Gravidanza inaspettata in una relazione extraconiugale
Sono una ragazza di 30 anni, vivo da sola e lavoro.
A gennaio 2023, scottata da una storia finita male, conosco un uomo 18 anni + grande di me.
Abbiamo modo di frequentarci nel ns ambiente lavorativo di cui lui faceva parte ed avevamo capito ci fosse un’intesa, ma io avevo anche capito che essendo sposato la questione doveva finiva lì.
Nn sto qui a raccontare tutto ma tra di noi un giorno succede qualcosa.
Lui credeva di essere un uomo felice con sua moglie ed i suoi 2 figli, ma a detta sua da quando sono entrata nella sua vita qualcosa è cambiato.
Io da un’iniziale freddezza ma anche senso di smarrimento, decido di vivere il momento con leggerezza.
Avevo bisogno di pensare solo a me stessa e di fare ciò che mi faceva stare bene.
Sono stata egoista lo so, sn stata leggera alle spalle di una famiglia.
Il tempo passa, mi lego a lui, nn è facile gestire la situazione.
Procrastino la scelta di metterlo cn le spalle al muro.
Quest’estate mi rendo conto che nn posso continuare a buttare via del tempo.
Nn posso fare l’amante a vita.
Sensi di colpa si aggrovigliano, vivo male questo nasconderci continuamente, vivo male perché lui inizia a parlarmi continuam.
dei suoi problemi familiari.
Qualcosa cn sua moglie si è rotto, lui dice, ma nn può lasciarla per questioni economiche e lavorative (adesso sono loro a lavorare insieme, in proprio).
Andiamo avanti, un po’a stenti, quella relazione che mi faceva stare bene pian piano inizia a diventare tossica.
Sono stanca, quasi sfinita.
A gennaio, dopo una forte lite gli dico di nn volerlo più vedere.
Così sarà, nn lo vedo più.
Lui prova a cercarmi in ogni modo possibile compatibilmente con ciò che poteva o nn poteva fare per via del suo matrimonio.
Il destino o un’entità superiore io nn lo so, nn riesco a comprendere perché proprio quando prendo una decisione tutte le forze della natura si mettono contro, scopro di essere incinta.
Mi è caduto il mondo addosso.
Se prima mi sentivo sfinita, adesso mi sento sconfitta, è come se avessi deposto le armi per lasciarmi andare in balia degli eventi di questa strana vita.
Mi sento confusa e spaventata.
Io nn saprei che dire alla mia famiglia, ma soprattutto a lui.
A lui nn ho detto niente perché ho paura.
Paura della sua reazione, cosa dirà, cosa farà?
E la sua famiglia?
Sua moglie?
suoi figli?
Ho paura perche in un attimo è come se dopo 2 anni, tutto arrivasse in faccia alle persone a noi vicine come 2 sberle.
Io nn so cosa voglio, nn so cosa fare, come agire, cosa sentire.
xke io di fatto adesso nn sento niente.
Sono talmente spaventata ke l’ansia mi ha paralizzata, letteralmente.
In questo momento l’unica persona che vorrei al mio fianco è lui, che vorrei mi tranquillizzasse e che mi dicesse andrà tutto bene.
Ma cosa andrà tutto bene?
Come potrebbe mai rasserenarmi?
Lui nn può darmi ciò di cui io ho bisogno, eppure, forse come due ladri che si spalleggiano, avrei bisogno di lui in quanto complice di qusta follia messa in atto.
spero di poter ricevere un qualche pensiero utile in mezzo a tutti i miei pensieri disorientati
A gennaio 2023, scottata da una storia finita male, conosco un uomo 18 anni + grande di me.
Abbiamo modo di frequentarci nel ns ambiente lavorativo di cui lui faceva parte ed avevamo capito ci fosse un’intesa, ma io avevo anche capito che essendo sposato la questione doveva finiva lì.
Nn sto qui a raccontare tutto ma tra di noi un giorno succede qualcosa.
Lui credeva di essere un uomo felice con sua moglie ed i suoi 2 figli, ma a detta sua da quando sono entrata nella sua vita qualcosa è cambiato.
Io da un’iniziale freddezza ma anche senso di smarrimento, decido di vivere il momento con leggerezza.
Avevo bisogno di pensare solo a me stessa e di fare ciò che mi faceva stare bene.
Sono stata egoista lo so, sn stata leggera alle spalle di una famiglia.
Il tempo passa, mi lego a lui, nn è facile gestire la situazione.
Procrastino la scelta di metterlo cn le spalle al muro.
Quest’estate mi rendo conto che nn posso continuare a buttare via del tempo.
Nn posso fare l’amante a vita.
Sensi di colpa si aggrovigliano, vivo male questo nasconderci continuamente, vivo male perché lui inizia a parlarmi continuam.
dei suoi problemi familiari.
Qualcosa cn sua moglie si è rotto, lui dice, ma nn può lasciarla per questioni economiche e lavorative (adesso sono loro a lavorare insieme, in proprio).
Andiamo avanti, un po’a stenti, quella relazione che mi faceva stare bene pian piano inizia a diventare tossica.
Sono stanca, quasi sfinita.
A gennaio, dopo una forte lite gli dico di nn volerlo più vedere.
Così sarà, nn lo vedo più.
Lui prova a cercarmi in ogni modo possibile compatibilmente con ciò che poteva o nn poteva fare per via del suo matrimonio.
