Avete consigli su come continuare a migliorare

Buongiorno, sono qui per chiedere un consiglio. Ho un problema: ho una relazione con il cibo molto particolare, mangio solo determinati alimenti (molto pochi).
Da quanto ne so il problema si è presentato quando avevo tre anni (è nato mio fratello) e nel tempo sono migliorata ma davvero molto poco. Circa 7/8 anni fa avevo fatto un consulto con uno psicologo e mi aveva detto che il mio era solo un problema di abitudine, che devo solo sedermi a tavola e mangiare ciò che mi viene proposto. A parte che mi sono sentita a disagio tutto il tempo, sono uscita convinta che non sia abitudine. Cerco di spiegarmi meglio: abitudine è se tutti i giorni faccio lo stesso percorso, ma se voglio interrompere la mia routine lo faccio e scelgo una stradando nuova. Con il cibo non riesco. Faccio fatica a portare il cibo alla bocca, quando e se finalmente riesco a prendere una forchettata di cibo, dopo averlo guardato e annusato riesco a metterlo in bocca o mi viene l’urto del vomito, oppure mi viene da piangere perché non riesco a fare una cosa che tutti fanno, oppure se riesco a tenerlo in bocca e non sputarlo e mi viene chiesto: com’e Buono?! Non riesco a capirlo se effettivamente mi piace o meno.. a volte non riesco nemmeno a deglutire e per farlo bevo l’acqua.
Poiché mi è stato chiesto da un dottore Forse è importante che lo dica anche qui: non soffro di bulimia, non faccio abbuffate e poi mi sento in colpa (cioè capita di mangiare tanto tipo ai pranzi con tutti i parenti ecc), non mi procuro il vomito da sola. Se mangio cibi che rientrano nella mia selezione va tutto bene. Fin da quando sono piccola mi sento dire di essere capricciosa, una persona non normale, testarda, io so che non è la normalità ma non riesco a comportarmi diversamente.
Ho 24 anni, Nell’ultimo periodo ho conosciuto un ragazzo e quando questo mi ha chiesto di andare a cena sono andata in panico. Tendo di solito ad evitare o anticipare questo problema per poter andare a cena in un posto in cui so di mangiare qualcosa. Soprattutto perché poi sono a disagio se mi viene chiesto il perché non mangio (tipo matrimoni, cresime, Natale.. affronto tutto con un po’ di disagio). Fatto sta che ci sono uscita e gli ho parlato di questo problema, la cena è andata bene nonostante lui mi chiedesse se volessi assaggiare ciò che stava mangiando, ma non con insistenza e non ha nemmeno fatto mille domande. Nelle settimane seguenti ho partecipato a un pranzo di Pasqua e una cresima e ho assaggiato tante cose proposte nel menù, più in queste due occasioni che nell’intera vita. So che sembrerà stupido ma sono orgogliosa del passo fatto.
Ho cercato su internet e ho scoperto che non sono la sola al mondo ad avere questo problema, penso di tratti del disturbo di Arfid, mi ci sono trovata abbastanza nella descrizione: l’unica cosa è che io non so perché non riesco ad assaggiare i cibi (ex. non ho paura di soffocare però tendo ad evitare i pezzettini in bocca).
Avete consigli su come continuare a migliorare? Grazie
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

Lei domanda: "Avete consigli su come continuare a migliorare? "

SI, rivolgendosi direttamente ad uno psicologo psicoterapeuta per la modificazione del comportamento alimentare. Se i dati personali inseriti sono corretti, risulta che Lei è fortemente in sovrappeso, ciò significa che non si tratta solo di mangiare alcuni cibi ed escluderne altri, ma anche di mangiare probabilmente grandi quantità e/o cibi ipercalorici.

Questo ha conseguenze sulla Sua salute, non solo psicologica.


Quanto all'abitudine, io non sono così certa che il Collega cui si è rivolta abbia sbagliato. Anche fumare è una cattiva abitudine, ma non è certo facile smettere. Mangiare tanto e male è una cattiva abitudine e Lei stessa dice di non essere in grado di capire nè perchè non riesce a mangiare alcuni cibi nè perchè non riesce a cambiare.

Inoltre, i risultati devono essere poi stabili nel tempo.
Ha provato a chiedere anche al medico di base, per essere indirizzata ad un centro per la nutrizione di un ospedale?

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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