Disnomia, derealizzazione, depersonalizzazione, disturbo ossessivo-compulsivo, suicidio

Gentilissimi dottori, sono un ragazzo di 24 anni, scrivo sperando in una risposta riguardo le cause e la soluzioni. Penso al suicidio dall'età di 16 anni e soffro di disturbo ossessivo-compulsivo da quando ho memoria. Vorrei parlare però dell'insorgenza di altri disturbi, iniziati a febbraio 2018. Dopo aver abbandonato l'università al mio primo anno (nel marzo del 2017), mi sono iscritto nuovamente a settembre (2017), ad un'altra facoltà. I primi mesi sono trascorsi tranquillamente, eccetto qualche problema ad addormentarmi, e la mia ossessione da D. O. C. che un avvelenamento da metalli pesanti mi stesse rendendo stupido. Un paio di volte a settimana, fumavo mezzo spinello per "aiutarmi" a dormire (circa 0, 15g). Nel mese di dicembre smisi completamente fino a metà gennaio, dato un miglioramento del sonno e dell'umore. Ricominciai poi il 16 Gennaio per smettere definitivamente il 20 gennaio. Il 23 diedi il primo esame della sessione, ero tranquillo ma poco preparato, infatti venni bocciato. il 27 iniziai a sentire una strana sensazione di allontanamento dalla realtà che rimase blanda fino al 7 Febbraio. Da quella data la sensazione peggiorò, dimenticavo ciò che dicevo mentre parlavo, e iniziavo a sentirmi completamente scollegato dai miei processi mentali, faticavo a vedere le cose nitidamente, percepivo i rumori, i colori e le cose in modo diverso, come in un sogno. I problemi con il sonno andarono alla deriva. Mi addormentavo alle 12 e mi svegliavo alle 17, passavo le giornate in casa, faticavo a percepire le emozioni e a ricordare ciò che avevo fatto nei giorni precedenti, non mi presentai a nessuno degli esami prenotati, e iniziavo ad avere paura del buio. A Marzo feci uno sforzo e tornai a lezione.
Si aggiunse un'altro strano fastidio, dimenticavo le parole, le avevo sulla punta della lingua ma non mi venivano mai. Questi problemi diminuirono fino a scomparire nella prima settimana di Aprile. Iniziavo a sentirmi bene e a svegliarmi presto, anche se qualche rara volta dimenticavo le parole.
Passai due settimane tranquille, senza derealizzazione e ansie. Ricordo perfino la felicità di una sera in cui mi sentii totalmente "guarito".
Tuttavia il giorno prima di un esame, mentre studiavo, accesi una sigaretta e avvertii un forte mal di testa, faticavo a pensare e a leggere, iniziai ad avere problemi a capire ciò che leggevo e a ricordarlo, dimenticavo di nuovo le parole e ogni volta che studiavo avvertivo pesantezza e difficoltà a concentrarmi. Iniziai poi ad avvertire un’altra strana sensazione, sta volta non era la realtà che non riconoscevo ma me stesso, non mi sentivo più in me. Tutto ciò negli ultimi anni scompare e ricompare, lasciandomi però sempre la sensazione, a volte molto lieve, di non riuscire più a percepire le cose come prima, come se avessi perso un piccolo pezzo di me. Ho sintetizzato estremamente il tutto per via del limite dei 3000 caratteri, posso aggiungere i dettagli nelle risposte successive. Vi ringrazio immensamente
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Sta assumendo una terapia farmacologica per il suo disturbo?



Dr. F. S. Ruggiero


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dopo
Utente
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Salve Dr. Ruggiero,
no, non sto assumendo una terapia farmacologica.
Ho assunto litio, sotto prescrizione nel 2019, ma non ho riscontrato particolari effetti benefici.
Nel testo precedente non sono riuscito ad esporre il quadro di ansia e malessere generale che è preesistente ai sintomi descritti e che perdura attualmente.
Onestamente non so se rivolgermi a uno psichiatra, iniziare una terapia psicologica o se tutto questo possa avere una risoluzione spontanea.
A volte temo che qualcosa dentro la mia testa si sia compromesso irreversibilmente e la paura dell'inutilità della cura è ciò che più faccio fatica ad affrontare.