Forte disturbo ossessivo nei confronti della mia partner

Salve, Mi chiamo Aldo, ho 32 anni e sto con la mia compagna da 2 anni.
Mi sono innamorato di lei lentamente, senza accorgermene, dopo una lunga conoscenza che poi si è trasformata in amore.
La fase dell’innamoramento è stata intrecciata di giornate con farfalle nello stomaco tipiche dell’innamoramento stesso.
Ma anche di diverse discussioni causate dalle profonde diversità che riconosco in noi.
Attualmente posso dire che vedo nonostante tutto lei nel mio futuro, e che vorrei semplicemente ritornare ad un periodo felice insieme e da solo.
Dopo circa un anno dall’inizio della relazione, cominciai a nutrire dubbi circa l’amore che nutrivo nei suoi confronti.
Ho cominciato a focalizzarmi sui suoi difetti, la gigantesca differenza culturale che ci divide, la sua poca intellettualità e la sua mancanza di argomenti e l’impossibilità di avere un riscontro sulla maggior parte degli argomenti che mi interessano.
Comincio immediatamente un percorso di terapia affiancato dai farmaci perché cado in una profonda depressione che, da circa un anno, mi porto dietro fra alti e bassi.
Subito durante le prime sedute la mia psicoterapeuta mi dice che soffro di disturbo ossessivo che adesso si è focalizzato sulle mancanze della mia partner, in cui rimugino in maniera ossessiva fino a mettere in dubbio costantemente l’amore che provo nei suoi confronti.
Ho provato a lasciare la mia compagna diverse volte, con tantissimo dolore, e il dubbio è diventato ho fatto la cosa giusta?.
Attualmente non ho piu ricercato la divisione da agosto 2023, ma i dubbi sulle sue capacità intellettive non se ne stanno andando e noto che mi ci fossilizzo in maniera ossessiva, portandomi all’insofferenza nei suoi confronti.
La psicoterapeuta parla ancora di disturbo ossessivo, e mi hanno ad ora aggiustato nuovamente la cura per tale disturbo.
Non mi parla di dipendenza affettiva, dopo averglielo chiesto svariate volte, lei reputa io abbia una dipendenza comune a tutte le relazioni e non patologica.
Noto che pero ho ancora strascichi di depressione e ansia, e la mia insofferenza nei confronti della partner sta aumentando perché ogni cosa che faccio o che fa è sotto mirino e sotto giudizio automatico del mio cervello, che crea pensieri negativi nei suoi confronti costantemente.
Nonostante tutto, è l’unica persona che io abbia mai avuto voglia di abbracciare, baciare, starci vicino in questo modo.
L’unica donna che mi ha dato un forte trasporto sessuale.
E nonostante tutto io la voglio con me, vicino a me, e sento che sarebbe un dolore eliminarla dalla mia vita.
Come posso governare i miei pensieri negativi e giudicanti nei confronti della persona che amo?
Aldo
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 186
Gentile utente,
per poterle rispondere abbiamo bisogno di dati veritieri sulla sua scheda, dove al momento lei risulta una donna.
Tra l'altro non si capisce se lei stia svolgendo una psicoterapia e di che tipo, o soltanto un terapia farmacologica.
Corregga tutto e ci riscriva.
Prego.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Ho corretto il mio sesso, non mi ero accorto dello sbaglio.
Attualmente sono in cura psichiatrica per disturbo ossessivo e sto facendo un percorso psicoterapeutico per lo stesso disturbo
[#3]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 186
Gentile utente,
non ha corretto proprio nulla sulla sua scheda.
Riprovi.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#4]
dopo
Utente
Utente
Adesso dovrebbe essere corretto, mi spiace per il disguido
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 186
Gentile utente,
la sua domanda era: "Come posso governare i miei pensieri negativi e giudicanti nei confronti della persona che amo?"
