Anafranil

Egregi Dottori,
mi permetto disturbarvi per porre un quesito: ormai da circa 20 anni, per attacchi di panico e forte ansia, assumo Anafranil SR75 1 cp. al mattino e devo dire che a livello di umore stò bene. Ovviamente gli effetti collaterali ci sono, da sempre, anche se non sono insopportabili: secchezza fauci, maggiore sudorazione (adesso sono pure entrata in menopausa con le classiche vampate!), e....,questo è il mio dilemma, appetito.Onestamente non sono in grado di garantire che la mia forma di bulimia sia stata contemporanea all'inizio dell'assunzione dell'Anafranil, a volte penso che non abbia nulla a che fare, in realtà non lo so. Rimane comunque il fatto che, sia che durante il giorno mangi poco o tanto, dal tardo pomeriggio inizio ad avere una gran voglia di dolci (tra l'altro io sono sempre stata molto golosa) e se non faccio "il pieno" dopo cena, il problema continua anche di notte con due o anche tre risvegli per mangiare solo ed esclusivamente dolciumi in grosse quantità.
Nel corso degli anni, dietro consiglio psichiatrico, ho provato a sospendere l'Anafranil (un disastro: ansia e depressione!) e a cambiare farmaco: Seroxat, Prozac, Elopram (che sembrava funzionare bene ma ho dovuto sospenderlo perchè mi causava forte prurito diffuso), Topamax in parallelo con Anafranil (questo è l'unico che ha funzionato con l'appetito, ma solo per qualche mese, e mi provocava forte formicolio ai piedi), ma senza successo. I vostri colleghi mi hanno suggerito, in poche parole, che se stò bene con l'Anafranil di lasciar perdere tutto il resto, di continuare con questo farmaco e di non farmene un cruccio perchè mangio e che io in realtà non volgio lasciarlo. Ah, mi stavo dimenticando di dirvi che io non vomito, sono cosciente quando mangio e sono pure soddisfatta, vado a letto e torno a dormire come un neonato! La mattina successiva però ho sensi di colpa e sono arrabbiata con me stessa perchè non riesco a controllarmi.
Vi faccio presente che non ho nessun problema nè in casa nè al lavoro, anzi mi ritengo una persona fortunata.
Dovrei continuare con l'Anafranil che mi fa stare bene e continuare a mangiare che non mi fa bene perchè ingrasso e ho il colesterolo alto (assumo le statine)?
Vi ringrazio di cuore e vi saluto affettuosamente.

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Sta forse chiedendo una sorta di consiglio sul continuare o meno con anafranil?

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
la fame per i dolci capita nel contesto degli effetti collaterali da triciclici (cui anafranil fa parte), ma non ne è specifica. Non escludo che, per quanto riguarda l'appetito, possa trattarsi di due componenti diversi: un farmaco triciclico aumenta l'appetito, in più la fame specialimente per i dolci può derivare anche da un altro problema (o problemi). Quali altri problemi ? Ad esempio, le problematiche di bilancio glicemico che col tempo si potevano instaurarsi, ed il maggior fabbisogno dell'energia in proporzione alla maggiore massa corporea. E non scarterei neanche una forma depressiva mascherata. Lei mi può dire di no, Lei ha persino specificato che non ha "nessun problema nè in casa nè al lavoro, anzi.." si ritiene "una persona fortunata", inoltre con anafranil sta bene. Tuttavia, non dimentichiamo che anche il cibo, in particolare i dolci, è un ben noto "rimedio" antidepressivo (quanto sia ottimale è un discorso a parte). Lei sta bene. Ma prova a non concedersi il Suo "vizio" dei dolci, come starà? Ecco, è questo che intendo per la depressione "mascherata". Esiste una particolare forma della depressione caratterizzata proprio dalla fame per i dolci e dall'umore che è peggiore la sera rispetto al mattino.

Dunque, indagherei in tutte le direzioni alle quali ho accennato. In particolare per quanto riguarda l'ambito del bilancio glucidico e in particolare per quanto riguarda l'ambito psihiatrico, dove, secondo me, è arrivato ormai il tempo a fare una rivalutazione diagnostica e dell'efficacia del trattamento. Intendo che è possibile che il disturbo non sia limitato solo al Disturbo da Attacchi di Panico, ed intendo che, nel caso nel quale stessimo parlando del decorso del Disturbo da Attacchi di Panico una cura che dura 20 anni senza la remissione della malattia fa sospettare che sia stata curata insufficientemente, perché non è un decorso abituale di tale disturbo. Ad esempio, oltre alla farmacoterapia, per tale disturbo è stata impiegata anche la psicoterapia ? con quali risultati ? Altrimenti, se è stato fatto tutto il necessario, ma il disturbo è rimasto cronico, posso ipotizzare, come ho già accennato, che si tratti di un altro disturbo, ... oppure anche della difficoltà a scalare l'anafranil, dato che esistono gli effetti collaterali da sospensione degli antidepressivi.

Queste sono comunque solo le ipotesi espresse a distanza: per quanto riguarda la parte psichica e psicofarmacologica vanno valutate dal Suo specialista psichiatra con una visita dal vivo.



