Problemi d'ansia e attacchi di panico

Salve a tutti, mi presento!
sono un ragazzo di 21 anni e soffro da 4 anni di disturbi d'ansia (con tanto di fobia sociale) che sfociano in attacchi di panico.

ho effettuato durante questi anni 2 visite psichiatriche e qualche colloquio psicologico, ma non sono mai arrivato all'apice del mio problema.

sono una persona molto sensibile ed emotiva e basta poco per attivare tutte le parti del mio cervello e andare in completo panico.

a parte questo, il problema sfocia quando sono in mezzo agli altri (tipo all'aperto) e sopratutto quando mi focalizzo sulla mia salute al momento in cui si presentano i sintomi.

per esempio, quando mi viene l'attacco d'ansia o panico, mi preoccupo del fatto che io possa stare male, avere un arresto cardiaco, svenire o altre cose così dal momento che mi sento malissimo... e il fatto di essere osservato e di essere all'aperto, aggrava questa situazione.

questo mi ha portato all'ìpocondria e la cardiofobia sopratutto.

ho sempre voluto affrontare tutto senza medicine, anche perché sono timorato di esse, cioè, ho paura che io ne possa diventare dipendente, che non ne possa fare a meno o che mi possano rendere stupido, se non anche quello che mi creano un "effetto di rimbalzo".

ho preso delle gocce giusto ogni tanto, ma i risultati erano parecchio scarsi.

vorrei tornare ad uscire tranquillamente, stare con i miei amici senza provare ansia quando sono con loro, tornare alla mia vita normale e so benissimamente che solo le medicine non bastano.

Ho paura che questo non possa darmi un'opportunità di integrarmi in mezzo agli altri, ma sopratutto nell'ambito lavorativo, poiché in preda all'ansia, vorrei evitare le situazioni di grave stress e malessere fisico e solo pensando che io possa sentirmi male o andare in ansia nel posto di lavoro, già mi crea la sensazione di ansia stessa.

Quindi cari dottori, vi chiedo... dovrei iniziare una psicoterapia solo con colloqui o effettuare una terapia farmacologica insieme ad una psicoterapia?

premetto che non ho mai avuto la possibilità di farlo perché in famiglia tutti sottovalutano e sminuiscono il mio disturbo, di conseguenza, non ho una situazione economica buona dal momento che non riesco ad integrarmi nel mondo lavorativo e non avendo nemmeno il supporto da parte della mia famiglia, sono praticamente "solo"
quindi anche volendo iniziare una psicoterapia, non ho nemmeno i fondi per sostenermi le "cure".

sono disperato, chiedo un vostro consulto e dei consigli sia se sia il caso di assumere farmaci, sia se io debba fare degli esercizi o assumere degli atteggiamenti diversi per migliorare la mia situazione (a parte il training autogeno che pratico già, ma che a volte non si risulta sufficiente nei momenti in cui sono insieme agli altri).

Ho sempre la sensazione che prima o poi ci resto davvero a causa dell'ansia, magari sforzo troppo il mio cuore e ci rimango, questo è uno dei miei pensieri catastrofici annidato nel mio subconscio.


Attendo vostre risposte.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
Effettua visite psichiatriche rifiuta di assumere una terapia farmacologica e poi fa domande su cosa fare. Non le pare una cosa contraddittoria?

Se si curasse in modo efficace non starebbe a pensare cosa fare.


