Parente che si è suicidato

Gentili dottori,
Vi scrivo per avere delle indicazioni su come aiutare mio padre, che sta subendo il lutto per un fratello suicida.
Mio zio aveva problemi economici e familiari. Aveva chiesto aiuto più volte a mio padre, che però non poteva dargli nulla di concreto, dal momento che è un impiegato senza entrate diverse dal proprio stipendio.
Prima di suicidarsi aveva avvisato mio padre del gesto che stava per compiere, ma lui non ha creduto che l’avrebbe fatto davvero.
Ora sta male, sente enorme il peso di questa tragedia su di sé, si dà mille colpe (“avrei potuto aiutarlo”, “avrei dovuto capire”).
la situazione sta peggiorando di ora in ora.
Lui si sente colpevole perché mio zio gli aveva chiesto aiuto fino all’ultimo.
Ora mio padre sente che avrebbe potuto e dovuto fare mille cose ma non le ha fatte.
Si sente come l’unico che avrebbe potuto salvarlo, ma non è così.
Mio zio aveva problemi economici e, di conseguenza, familiari: la moglie aveva chiesta la separazione e i figli non gli parlavano più.
Mio padre si è convinto che se lui avesse fatto uno sforzo economico avrebbe salvato la vita del fratello e gli avrebbe permesso di ricostruire tutto.
Ma un piccolo prestito non avrebbe cambiato la situazione di mio zio, che era parecchio compromessa.
Non sappiamo come aiutare mio padre.
Sono molto spaventata per quello di cui si sta convincendo e per come sta reagendo.
Come possiamo aiutarlo? È necessario l’intervento di uno psichiatra? O di uno psicologo?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Suo zio e suo padre hanno una storia psichiatrica ? A parte il senso di colpa comprensibile, che magari poi razionalmente uno critica, Lei vede comportamenti o dichiarazioni di suo padre che vanno al di là di un normale lutto o di un normale dispiacere ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Attivo dal 2018 al 2021
Ex utente
Grazie per la risposta, dottore.
Onestamente no.
Vedo un uomo distrutto, che si attribuisce la colpa di quello che è successo, che sente di non aver fatto tutto quello che poteva per salvare il fratello.
Non vuole parlare con nessuno, non vuole andare ai funerali per non incontrare le persone, non vuole tornare a lavoro, non vuole vedere i nostri parenti.
Non vogliamo che si chiuda, ma non vogliamo neanche forzarlo a fare ciò che non si sente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Beh, ad esempio non vuole tornare al lavoro, questo non è scontato quando uno ha un lutto.
Può portarlo a far vedere da un medico, o da uno psicologo. Magari se è passato poco non riceverete una diagnosi definitiva, ma comunque un inquadramento può giovare.