Dr. Alex Aleksey Gukov

[#3]
dopo
Utente
Utente
Grazie, siete sempre estremamente cortesi e solleciti.
Al dott.Ruggiero rispondo: si, è vero, ho bisogno di un consiglio su come procedere.
Al dr.Gukov rispondo:
quando è subentrato il problema della fame di dolci, ho eseguito degli esami di laboratorio per verificare che non si trattasse di un problema metabolico, ma è risultato tutto negativo. Per quanto riguarda la psicoterapia, non ho mai fatto nulla, onestamente non ci credo molto, è un percorso lungo da intraprendere e alla mia età (51) non ne più voglia.Ho sempre sostenuto che la terapia farmacologica sia la scelta più sicura e facile.
In realtà sono confusa, non so più cosa devo fare, "amo" l'Anafranil ma vorrei lasciarlo (perchè è un farmaco vecchio e forse esiste qualche molecola migliore), vorrei non assumere più psicofarmaci ma sono terrorizzata al solo pensiero di rimanere "da sola", senza il mio bastone.
Chi lo sa qual'è la cosa giusta da fare?
Egregi Dottori, Vi ringrazio e Vi saluto cordialmente.
[#4]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Egregia utente,

<<..Chi lo sa qual'è la cosa giusta da fare?..>>

Se il Suo consulto è atto a trovare una soluzione pratica e non solo condividere con noi lo stato di dubbio, Le ho suggerito che cosa secondo me è giusto da fare (rivalutazione della situazione, diagnosi e cura, con il Suo specialista, che spero ci sia uno che La segue).

<<..quando è subentrato il problema della fame di dolci, ho eseguito degli esami di laboratorio per verificare che non si trattasse di un problema metabolico, ma è risultato tutto negativo..>>

Su questo punto cerco di spiegarmi meglio. Non mi riferivo all'epoca alla quale è subentrato il problema. Il problema metabolico, più che essere la causa iniziale, può essere l'eventuale conseguenza delle Sue abitudini alimentari, e dunque può diventare una causa aggiunta. I rispettivi controlli, non basta farli all'inizio, è importante farli anche come un monitoraggio.

A proposito delle cause metaboliche aggiunte nel senso lato terrei in considerazione anche l'effetto della menopausa (anche lì sono consgliabili alcuni controlli specifici e di routine, che conoscono bene il ginecologo o il medico di base).

<<..Per quanto riguarda la psicoterapia, non ho mai fatto nulla, onestamente non ci credo molto, è un percorso lungo da intraprendere e alla mia età (51) non ne più voglia.Ho sempre sostenuto che la terapia farmacologica sia la scelta più sicura e facile..>>

Non è necessariamente un percorso lungo, questo è uno stereotipo che nasce da alcuni metodi che anni fa hanno quasi monopolizzato il campo della psicoterapia, ma ignora l'esistenza degli altri metodi di psicoterapia.

Che Lei abbia le proprie idee su quali scelte nella medicina siano più opportune è un Suo diritto, ma non significa che abbia ragione e non significa che può deciderlo Lei da sola, lo decide lo specialista. Ovviamente non si può fare la psicoterapia, nemmeno breve, a tutte le persone e soprattutto non può essere efficace se la persona non è motivata, dunque non si impegna e non collabora. Tuttavia, lasciando da parte la psicoterapia, anche con la farmacoterapia forse c'è una tendenza di fare quello che ritiene opportuno Lei: vorrebbe non assumere più gli psicofarmaci, ma teme (non vorrebbe) rimanerne senza..

Il problema è che Lei subordina le scelte a quello che vorrebbe Lei. Invece le scelte nell'ambito delle cure non spettono al paziente, ma al medico. Il problema è forse anche il non riuscire ad affidarsi alla valutazione e alla decisione medica, però una persona non può curarsi da sola. Vorrei chiederLe: quanto tempo fa ha fatto l'ultima visita psichiatrica ?


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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Purtroppo il servizio non consente di fornire consigli in merito alla procedura da attuare per la sospensione o la variazione farmacologica.

Di fatto, è una possibilità che può avere solo attraverso la visita diretta e credo che difficilmente il farmaco sarà cambiato a seguito delle numerose valutazioni già praticate e gli insuccessi terapeutici con altri farmaci.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per la Vs.cortesia, parlero' per prima cosa con il mio medico di famiglia per farmi consigliare quali esami eseguire.
L'ultima visita psichiatrica l'ho fatta esattamente un anno fa. In quella sede mi è stato prescritto l'Elopram da sosturuire lentamente all'Anafranil: quando sono arrivata alla totale sospensione dell'Anafranil e in parallelo alll'assunzione della dose stabilita (15 gcc.) ho iniziato ad evere forte pruerito diffuso e lo psichiatra mi ha consigliato di ritornare as assumere l'Anafranil (è un ottimo medico ma io sono una pessima paziente). Mi è dispiaciuto molto perchè a livello di umore stavo benissimo, non avevo più secchezza delle fauci ed ero contenta. Potrebbe anche essere che il prurito non fosse causato dal Citalopram e l'insorgenza in contemporanea all'assunzione del dosaggio necessario fosse solo una casualità? Forse dovrei riprovarci.

Cordiali saluti

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