Ho difficoltà a sopportare una persona problematica. Dove sbaglio?

Conosco da tempo una persona alla quale sono legato da rapporti di amicizia. Il mio amico è stato cresciuto da un genitore che aveva ed ha problematiche serie mentali: in cura da sempre per disturbi psichiatrici, ipercritico, calunniatore, inventa di sana pianta cattiverie gratuite gravissime di torti e furti mai subiti da vicini e parenti (compresi familiari stretti contro cui intenta cause legali che perde sistematicamente) e a causa di ciò è stato allontanato e mai frequentato dal resto dei familiari e amici che lo definiscono persona da evitare già da giovanissimo. Suo figlio, mio caro amico, fin da bambino, ne presenta tratti caratteriali e comportamentali identici.
Ma torniamo al mio amico: negli ultimi tempi, forse a causa della maggior tempo trascorso insieme, ho iniziato a notare lati del carattere di questo soggetto che mi infastidiscono: ipercritico nei confronti degli altri, se prende un soggetto di mira per giorni e giorni e mesi, mi tartassa come un disco rotto, sulle pessime qualità della persona in questione esagerando al punto tale di dire vere e proprie cattiverie gratuite, penalmente punibili. Diffidente all'ennesima potenza: son tutti che rubano (compresi sorelle e fratelli), tutti che se ne approfittano, l'unico onesto della situazione è lui...e non è vero, perchè ho potuto vedere con i miei occhi piccole furberie da restare basiti. Parla bene ma razzola male. Permaloso: provoca senza pietà ma se dici una cosa contro di lui va su tutte le furie. Vanta all'eccesso le sue qualità dicendo apertamente che lui certe persone non può frequentarle perchè non al suo livello culturale, di classe, nonostante che lui nella sua vita non sia stato in grado di realizzare nulla, nè lavorativamente nè familiarmente. Vanta i suoi comportamenti signorili quando al contrario ho notato villanerie ingiustificabili di cui mi sono vergognato e scusato io al posto suo. Mi racconta bugie, mente su cose assurde: data della sua nascita, dove è cresciuto, cose che fatto. Se esce si sente sempre costantemente osservato e giudicato ed ecco l'occasione per denigrare ancora gli altri. Infine, si cura con calmanti perchè non riesce a gestire una certa aggressività che a volte è palese e tangibile nelle sue giornate no. Se abbiamo qualche contrasto perchè faccio notare lui qualcosa di storto che fa, vuole sempre ragione, sono io che sbaglio, che mi sto esaurendo...fino a quando manipolandomi e impietosendomi sulle sue disgrazie mi fa desistire da ogni tentativo di allontamento perchè di me ha bisogno e lo so, ma so che anche che ha affetto per me e mi vuole bene. Vorrei aiutarlo e stargli vicino perchè sono convinto che lui abbia gli stessi problemi del genitore ma non ce la faccio più. Non ho più stima nei suoi confronti, credo però nell'amicizia: nel bene e nel male. Sto sbagliando a frequentarlo? Quanto posso sopportare? Cosa devo fare? Sto iniziando a domandarmelo. Ringrazio colui/colei potrà darmi qualche consiglio. Buon lavoro.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

Lei fa una descrizione molto lucida della situazione e della problematica, così come molto chiara è la conclusione cui arriva, quando dice che sì, da una parte questa persona è un manipolatore, dall'altra Le vuole bene e ha bisogno di Lei.

Però è senz'altro una persona molto difficile e problematica e capisco che per certi aspetti Lei sia anche toccata dalla sofferenza che si nasconde dietro a comportamenti e atteggiamenti discutibili e aggressivi.

Ora Lei giunge a chiedere: "Vorrei aiutarlo e stargli vicino perchè sono convinto che lui abbia gli stessi problemi del genitore ma non ce la faccio più. Non ho più stima nei suoi confronti, credo però nell'amicizia: nel bene e nel male. Sto sbagliando a frequentarlo? Quanto posso sopportare? Cosa devo fare?

In effetti, per come descrive la situazione, non è facile stare vicino a questa persona. Lei crede che possa crearLe problemi, dal momento che sembra avere dei tratti "antisociali"? E' preoccupato? Lei che cosa vorrebbe fare?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta dott.ssa. Resto convinto che l'influenza paranoide negativa del familiare abbia avuto un peso pesantissimo nella crescita psicologica del mio amico. L'amico in questione non ha tratti antisociali. Oserei dire, invece, che tende a socializzare bene con coloro i quali possono tornargli utili e che vivono di un certo status sociale al quale lui ha sempre ambito, purtroppo, senza arrivarci. E' caratterialmente controverso, a tratti paranoide, difficile...e da me sempre più lontano per pensiero, morale e agire. Non ho da trarre altre considerazioni da questo mio scritto, se non quello di allontananare questa persona. Ringrazio per la riflessione che ne è nata. Buon lavoro.
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