Ansia e paura di morire

Buonasera dottori,
Volevo spiegarvi la mia situazione.

Ho 21 anni, fumavo, ora fumo tabacco riscaldato, ho fatto sport agonistico per 17 anni.

A maggio è morta una mia conoscente della mia età di un tumore nel giro di qualche mese, mi è chiaramente dispiaciuto ma non mi è sembrato di rimanere particolarmente traumatizzato,
Ad agosto la mia ragazza è svenuta in casa, l’ho caricata in spalle e portata al ps, ammetto di esserne rimasto un po’ scombussolato.

A settembre ho preso una multa da 1500 per cui mi sono sentito in colpa per i miei genitori, e fatto il test di professioni sanitarie che non ho passato, salvo poi essere ripescato 3 settimane dopo.

Quando ho visto che non l’ho passato, ci tenevo tanto per me e mia mamma, ho avuto la mia prima vera crisi, ho detto cose orribili su di me, avvertito vertigini, tachicardia e paura di morire.

Da lì nulla più per un mese.

A ottobre, una settimana dopo il ripescaggio, in un centro commerciale ho avvertito vertigini, vista offuscata, paura di svenire e morire, ho chiamato mia mamma che è venuta a casa a tranquillizzarmi, e nel mentre ho pianto e mi è uscito "mamma ho paura di morire, voglio parlare con uno psicologo non si può così", non so perché l’ho detto, forse ansia, forse il mio subconscio.

Da lì è stato un crescendo di paure di morire di infarto, di malattie cardiache rare, aneurismi, tumori, abbinate a ricerche costanti di rassicurazioni mediche, di ricerche di malattie, e associate a sempre più frequenti credo attacchi di panico, che hanno lasciato poche pause.

Ho fatto tantissime visite di ogni tipo, tutto nella norma.

Quando succede poi resto come se mi fosse passato un treno sopra, delle volte mi porto dietro anche gli strascichi, giù di morale, dolori vari.

Questa situazione che dura da 4 mesi, mi ha portato 3 volte in ps, in cui ho fatto anche un colloquio psichiatrico che ha evidenziato solo una forte ansia, mi hanno consigliato alprazolam che ho assunto per un mese e sertralina che non ho mai assunto.

Inizialmente andava meglio, poi è stato un peggiorando.

Faccio da 1 mese sedute bisettimanali di psicoanalisi, e ora ho iniziato una cura con citalopram che mi sta dando un po’ di effetti collaterali di cui peraltro ho paura, tra cui nausea, capogiri, dolore addominale, cefalea che ora fortunatamente è passata.

Io avverto: difficoltà di concentrazione, dolore toracico, vertigini, tachicardia, extrasistolia, sensazione di svenimento, di battito che si ferma.

Sembra quasi che io voglia la malattia perché mi giustificherebbe tutto, non accetto che sia mentale, dentro di me questi sintomi sono sempre stati associabili solo a malattie organiche.

Volevo chiedere, mi sembra una via crucis, se ne esce dottori vero?

È possibile che questo genere di cose arrivi a ciel sereno?

È possibile che la psicoanalisi abbinata alla cura ci metta tanto tempo a fare effetto?

Non so più cosa credere ne cosa fare, mi sento sballottolato, mi manca il me di prima, ci soffro per questo.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Le terapie per i suoi sintomi solo validate e conosciute.

Già quando le è stato prescritto l’antidepressivo avrebbe dovuto assumerlo.


I tempi della psicoanalisi sono lunghissimi.


Dr. F. S. Ruggiero


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