Ansia che sta peggiorando

Salve Dottori, ho deciso di iscrivermi in questo sito per chiedere un vostro parere circa la situazione che sto attraversando da qualche settimana: da circa due anni sono in cura per ansia, doc e attacchi di panico che avevano portato con se anche alla depressione. Fin da quand'ero ragazzino a periodi ho sofferto di questi disturbi senza mai rivolgermi a nessuno, passava tutto da solo dopo mesi di agonia. Due anni fa tuttavia la situazione si era aggravata con gli attacchi di panico mai provati prima ed ero diventato una larva che non usciva nemmeno più di casa, così la decisione di rivolgermi al medico di base, lui mi indirizzò ad uno psichiatra che mi prescrisse 10 gocce di Cipralex al giorno, dopo circa un mese si videro leggeri segni di miglioramento ma niente di eccezionale e quindi alzò la cura a 15 gocce al giorno, la situazione migliorò ancora ma non riuscivo a guarire, disse che c'era la possibilità di salire a 20 gocce ma ero troppo giovane secondo lui e quindi preferì farmi affiancare da una psicoterapeuta: iniziai entusiasta il percorso con la terapeuta e nel giro di poche settimane la terapia combinata mi risollevò: non ebbi più attacchi di panico, interruppi la catena dei doc, la depressione si affievolì e l'ansia fece lo stesso. Conobbi una ragazza che divenne la mia ragazza e la situazione migliorò ancora di più tanto che dopo qualche mese di cure non avevo praticamente più sintomi, solo qualche ricaduta sporadica dalla durata di 2-3 giorni al massimo. Dopo qualche mese la relazione con la ragazza fini e tornò un po' di depressione ma passò abbastanza in fretta. Ormai da mesi non avevo più sintomi e così la psicoterapeuta mi comunicò che potevamo iniziare a concludere la terapia, ero d'accordissimo in quanto stavo bene ormai da tempo e sentivo di poter camminare da solo con le mie gambe, lo stesso psichiatra mi avvisò che dalla seduta successiva avremmo potuto iniziare a scalare il cipralex...un mese fa il disastro: un incidente casalingo mi fece venire un attacco di panico, da quell'attacco di panico si scatenò nuovamente il circolo vizioso dell'ansia, tornò un principio di depressione, poi la mazzata finale: un'influenza da 10 giorni mi sta costringendo a stare a casa senza contatti col mondo esterno, la testa è tornata in tilt e i doc si sono ripresentati prepotentemente. Ho contattato telefonicamente lo psichiatra non potendomi presentare di persona al suo studio e dopo avergli raccontato tutto mi ha confermato le 15 gocce di cipralex dicendo di aspettare un paio di mesi e vedere come si evolve la situazione, martedì vedrò la psicoterapeuta e le chiederò di prolungare la terapia perché a parer mio questo crollo non è normale e l'idea di rimanere solo mi terrorizza. Il problema maggiore è che a breve avrò gli esami universitari e al momento non riesco a studiare. Secondo voi è normale questo crollo improvviso? cosa posso fare più di quel che ho già fatto per tornare al benessere del mese scorso? La verità è che mi sembra di essere tornato indietro di due anni e l'idea di rifare tutto da capo mi terrorizza anche perché è stato un percorso molto duro e faticoso
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Non è più la stessa persona che era prima di iniziare la psicoterapia, ora ha strumenti per controllare l'ansia, e in più ha verificato che la terapia farmacologica funziona e non le dà effetti collaterali di rilievo. Le ricadute sono da mettere in conto, però durano meno e sono meno intense, a patto di vivere il presente senza anticipare troppo: ora deve riprendersi dall'influenza e ridurre il livello di ansia, se pensa adesso agli esami e allo studio fa un vero "training" psicologico... al contrario! E' piuttosto comune che in un momento di crisi siano necessari uno o più incontri con lo psicoterapeuta.

Franca Scapellato

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa la ringrazio molto per la tempestiva risposta, effettivamente ho notato che rispetto alla caduta di due anni fa ora la condizione non è altrettanto critica e a sprazzi riesco pure a tenere sotto controllo i sintomi, tuttavia ci sono momenti in cui prendono il sopravvento, soprattutto i pensieri ossessivi e li diventa un problema perché mi pongono in una condizione di disagio interiore molto intenso. La cura effettivamente ha dimostrato di funzionare e forse anche per quello non mi sento completamente abbandonato come nella caduta principale dove inizialmente non avevo nessuna cura. Lei mi consiglia quindi di pensare in primis a guarire dall'influenza e poi provare a riprendermi dal resto? Lo studio mi consiglia di metterlo momentaneamente da parte?
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
In questi giorni si riposi, poi quando martedì parlerà con la sua terapeuta deciderete il da farsi.
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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa, sono completamente guarito dall'influenza, sono andato dalla psicoterapeuta e abbiamo parlato ma nonostante questo i sintomi sono rimasti invariati e invalidanti, a questo punto mi ritrovo a un mese dall'inizio della ricaduta, devo iniziare a preoccuparmi?
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Preoccuparsi non aiuta, anzi.
E' una ricaduta, come le ho detto succede, è difficile che i disturbi se ne vadano per sempre. Un unico colloquio con la psicoterapeuta non è sufficiente, e forse anche la terapia va rivalutata.
L'obiettivo al momento è quello di tornare a stare bene, con l'umore sereno e senza pensieri ossessivi.
Se invece, come fanno quasi tutti, la sua idea è "dovrei essere già guarito e aver scalato tutte le medicine" può solo andare ancora più in ansia, e non vuole questo, no?
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