Sbalzi morali tristezza

Buongiorno, scrivo per mia figlia. La ragazza ha 20 anni, tre anni fa le è stata diagnosticata una forma di anoressia nervosa, dalla quale, con pazienza, aiuto di un dietologo e una terapia psicologica, ne è uscita. La cosa, per me ha comunque lasciato segni, nodi non risolti situazioni e fobie in continuo cambiamento. Ora, a livello fisico sta bene, ha ripreso un'attività sportiva che le da soddisfazione e che sicuramente le ha rafforzato l'autostima. Purtroppo, come anticipato ci sono delle fobie, visibili chiaramente al resto della famiglia, siamo in 4, genitori e una sorella di 18 anni, ma che se fatte notare scatenano stati d'umore e reazioni a parer mio eccessive. Devo inoltre comunicarvi che c'è una gelosia nei confronti della sorella, che purtroppo, è brillante a scuola , pratica uno sport individuale che l'ha portata, a raggiungere alti livelli e che caratterialmente è molto ferma, decisa e solare. Indubbiamente questo ha portato la ragazza a doversi confrontare nell'ambito familiare con qualcuno più forte. Anche il padre, che le vuole un bene profondo e ha fatto di tutto per sostenere, come anch'io, nelle sue scelte, è anche lui caratterialmente forte e competitivo. La situazione è bella complessa... Ho cercato di accettare tutto quello che la riguarda, facendo sedute da una psicologa, accettando il fatto che lei è una persona differente da me, smussando il mio carattere granitico per quanto mi è possibile. Detto questo però vorrei non sentirmi più colpevolizzata, trattata a pesci in faccia o sottostimata dagli atteggiamenti che mia figlia ha nei miei riguardi e in quelli di tutta la famiglia. Sono un genitore e tale devo essere, devo intervenire, mettere paletti, dare consigli, aiutare, contraddire se necessario, elogiare, stimolare, ma non posso far finta di nulla, non posso essere l'amica del cuore, e anche se esco a fare shopping o a prendere un aperitivo con lei, sono sua madre, questo è il mio ruolo. Sono veramente stufa del tono che usa nei nostri riguardi, molto spesso saccente, antipatico e a sproposito...Un parere si può esprimere in mille modi cercando di rispettare chi ti sta a fianco. Sono stanca di litigi banali per cose banali. Se io rispetto te, tu rispetti me, anche se abbiamo idee differenti. Vorrei che ogni tanto si alzasse con il sorriso, che facesse una cosa differente dalle sue abitudini, vorrei che sperimentasse. Vorrei che fosse consapevole che spesso, con il suo atteggiamento ci ferisce. Vorrei che condividesse di più i suoi pensieri, e non solo quando non ne può più arrivando ai limiti e sfogandosi poi con noi. Vorrei che capisse che non è il "Calimero" della famiglia, ma ne è un membro. Vorrei avere un rapporto più sereno. Come posso aiutarla? L'età dell'adolescenza, che lei purtroppo ha vissuto affrontando un grosso problema, di cui a parer mio non era e non è tutt'ora, pienamente consapevole, dovrebbe essere finito. Ora è adulta, o no?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Dovrebbe chiarire questi aspetti con sua figlia eventualmente anche con l’aiuto di una mediazione esperta.


Dr. F. S. Ruggiero

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dopo
Utente
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La ringrazio per la celere risposta, ma avrei ancora un paio di domande. Mi parla di chiarire con un mediatore, psicologo suppongo. Ma è possibile avere un confronto diretto nella stessa seduta? Me lo hanno sempre sconsigliato... E dato che mia figlia non accetta il consiglio di incominciare, o proseguire ancora con qualche seduta, con un medico competente un percorso che alleggerisca il suo stato d'animo, o le chiarisca le idee, o le faccia comprendere ciò che le causa dolore, il problema rimbalza a me. Devo fare io la terapia per lei? Mi scusi, ma sono un tantino demoralizzata e stanca, i miei genitori mi hanno insegnato a dialogare, avevo fiducia in loro e li rispettavo, e loro altrettanto verso di me. Ho pensato che avendo un atteggiamento simile con mia figlia avrei ottenuto, non gli stessi risultati, ma almeno simili.... Con mia figlia è come viaggiare su delle rotaie diritte, non ci sono curve, non ci sono stazioni, al massimo qualche breve sosta, giusto per riprendere fiato.
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