Consulto psichiatrico

Salve, sono un ragazzo di 24 anni.

Da quando ne avevo 13 ho scoperto di avere una bicuspidia aortica con lieve insufficienza, ad oggi peggiorata diventando severa.

Proprio per questo dovrò affrontare un intervento di sostituzione valvolare.

Sono sempre stato una persona ansiosa ma negli ultimi 3 anni la situazione si è andata complicando portandomi a vere e proprie crisi e attacchi di panico.

La sintomalgia (vomito, tremori, bruciore e dolore retrosternale, oppressione, pesantezza stomaco, pensieri negativi, sensazione di morire, nodo alla gola [senza abbandonarmi nell'arco della giornata]) é divenuta così rilevante da ricorrere più volte al PS.

Qui una volta provveduto all'esclusione di condizioni patologiche mi hanno consigliato una visita psichiatrica.

Personalmente avevo già iniziato un percorso psicoterapeutico (circa un mese fa), tuttavia dopo un brevissimo periodo di quiete, le somatizzazioni sono tornate a farsi sentire ancora più forte per cui ho prenotato la visita dallo psichiatra.


Mi è stato prescritto xanax 8 gocce mattina e pomeriggio 10 gocce la sera x circa 20 giorni (premetto di aver già assunto xanax nelle ultime 5 settimana con riduzione graduale tramite medico di base) ; Daparox 5 gocce primi 3 giorni > 10 gocce dal 4 giorno all'8 giorno > 15 gocce proseguendo per circa 2-3 mesi > visita di controllo fissata 8 giugno per valutare se iniziare a ridurre gradualmente il dosaggio.


Nonostante tutto, ho molto timore nell'intraprendere una terapia farmacologica, pur sapendo che forse a questo punto é divenuta necessaria per affrontare tale situazione (ormai ingestibile nei picchi più alti).


Essendo giovane, ho paura che iniziando una cura possa influire negativamente, alterando la concentrazione nelle azioni quotidiane oltre agli effetti collaterali propri del medicinale (la psichiatra mi ha parlato dei più comuni: nausea e mancanza desidero sessuale)
Inoltre temo la possibile dipendenza e quindi non riuscire a "liberarmene" al momento giusto.


Spero che possiate delucidarmi in merito a quanto scritto.


Aspetto un vostro riscontro.


Grazie a chiunque risponderà

Stefano
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Considerando che inizierebbe una terapia da aumentare lentamente e poi mantenerla per un periodo che è circoscritto all'inizio della valutazione degli effetti terapeutici per poi, da come scrive, ridurla già dal terzo mese, sarebbe il caso di far valutare la condizione seriamente e che la terapia sia mantenuta per tempi sufficientemente lunghi da poter dare effetti terapeutici nel lungo termine.


Dr. F. S. Ruggiero


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