Disturbo bipolare e problemi di memoria causa terapia

Parte 1, presentazione. Gentilissimi, sono uno studente di ingegneria elettronica di 25 anni ad un paio d esami dalla laurea specialistica, si prevede a pieni voti. Pratico terapia cognitivo comportamentale da diversi anni con uno psicologo che mi ha diagnosticato un disturbo borderline di personalità e paura Dell abbandono (e non so cosa altro) . Nel corso degli anni ho cercato di assumere meno farmaci possibili anche perché i primi tempi (anni) inconsapevole del mio disturbo, almeno della sua etichetta. Quando l ansia ingestibile emerse, iniziai ad assumere xanax, che assunsi di lì per anni a dose 1,5mg. Dopo 2 anni avvenne un forte episodio di depressione maggiore durato diversi mesi. Assunsi dunque daparox 20 mg per quei mesi. Preciso che di lì inizio un abuso smodato di canne 24h (anche 20 al giorno) che comunque avevo assunto regolarmente fino ai 20. Smisi quando diventarono un costante trigger per ansia nevrosi etc.. Passata la depressione e l uso di canne continuai ad assumere xanax 1,5mg e dopo mesi ricominciai a rimettermi sui libri. Così per diversi mesi.
Circa 10 mesi fa ho deciso di rivolgermi ad uno psichiatra, collega del mio psicologo dal quale è stato riferito il mio quadro. Immaginavo già quale fosse la strada che mi avrebbe presentato, anche perché un anno prima già mi fu proposta una cura con lamictal che rifiutai.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
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Utente
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Si, mi scuso ma c'è un limite massimo di caratteri nella richiesta di consulto. Segue la seconda parte. ...Questa volta però ero mosso dalla consapevolezza Dell inadeguatezza di assumere 1,5mg alprazolam (inefficace e accusavo dei problemi di memoria) ed avevo metabolizzato il taboo della terapia farmacologica con anticonvulsionanti.
Ho iniziato con 75mg lamictal, 5gtt cipralex, 10 gtt Surmontil. Per lo psichiatra credo proprio io sia un bipolare data anche la terapia farmacologica, da qui il titolo del consulto. Sinceramente non mi interessa più di tanto la diagnosi dato che non ne ho bisogno e comunque mi provoca sofferenza sapermi bipolare. All inizio proprio mi distruggeva, col tempo l ho digerito ma preferisco non etichettarmi. Ad ogni modo procedendo con la terapia, ad un mese dall inizio ho iniziato a scalare xanax fino a dismetterlo Completamente. Dopo un paio di mesi dall inizio della terapia ho notato finalmente una decisa differenza ed ho ricominciato a vivere, almeno con più gusto e meno fatiche. Parallelamente anche a studiare meglio, molto meglio e in maniera coinvolta e più efficace. La terapia è andata avanti con qualche riarrangiamento: 100 lamictal, 5 gtt cipralex, 6 gtt Surmontil (mi provocava problemi di rintontimento alla mattina e di memoria a breve), e mirapexin 0,18 in aggiunta (in luogo di un periodo dove ero diventato davvero impacciato nel pensiero e bloccato mentalmente, con scarsa memoria di richiamo: provammo con 10 gtt cipralex ma non ci furono i miglioramenti sperati, da qui la scelta che devo dire si è rivelata calzante). Dopo un paio di mesi dall aggiunta di mirapexin, in luogo di un periodo di forte stress emotivo, è iniziato un brutto periodo. Ho sempre sofferto di episodi di derealizzazione e depersonalizzazione ma davvero lievi e non poi così frequenti. Iniziai a capirli dopo i primi tempi di psicoterapia, e divennero più importanti proseguendo ma fortunatamente ci ho lavorato bene e sono riuscito a minimizzarli nel tempo e non renderli invalidanti. Comunque sempre meno frequenti. Con La nuova terapia farmacologica per mesi questi sintomi (ed anche altri che non cito) sono stati messi quasi a dormire. Ogni tanto facevano capolino ma davvero poca roba. Un mese fa a fronte di uno mattinata con umore basso, ho avuto un episodio di depersonalizzazione in pubblico. Non che fosse successo in pubblico sia un trauma. Piuttosto traumatico e stato l episodio parecchio intenso e quello che è venuto dopo. Da quel giorno in poi nello studiare, appena messo in poltrona, accadeva che mi sentissi immediatamente la mente lontana dal libro. Come ad un metro di distanza ma comunque ero molto lucido, anzi più lucido perché non accusavo la sonnolenza che ogni tanto mi disturbava. Inutile dire che le prestazioni ed il coinvolgimento con lo studio erano abbastanza compromessi. Continuai forzatamente per giorni a stare sui libri anche perché avevo esami da sostenere. Pochi giorni dopo ho sostenuto anche un orale (andato bene) in derealizzazione, abbastanza provante. Comunque nei giorni a venire la situazione non migliorava anzi. Il fatto strano è che spesso mi ha fatto dubitare della genesi è che avveniva 24h e che non vi erano altri sintomi associati, come quelli di ansia