Dr. F. S. Ruggiero

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[#2]
Utente
Utente
Egregio Dr. Ruggiero, non è che io rifiuti la terapia farmacologica, è che mi spaventano le possibili dipendenze.
sono consapevole del fatto che trattare i disturbi della mente non è come trattare una patologia organica. tutto dipende dall'Io interiore e di come si gestisce la parte cognitiva/emotiva.
io sarei anche d'accordo ad iniziare oggi stesso una terapia farmacologica, ma sono convinto del fatto che prendere solo medicine senza una psicoterapia, andrà solo a tamponare i sintomi, senza trovare una soluzione per deviare i pensieri ansiosi.
poi sicuramente ha mancato la parte dove ho specificato che ho carenze di fondi economici, quindi non ho nemmeno la possibilità di pagarmi un psicoterapeuta che mi segua.
posso tornare dal mio psichiatra, ma lui mi dà solo medicine e di colloquio facciamo ben poco, non so quanto possa aiutarmi la cosa.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
"non è che io rifiuti la terapia farmacologica, è che mi spaventano le possibili dipendenze.
sono consapevole del fatto che trattare i disturbi della mente non è come trattare una patologia organica. tutto dipende dall'Io interiore e di come si gestisce la parte cognitiva/emotiva.
io sarei anche d'accordo ad iniziare oggi stesso una terapia farmacologica, ma sono convinto del fatto che prendere solo medicine senza una psicoterapia, andrà solo a tamponare i sintomi, senza trovare una soluzione per deviare i pensieri ansiosi."

Questi sono assunti di base che non hanno alcun riscontro reale, frasi trite e ritrite su questioni che non si conoscono (ad esempio che il cervello non è un organo, o che l'Io interiore gestisce tutta la vita) ma non devo stare io qui a convincerla che può curarsi con la farmacoterapia.
Non sto neanche ad impicciarmi delle sue disponibilità economiche che non sono affar mio.

Quindi non capisco neanche il senso della richiesta di consulto.

Quando compaiono questo tipo di richieste sembra quasi, e dico sembra, che esse siano aperte per polemizzare in modo esplicito con chi risponde.

Si attacca a delle teorie senza fondamento per giustificare il fatto che non si cura in modo appropriato.

Secondo la sua concezione della situazione solo i ricchi possono curare le patologie psichiatriche mentre gli altri dovrebbero soccombere alla malattia, veramente una conclusione assurda.
[#4]
Utente
Utente
Quindi dottore, ipotizziamo io abbia i fondi economici e che volessi iniziare domani stesso e usando solo la terapia farmacologica. lei crede che solo essa stessa possa bastare per venir meno ai miei disturbi o debba usare un tocco in più per riuscire a cambiare qualche parte di me per evitare future ricadute?
[#5]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
Guardi a me non piace proprio il tono posto della questione.

Io non faccio nessuna ipotesi sulla base della sua richiesta e disponibilità economica.

Lei soffre da quattro anni di un disturbo che le crea disagi e diverse difficoltà.

Questo è il punto di partenza.

Poi decide di rivolgersi ad uno psichiatra ma decide allo stesso tempo di non assumere la terapia farmacologica prescritta per diverse motivazioni.
Tra queste ci possono essere motivazioni di scarsa affinità con il prescrittore ma anche sue motivazioni personali per cui ritiene che questa terapia non sia adatta per i motivi pregiudizievoli di cui sopra.

Detto questo, se ha un disturbo psichiatrico identificato, diagnosticato e catalogato, le terapie sono standard ma personalizzate e con esse la risoluzione è pressoché completa, con tempi di trattamento adeguati ed ai dosaggi corretti.

Poi se vi è necessità di altri percorsi, essi vanno valutati dallo psichiatra che potrà indirizzarla al meglio anche in considerazione della sua attuale disponibilità economica.

Inoltre, la sanità pubblica fornisce prestazioni al costo del ticket previsto.
[#6]
Utente
Utente
Quindi dottore, secondo lei la via d'uscita c'è? seguendo una corretta terapia, con dosaggi corretti e una riduzione graduale alla riduzione dei sintomi, questo può risultare risolutivo anche nel lungo termine?
perché nella situazione attuale, sono disposto anche ad iniziare la terapia farmacologica. ho riservato questa soluzione come "l'ultima spiaggia" ma dopo 4 anni, direi che è tempo di fare qualcosa, perché potrebbe andare peggio prima che vadi meglio.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
La mia risposta è chiara non credo abbia senso ribadirla.
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