Anoressia, aiutare mia sorella

Gentili dottori,
Mia sorella che attualmente ha 53 anni, fino ai 25 anni circa e per 9 anni ha sofferto di anoressia in maniera molto grave.
Sembrava esserne uscita, si è sposata, ha 2 figlie, un lavoro.
Ma io sono molto preoccupata perché la vedo molto affaticata e insoddisfatta della sua vita. Si dedica ossessivamente al lavoro, ma dice di non ricavarne alcuna soddisfazione, si concede pochissimo tempo libero, in casa è poco presente, soprattutto nella gestione del cibo, non prova entusiasmo per nulla, anche se all'esterno appare allegra e molto curata.
L'unica cosa che le dà soddisfazione è andare a correre, ma ha poco tempo per farlo.
Mio cognato mi racconta che è lui a fare la spesa, che è lui che cucina quasi sempre (tranne nei casi in cui è assente per lavoro).
Mi ha detto anche che beve almeno una birra al giorno o quasi una bottiglia di vino tra pranzo e cena.
Mi ha raccontato due episodi che mi hanno fatto molto preoccupare. Ha detto che una volta lei ha aperto il frigo e ha detto ( tra l'altro davanti alle figlie adolescenti) che avrebbe preferito nutrirsi di pillole al posto del cibo.
Un'altra volta mi ha detto che, mentre lui stava cucinando un brasato, lei se ne è andata al piano superiore perché le dava fastidio l'odore del cibo.
Qualche sera fa il papà era a una cena di lavoro, e mia nipote gli ha telefonato alle 21,30 per chiedergli di passare a prendere le pizze, perché non c'era nulla da mangiare. Mia sorella era in garage a pulire l'auto!
Mio cognato ha provato ad affrontare l'argomento con lei, ma lei sostiene di non aver alcun problema e chiude il discorso.
Ai tempi della sua anoressia, io le ero stata molto vicino, ma adesso sembra che lei non voglia vedere che c'è qualcosa che non va.
Tra l'altro si sta avvicinando alla menopausa ed ho paura che questo possa peggiorare le cose.
Spero solo che questo suo atteggiamento non influenzi le mie nipoti, che si affidano al papà per la gestione dei pasti.

Come posso comportarmi per convincerla a capire che c'è qualcosa che non va?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Il rapporto col cibo potrebbe non essere per niente risolto, anche perché talvolta il controllo dell'appetito è affidato all'alcol, quindi la parvenza è che non ci sia.
Purtroppo se la persona nega il problema non c'è una via di insistere senza entrare in conflitto con la sua visione.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Ma cosa posso fare per aiutarla, sono in pensiero per le mie nipoti. Soprattutto la grande è molto legata alla madre, spesso, pur avendo quasi 17 anni, vuole dormire con lei (soprattutto quando ha delle preoccupazioni per la scuola). Mio cognato ha rinunciato ad insistere, mi ha detto che si trova davanti solo un muro, quello che cerca di fare è pensare alle ragazze.
Lei dice che beve qualcosa perché l'aiuta a rilassarsi.
Ho detto a mio cognato di verificare se trova altre bottiglie vuote, lui mi ha detto che però non la vede alterata, solo molto stanca e assente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"Stanca e assente" già è una base per poter descrivere una preoccupazione sullo stato di salute di una persona.
Farsi visitare non significa esser messa sotto accusa, semplicemente capire se ci sono opzioni mediche per migliorare il problema, dopo aver definito quale è. Questo lo può fare solo la persona, perché gli altri descrivono gli aspetti che vedono, ma la persona è l'oggetto da esaminare per capire come ragiona, come si comporta, come si atteggia.
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