che spesso sono stati il trigger per episodi (lievi, non paragonabili a questi) simili, comunque sporadici e brevi. Lo psichiatra ha aggiunto tolep 150 mg ma I primi giorni in testa sembrava scoppiata la bomba atomica ed avesse lasciato il deserto. Non riuscivo a pensare a niente, nulla. Oltre a sintomatologia acuita di molto e virata sulla dissociazione più sensoriale che mentale, come fossi sotto effetto di ketamina (mai fatto uso). Camminavo in maniera davvero imbarazzante e anche ad aprire la porta di casa sembravo un robot. Ho sospeso dopo una decina di giorni anche se gli effetti collaterali erano lievementi rientrati. Poi 15 giorni scoperto (da tolep) cercando di attuare ogni comportamento insolito per vedere eventuali effetti su dp/Dr. Niente. Nessun miglioramento apprezzabile. 5 gg fa ho iniziato ad aggiungere gabapentin 300 mg alla terapia e sembra andare meglio. Gli effetti collaterali sono molto meno intensi del tolep. I movimenti non sono compromessi. E compromessa (per ora) la memoria a breve termine però, ed il problem solving perche non riesco a recuperare le informazioni necessarie ad articolare un pensiero costruito. Per chiarire l entità del fatto riesco appunto a scrivere cose come questa richiesta di consulto, ad intrattenere discorsi mondani o non impegnativi con amici. Non sono assolutamente in grado di preparare un esame come quello che dovrei entro 2 settimane. Non sono capace a studiare né ingegneria in questo momento né qualsiasi cosa richieda un livello di costruzione di pensiero articolato. Credo però che il problema principale sia proprio Nell impaccio della memoria. Problema per me insormontabile perché vorrebbe dire buttare al vento tutti gli impegni profusi nella mia vita per diventare ingegnere progettista. Piuttosto starei bene dissociato ma pensante (ricordo comunque che pur con questi effetti collaterali non è rientrata come dovrebbe la sintomatologia dp/Dr). Detto questo: c'è qualche farmaco che agisca solamente sull effetto collaterale memoria dovuto a farmaci anticonvulsionanti? Giusto per stimolare la risposta, può ad esempio il piracetam darmi dei benefici in tal senso? Ovviamente non deve compromettere l efficacia Della terapia in corso. Preciso che non cerco una prescrizione, solo che vorrei delle risposte prima di ripresentarmi dal mio curante (la seduta è parecchio Impegnativa, per me, economicamente adesso) che tra l altro sembra poco disposto a venire incontro a questo tipo di noie che accuso, che se a qualcuno possono sembrare ragionevole prezzo da pagare, per me non lo sono e non lo saranno mai. Mi scuso sinceramente per la lunghezza. Grazie Dell attenzione, cordialmente. Sarei davvero lieto di ricevere risposta (anche) dal dott. Pacini se possibile
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Utente
Mi rendo conto di essere stato oltremodo prolisso. Probabilmente adducendo informazioni inutili ai più. Riassumo il succo per chi scelga di non leggere il tutto. C'è un aggiunta farmacologica che si può fare ad una terapia con anticonvulsionanti che funziona ma adduce problemi di impaccio mentale e di memoria? Preciso che mi riferisco a reali problemi e non quelli percepiti da chi magari è abituato ad una maniera di pensiero nevrotica e vede in questa un corretto funzionamento della mente. Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Oltre all’estrema prolissità la domanda finale pone una questione su una possibilità di terapia ulteriore.

In verità già la terapia assunta risulta essere sempre sottodose per cui prima di pensare ulteriori aggiunte andrebbe introdotta una terapia a dosaggi adeguati.
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Anzitutto la ringrazio. Però abbia pazienza, pur ipotizzando che la terapia sia sottodosata (per me), aumentando la dose tali effetti collaterali peggiorano, al più rimangono gli stessi. Dunque rispondere alla mia domanda non la vedo una forzatura. Provi ad immaginare che io sia a dose piena, se le è più comodo. Cordialmente.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Immaginare che abbia una terapia a dose piena perché vuole per forza ricevere una risposta che non può ottenere on line mi sembra un eccesso.


Anche se mai ci fosse una opzione terapeutica, essa va valutata con una visita diretta sulla base dell’inquadramento diagnostico e sull’andamento della sua malattia nel tempo.

Il suo curante avrà delle motivazioni cliniche che sono primarie a qualsiasi altra scelta possibile.
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Grazie mille Dr. Ruggiero, che dio la benedica. Comunque bel servizio questo di Medicitalia. Sono solo un po' deluso dal fatto che invocando la risposta del dottor Pacini, questa non giunga puntuale come per ogni supereroe che si rispetti.
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