Nessuna delle quali ha parlato di disturbo ossessivo compulsivo

Sono una ragazza di 22 anni e nutro il dubbio di soffrire di questo disturbo da molto tempo. Infatti, ricordo che già alle elementari ero particolarmente precisa nella scrittura e nello svolgimento dei compiti a casa. Alle superiori strappavo le pagine dei quaderni quando non mi piaceva la calligrafia. La diligenza in ambito scolastico è ancora oggi una mia caratteristica (devo dire positiva) e spesso quando devo ripetere in vista di un esame perdo molto tempo, perché voglio che il discorso sia preciso e fluente.
Sono molto precisa anche in casa, mi piace l'ordine e la simmetria, caratteristica che ho decisamente preso da mia madre. Da piccola ricordo che sistemavo i pastelli in ordine di colore, molto minuziosamente e che quando andavo a casa di un'amica un pò disordinata mi divertivo a sistemare i suoi cassetti.

In realtà, a parte il fatto che perdevo e perdo tempo inutilmente (anche se meno di una volta) questi aspetti del mio carattere non mi hanno mai preoccupato e anzi mi aiutano ancora oggi a raggiungere grandi risultati.

Sono anche molto organizzata nelle amicizie, nell'organizzare la giornata, i viaggi, ecc. Ma a volte mi chiedo se quest'esigenza di organizzazione non mi faccia perdere di vista quel che realmente ho voglia di fare, facendomi cadere un attimo in "depressione".

In realtà il vero problema sono stati i pensieri che da tre anni a questa parte mi hanno turbata. Ricordo un solo episodio, in età adolescenziale, in cui leggendo un libro il cui protagonista riceveva la vocazione, io mi preoccupai senza motivo di dover/voler diventare suora.

Invece ultimamente i pensieri che mi hanno ossessionato sono stati "amo o non amo il mio ragazzo?", "sono lesbica?", "sono pedofila?" e altri pensieri osceni che mi turbano notevolmente.

Sono stata in terapia da due diverse psicoterapeute, nessuna delle quali ha parlato di disturbo ossessivo compulsivo. Secondo la psicoterapeuta da cui sono attualmente in cura, si tratta di una forma d'ansia con tendenze ossessive, ma non di un vero e proprio disturbo.

Mi fido di lei, e l'anno scorso mi è stata di grande aiuto, ma il fatto di avere continue ricadute mi fa venire il dubbio che il mio problema sia ormai cronicizzato e che non vi sia via d'uscita.
Ho paura di peggiorare, ma spero che con la terapia tutto migliori.

Secondo la mia psicoterapeuta la situazione non è assolutamente grave e non vede l'esigenze di utilizzare farmaci.

Su internet però ho letto spesso che la terapia deve essere associata a dei farmaci per ottenere risultati. Insomma, ho molti dubbi e spero che voi, gentili dottori, possiate aiutarmi a fare chiarezza.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente

Non ha chiarificato se la sua psicoterapeuta è anche medico o psichiatra.

Comunque in presenza di uno scarso beneficio dal trattamento psicoterapico potrebbe essere utile considerare la possibilità di un trattamento farmacologico che va valutato da uno psichiatra con visita diretta.

Ciò che descrive può appartenere al DOC ma la diagnosi andrebbe affinata con la visita.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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dopo
Utente
Utente
è laureata in psicologia clinica.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Scusi ma deve essere anche specializzata in psicoterapia, la sola laurea in psicologia clinica non abilita alla psicoterapia.

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dopo
Utente
Utente
Sì mi scusi è iscritta all'albo degli psicologi ma ha conseguito anche una specializzazione in psicoterapia.

Dovrei rivolgermi ad un'altra psicologa?
Colgo l'occasione per chiederle un'altra opinione. A ottobre dovrei iniziare un trattamento con l'isotretinoina (per intenderci Roaccutan e Aisoskin) per l'acne. Tra gli effetti collaterali vi è la depressione. Mi consiglia di rimandare la cura, che è molto pesante, ad un altro momento?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

un effetto collaterale di un farmaco è possibile ma non certo.

Il trattamento con Roaccutan richiede anche altre accortezze e va, quindi, prescritto con particolare attenzione nelle pazienti donne in età fertile.

Per quanto attiene alla psicoterapeuta, sono del parere che l'indicazione ad un trattamento farmacologico sia appannaggio di chi è iscritto ad un ordine dei medici, pertanto, pur essendo la dottoressa in una disciplina affine che riguarda le malattie mentali, ritengo non possa avere le competenze per stabilire se il suo disturbo debba essere trattato o meno farmacologicamente, anche se conoscesse a memoria il prontuario farmaceutico.
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dopo
Utente
Utente
Ma lei consiglierebbe di rimandare il trattamento con Roaccutan?

Quindi dovrei contattare uno psichiatra?