un'azione più spiccata a livello del sistema di noradrenalina e, paradossalmente, potrebbe essere meglio tollerata dal punto di vista gastro-intestinale. Prova a parlare anche di questo col medico al quale si è rivolta. Non prenda le decisioni da sola, ma assieme con lui. Per quanto riguarda questo consulto, è solo ai fini informativi.

Devo anche aggiungere che nella Sua descrizione manca la diagnosi precisa. In Italia è stata fatta?

Dr. Alex Aleksey Gukov

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Utente
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Gentile Dottore,
Grazie! e' la prima volta che accedo ad un forum e mai pensavo di ricevere una risposta in tempo così brevi...in più in Italia sono le 22 passate. Grazie ancora.
Che io sappia, non ho altre malattie. In Italia ho avuto un episodio di depressione forte intorno ai 20 anni ( veramente duro) che lo psichiatra ha curato con il Seroxat 20 mg e un ansiolitico che non
Ricordo.
Poi ho avuto anni fa un altro periodo pesante dovuto ad un evento stressante della mia vita a seguito del quale ho sofferto di una forma depressiva diversa dalla prima. (nel primo caso ero apatica, desideravo solo dormire, piangevo in continuazione, non mi curavo più, e' durato un anno ed e' stato l'anno peggiore della mia vita. Nel secondo episodio ero più sul versante ansioso ( e' il caso dell'Effexor)
Ora vivo in Usa per motivi di lavoro, si tratta di un trasferimento temporaneo, ancora un anno e mezzo e poi rientro in Italia. Una diagnosi precisa di depressione mi e' stata fatta la prima volta, nel secondo caso si e' parlato di depressione e ansia.
Grazie ancora Dottore.
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Ha mai considerato la possibilità di un approccio non soltanto farmacologico alle sue difficoltà, valutando i possibili fattori psicologici individuali e ambientali in gioco?

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

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Utente
Utente
Ho già fatto un lungo percorso di psicoterapia quando ero in Italia, pensando a come stavo quando ho iniziato, le posso dire che un miglioramento c'e stato. Francamente mi sono un po' rassegnata all'idea che dovrò convivere con questa condizione che ciclicamente ritorna e fa stare male. Ora, vivendo negli Usa, diventa difficile pensare di ripartire con un nuovo percorso terapeutico in una lingua che non e' la mia.
Ho affrontato le mie difficoltà con tutti gli strumenti a mia disposizione: terapia, farmaci e scelte esistenziali volte ad un miglioramento. Più di così che fare Dottore?
Grazie
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Vedendo la vita come un ciclo in cui ci sono fasi più difficili e fasi più facili, fisiologicamente, e in più difficoltà prodotte da eventi e circostanze stressanti oltre un certo limite, non è assurdo pensare che in certi momenti una persona abbia bisogno di aiuto, per superare quel momento, e poi possa fare un tratto da sè, e poi magari avere bisogno di un'altra 'spinta', di nuovo, per superare un altro tratto difficile.
Convivere con le proprie difficoltà credo che sia uno dei grandi raggiungimenti umani, che permette di trovare un equilibrio abbastanza buono per andare avanti, se poi magari uno può imparare a evitare certe trappole in cui a volte si butta da sè, è meglio.
Può forse chiedere consiglio (per email?) al suo vecchio terapeuta?
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dopo
Utente
Utente
Purtroppo il mio terapeuta non utilizza internet. Quando rientro in Italia vado sempre da lui a fare quella che io scherzosamente chiamo " revisione". Conosco le trappole di cui lei parla, purtroppo non sempre riesco a riconoscerle in tempo prima di finirci dentro. A volte riesco a recuperare le mie consapevolezze e ad agire di conseguenza, a volte ritorno nel mio "copione di vita" tanto brutto ma tanto tristemente familiare.
Ringrazio tanto tutti voi che vi dedicate a questo forum e che rispondete così prontamente.
Grazie davvero di cuore
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Grazie Lei di aver utilizzato questo spazio.
Cordialmente