Lei sa di soffrire di una sindrome ossessivo-compulsiva, perché le è stata diagnosticata dallo specialista che tuttora la ha in cura.
La sua malattia si è focalizzata sul fatto di amare o meno la partner, per migrare poi su altri aspetti: teme che la partner non sia abbastanza istruita per essere pari a lei, e teme perfino che non raggiunga un medio quoziente intellettivo, ossia che abbia un'intelligenza inferiore alla media.
Infatti lei scrive, per il primo punto, di temere "la gigantesca differenza culturale che ci divide, la sua poca intellettualità e la sua mancanza di argomenti e l’impossibilità di avere un riscontro sulla maggior parte degli argomenti che mi interessano".
Di seguito invece parla di dubbi sul suo amore (che in genere non è direttamente connesso alla cultura) e poco oltre di ben altra carenza: "dubbi sulle sue capacità intellettive".
Per quest'ultimo sospetto naturalmente basterebbe eseguire un test sul QI. Il suo stesso curante può farlo, se la ragazza è d'accordo.
Tutto questo in ogni caso diventa per lei tormentoso perché è affetto da DOC, e anche l'idea di essere vittima di dipendenza affettiva è una delle sue ossessioni, del tutto fuori luogo.
Di tale sindrome, semmai, soffre la sua ragazza: infatti perché mai rimane ancora con lei, con questo rimuginio malevolo nei suoi confronti?
Cedere a questo rimuginio tormentoso, rivolgere continue domande fuori dal setting terapeutico, è proprio l'effetto della sua malattia e nello stesso tempo il comportamento che la incrementa.
Si affidi invece al curante e ne segua scrupolosamente le indicazioni.
Penso di tratti di uno psichiatra, dal momento che le somministra dei farmaci, e certamente userà gli opportuni strumenti anche nella psicoterapia.
Coraggio, dunque, si impegni a guarire e vedrà che ne verrà fuori.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#6]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la gentile risposta.
Le pongo solo un’ultima domanda e poi non mi spingo oltre e seguo il suo consiglio di non chiedere ulteriori pareri.
Lei mi dice che tutto questo rimuginio malevolo puo esser causato dal DOC?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 186
Gentile utente,
ma proprio questo è l'argomento principale da discutere con i curanti!
Infatti il DOC provoca certamente un continuo rimuginare, certamente su temi sgraditi-preoccupanti-ansiogeni per chi ne è affetto, ma questo non vuol dire che sempre e in qualunque caso si tratti solo di fantasie sorte dal nulla.
Lo è nella maggior parte dei casi, ma questo non vuol dire che lo è SEMPRE.
Quello che è certo è che l'estremo di afflizione che si accompagna al rimuginio è in ogni caso esagerato, in ogni caso disturbante, e soprattutto in ogni caso inidoneo a risolvere un eventuale problema non solo immaginario.
Faccio un esempio tratto dal suo caso. Lei si ripete ossessivamente:
1) che forse non ama la sua ragazza;
2) che forse non potrà mai parlare con lei delle cose che la interessano;
3) che forse la ragazza ha un cervello limitato.
Queste tre cose possono essere del tutto false ed essere state create dalla sua mente a scopo di gratuita tortura - i suoi curanti le avranno spiegato perché questo avviene.
Ma potrebbero essere vere, o vere in parte, dal momento che lei non le ha costruite del tutto inverosimili.
Ebbene, in questo caso, pur essendo reale, il problema -o i problemi- non potrebbero essere risolti perché il suo cervello, tutto preso ad elaborare rovelli per torturarsi, non ha sviluppato strategie di soluzione, non le cerca e in un certo senso non le vuole, perché la soluzione rappresenterebbe la fine del rovello stesso.
Se la soluzione compare, o se il problema viene giudicato falso al di là di ogni dubbio, la mente affetta da DOC cerca subito un altro problema su cui arrovellarsi... fino a che non si cura seriamente, e guarisce.
Le auguro di percorrere questa via.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com