Disturbo borderline e perdita della speranza.

Salve. Scrivo qui perché non so più a chi rivolgermi. Cercherò di essere chiara e sintetica nella speranza di ricevere risposte che possano dare un briciolo di speranza.
Sono una ragazza di 27 anni con un’infanzia abbastanza solitaria, figlia unica e genitori sempre assenti. Per quanto i miei genitori abbiano cercato di colmare la loro assenza con mille regali e dicendomi sempre si a tutto, ho sempre pensato che qualcosa non andasse in me. Alle medie ed alle superiori non sono mai riuscita a legare tanto, tranne che per i soliti due o tre amichetti. Ho inoltre scoperto di essere omosessuale, e questa cosa è stata vissuta dalla mia famiglia (molto religiosa)come un trauma. Ho iniziato ad avere crisi aggressive e impulsività a mille. Ho spaccato porte, finestre e altre cose. Ho avuto momenti di aggressività rivolta anche verso i miei genitori in particolare modo mia madre. Ho deciso di quindi di intraprendere all’eta Di 20 anni, un percorso di psicoterapia, finito a niente perché secondo la dottoressa, ero solo un po’ esagerata quando mi accadeva qualcosa. All’eta Di 25 anni ho tentato il suicidio, e sono stata ricoverata al reparto di psichiatria della mia città. Li ho conosciuto il mio attuale psicoterapeuta e mi si è aperto un mondo. In primis ho scoperto di soffrire del disturbo borderline di personalità e disturbo bipolare. Cosa che in 5 anni di terapia precedente non mi era mai stata detta. Il mio attuale medico segue il metodo della schema Therapy per trattare il mio disturbo e devo dire che qualcosa si è risolto. Non riesco a capire perché invece, alcune cose che mi logorano dentro, non si risolvono mai. Ho una fidanzata che mi ama davvero e mi accetta per come sono, ma puntualmente io miro a distruggere questa relazione, portando lei all’esasperazione e allo sfinimento. Questo ovviamente genera senso di colpa perenne e il pensiero che io non valga niente, mi ossessiona. Non mi piace il mio corpo, non riesco ad interagire con nessuno, a farmi degli amici perché ho la fobia di stare a contatto con le persone. Scrivo tutto questo solo per chiedere: ma un borderline, potrà mai avere davvero una vita normale, serena, piena di amore e di cose da dare agli altri? Potrà mai guarire davvero? La mia paura è che anche trovando gli strumenti per conviverci ed avere una vita quasi normale, io possa ricadere e far male a qualcuno che amo. Sono stanca di pensare alla morte come unico rimedio a questo dolore e senso di colpa. Io voglio vivere!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

E' in corso anche una terapia farmacologica ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta. Si prendo mezza compressa di paroxedina da 20 mg la mattina, pregabalin da 75 mg una compressa la sera e quetiapina da 25 mg sempre la sera. Al bisogno prendo gocce di lexotan nei momenti più agitati. Devo dire che con la cura farmacologica si sono ridotti un po’ i pensieri rimuginativi e ossessivi, però il malessere rimane.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Si tratta di medicinali a dosi piccole, mediamente inefficaci. Esiste una ragione per le dosi così contenute ?
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Utente
Utente
La compressa di paroxedina la prendevo intera anziché metà, però mi portava disturbi a livello sessuale e quindi mi è stata dimezzata. Il resto mi è stato prescritto così dall’inizio.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Capisco, però dimezzandola può non funzionare adeguatamente. Avrebbe più senso trovare una medicina che tollera bene e che si può usare a dose efficace. Così come per le altre. Non che certe medicine non possano funzionare anche a dose piccola su certi sintomi o in forme sfumate, però mi stupiva che fossero tutte a dosi piccole.
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Utente
Utente
Grazie per la sua risposta.
Vedrò di parlarne con il mio psichiatra per capire se si può modificare la cura. Intanto sono fiduciosa nella terapia psicologica che sto facendo.
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