Litigi genitori anziani

Buongiorno,
scrivo per un problema con i miei anziani genitori (80 lui, quasi 85 lei).

Nell'ultimo periodo sono perennemente in discussione per ogni cosa.
Mia madre negli ultimi anni ha sicuramente avuto un leggero declino, tende a dimenticare le cose e magari ad essere un po' ripetitiva, ma tutto sommato riesce a mantenere un tenore di vita più che dignitoso e a gestirsi in autonomia.
Mio padre gode di buona salute, senza particolari problemi quindi sicuramente il più Autonomo tra i due.
Sono sempre stati una coppia affiatata ma mai dipendenti l'una dall'altro.
Le redini della casa e della famiglia le ha sempre tenute ben salde mia madre, che negli anni si è occupata sempre della gestione della casa sia materiale che economica (con il pieno appoggio e fiducia di mio padre).
Ora che lei sicuramente inizia a perdere qualche colpo sembra che mio padre non si fidi più di lei.
E' un continuo controllarla, farle notare ogni sbaglio (confondere una data, ricordare non precisamente una telefonata fatta) e questo manda mia madre su tutte le furie.
Io, che vivo vicino, vengo perennemente coinvolta.
So che non dovrei farmi coinvolgere, che sono situazioni che devono gestire loro senza la mia intromissione, ma non è sempre semplice lavarsene le mani quando si vedono due genitori ormai anziani soffrire.
Ho la sensazione che mio padre non accetti l'avanzare dell'età, che non accetti che mia madre non sia più il suo punto di riferimento.
Ho provato più volte a parlare con lui privatamente per fargli capire che quello che stanno vivendo non è una disgrazia, è semplicemente la vita, la vecchiaia.
Lui invece non se ne fa una ragione.
E' perennemente depresso, mai un sorriso, solo disperazione per una situazione che in fin dei conti fa parte della vita, ma lui non lo accetta.
Prossimamente inizierà a prendere uno stabilizzatore dell'umore (prescritto dal medico) perchè credo che ci sia anche una depressione di fondo.

come dovrei comportarmi con loro?
Mi stanno letteralmente fagocitando e non so come uscirne.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 184
Cara utente,
viene un'età in cui i figli diventano i "genitori" dei propri genitori.
Questo "fa parte della vita", per usare le parole che lei adopera con suo padre.
Finché i figli sono persone equilibrate e in salute, e se i rapporti nel passato sono stati buoni, si può accettare di buon grado questo nuovo compito armonizzandolo con le proprie esigenze di famiglia, di lavoro e tutte le altre attività. Tenga conto che è l'ultimo. Domani una tristezza alimentata dal rimorso potrebbe prenderne il posto, se non si è avuta l'opportunità di portarlo a termine.
Il fatto che suo padre inizi a prendere uno stabilizzatore dell'umore sarà senz'altro di aiuto. Sorvegli che i farmaci non siano in eccesso: questo potrebbe portare un disequilibrio in un anziano che ha attraversato la vita in buona salute.
Lei può proporre ai suoi genitori incontri a date precise per dare una mano, senza che la coinvolgano in altri meno opportuni momenti; l'aiuto di giovani stipendiati che gestiscano alcune incombenze; soprattutto attività di svago, da soli o con figli e nipoti, che migliorino l'umore dei suoi e che aiutino sua madre a contrastare il declino.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com