Una moderata ansia generalizzata

Salve, desidero ricevere dei pareri in merito alla cura che sto facendo.
Innanzitutto vorrei raccontare brevemente la mia storia età 48 anni, sposato con figli, libero professionista, da 20 anni (dall'ingresso nel mondo del lavoro) soffro di una moderata ansia generalizzata.
Ho sempre evitato l'approccio farmacologico (penso proprio per l'ansia che mi fa vedere tutto un po' pericoloso) se non due sole volte nei tempi passati con Sereupin e Alprazolam per non più di 4 mesi.
Terapia psicologica svolta per 10 anni, 2 anni con uno psicologo (una seduta settimanale) , 4 anni con un altro psicologo sempre una seduta settimanale, ed altri 4 anni con uno psicanalista (tre sedute settimanali).
L'analisi seppure di grande aiuto, una vera crescita personale, non è riuscita a neutralizzare quel sottofondo ansioso che mi porta ad essere sempre un po' preoccupato in particolare nelle relazioni con gli altri o immaginare scenari esageratamente minacciosi o rischiosi di vario tipo nel normale svolgere della mia vita.
Negli anni si è anche cronicizzata una forma di auto osservazione come reazione all'ansia un costante interrogarmi su possibili soluzioni accompagnate da prove reali di rimedi vari tipo :omeopatia, fitoterapia, meditazione etc. con scarsi risultati considerato che il mio approccio era sempre connotato da un'ansia di riuscita.
Tutto questo nel tempo ha prodotto sul mio corpo: grosse difficoltà digestive tantissima aria nello stomaco che provoca extrasistole, sbalzi di pressione e forse anche aumento di colesterolo considerato che il suo innalzamento coincide con l'epoca di inizio dell'ansia.
Adesso conscio del fatto che l'analisi oltre quanto mi ha dato non può darmi ho deciso di rivolgermi ad uno psichiatra che mi ha prescritto il Cymbalta da 30mg.
Lo prendo da due mesi e mezzo stranamente ho sentito fin da subito un effetto migliorativo sull'ansia ed oggi sto propio bene.
Le somatizzazioni finite, ho ripreso la corsa tre volte settimana, prima non riuscivo il battito mi restava accellerato per l'intera giornata adesso recupero subito, vedo la vita non più minacciosa mi relaziono con più naturalezza partecipo ad eventi che prima evitavo dedico più tempo alla famiglia senza quella pressione spesso inutile che mi faceva sempre sentire non efficiente o non produttivo.
Lo psichiatra però già mi dice che il prossimo mese devo cominciare ad interrompere la cura prendendo il farmaco a giorni alterni.
Allora mi chiedo considerato che per esperienza gli psichiatri che ho incontrato alcuni pensano che la cura vada fatta per pochi mesi altri invece parlano almeno due anni, cosa consigliate di fare?
Io vorrei continuare la cura infatti sono sicuro che al momento sto bene grazie al farmaco e mi sono stancato di vivere sempre con l'ansia,
unico problema (se è un problema) sono le Transaminasi un po' più alte :
Got a 45 e GPT a 66 e Gamma GT nella norma.
Prendo anche Totalip da 10 mg e Rimapril da 2.5 mg ma le transaminasi prima erano ok.
Grazie.





[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Interrompere una cura già dopo poche settimane ? Mi sembra un''assurdità. E' fuori da ogni logica per il trattamento dei disturbi di questo tipo.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dottore, ne approfitto per chiederLe quanto presumibilmente dovrebbe durare la cura per i miei disturbi per evitare recidive e se le transaminasi un po' più alte della norma possono per lo stesso periodo restare tali senza rischi.
Grazie ancora.
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Le transaminasi "un po' più alte" (non è chiaro quanto, ma insomma diciamo sotto i 100) possono dipendere da svariati fattori e variare nel tempo. Se e quando ricontrollarle o come interpretarle lo decide il medico che le ha prescritto gli esami.

La durata della cura è variabile, ma cure inferiori ai due anni hanno, nei disturbi d'ansia, percentuali di recidiva abbastanza alte nel corso di mesi successivi alla sospensione.
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