Il destino o un’entità superiore io nn lo so, nn riesco a comprendere perché proprio quando prendo una decisione tutte le forze della natura si mettono contro, scopro di essere incinta.
Mi è caduto il mondo addosso.
Se prima mi sentivo sfinita, adesso mi sento sconfitta, è come se avessi deposto le armi per lasciarmi andare in balia degli eventi di questa strana vita.
Mi sento confusa e spaventata.
Io nn saprei che dire alla mia famiglia, ma soprattutto a lui.
A lui nn ho detto niente perché ho paura.
Paura della sua reazione, cosa dirà, cosa farà?
E la sua famiglia?
Sua moglie?
suoi figli?
Ho paura perche in un attimo è come se dopo 2 anni, tutto arrivasse in faccia alle persone a noi vicine come 2 sberle.
Io nn so cosa voglio, nn so cosa fare, come agire, cosa sentire.
xke io di fatto adesso nn sento niente.
Sono talmente spaventata ke l’ansia mi ha paralizzata, letteralmente.
In questo momento l’unica persona che vorrei al mio fianco è lui, che vorrei mi tranquillizzasse e che mi dicesse andrà tutto bene.
Ma cosa andrà tutto bene?
Come potrebbe mai rasserenarmi?
Lui nn può darmi ciò di cui io ho bisogno, eppure, forse come due ladri che si spalleggiano, avrei bisogno di lui in quanto complice di qusta follia messa in atto.
spero di poter ricevere un qualche pensiero utile in mezzo a tutti i miei pensieri disorientati
Gentile utente,
la sua sofferenza e la sua confusione sono comprensibili.
Tuttavia provi a pensare che una gravidanza non vuol dire che "tutte le forze della natura si mettono contro".
Pensi a tutte quelle persone che cercano una gravidanza e non riescono ad averla, e a tutte quelle altre che desiderano un figlio ma non hanno nemmeno una relazione.
Pensi a quelle persone che sono in una relazione ostile, tossica, anche se sono sposate, e ricordi tutto quello che di buono c'è stato nella sua, al punto che ancora adesso vorrebbe lui come alleato e consolatore.
Cerchi di essere serena e faccia i conti con la realtà, però senza deporre l'ottimismo, che è il vero perno della vita.
Lei lavora? E' in grado di mantenere su* figli*?
Non creda a quelli che le dicono che allevare un figlio da sola è difficile, o che il suo futuro verrà spezzato. Guardi quante madri allevano coraggiosamente e con gioia i propri figli, a volte "da sole" anche se hanno un marito, e quante donne con figli hanno trovato l'amore con un uomo che ha fatto da padre a questi figli pur senza esserlo.
Le doti personali, la generosità, il coraggio, la serietà e l'allegria sono quelle che costruiscono le relazioni, e la vita.
Andando su un altro versante, lei può scegliere di non avere il/la bambin*.
In ogni caso prenda serenamente la sua decisione e PARLI CON IL PADRE.
Trovi modo di avere presto questo colloquio e lo faccia nel modo più tranquillo, a tutela della sua salute psico-fisica. In pubblico, se teme che lui possa reagire male.
Scelga con calma, ma parli presto con lui, e anche in questo scelga l'ottimismo.
Ci faccia sapere: noi siamo qui.
Auguri.
la sua sofferenza e la sua confusione sono comprensibili.
Tuttavia provi a pensare che una gravidanza non vuol dire che "tutte le forze della natura si mettono contro".
Pensi a tutte quelle persone che cercano una gravidanza e non riescono ad averla, e a tutte quelle altre che desiderano un figlio ma non hanno nemmeno una relazione.
Pensi a quelle persone che sono in una relazione ostile, tossica, anche se sono sposate, e ricordi tutto quello che di buono c'è stato nella sua, al punto che ancora adesso vorrebbe lui come alleato e consolatore.
Cerchi di essere serena e faccia i conti con la realtà, però senza deporre l'ottimismo, che è il vero perno della vita.
Lei lavora? E' in grado di mantenere su* figli*?
Non creda a quelli che le dicono che allevare un figlio da sola è difficile, o che il suo futuro verrà spezzato. Guardi quante madri allevano coraggiosamente e con gioia i propri figli, a volte "da sole" anche se hanno un marito, e quante donne con figli hanno trovato l'amore con un uomo che ha fatto da padre a questi figli pur senza esserlo.
Le doti personali, la generosità, il coraggio, la serietà e l'allegria sono quelle che costruiscono le relazioni, e la vita.
Andando su un altro versante, lei può scegliere di non avere il/la bambin*.
In ogni caso prenda serenamente la sua decisione e PARLI CON IL PADRE.
Trovi modo di avere presto questo colloquio e lo faccia nel modo più tranquillo, a tutela della sua salute psico-fisica. In pubblico, se teme che lui possa reagire male.
Scelga con calma, ma parli presto con lui, e anche in questo scelga l'ottimismo.
Ci faccia sapere: noi siamo qui.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com
Utente
Dott.ssa , intanto la ringrazio per il tempo dedicatomi .
In linea generale Lei ha ragione , forse non sono nemmeno degna di ricevere un dono così prezioso . Pensando per l’appunto a coppie che non riescono ad avere figli o a situazioni altrettanto disagiate e complicate . D’altra parte però , non posso pensare alle situazioni altrui . Io sono una persona solitamente molto empatica ma ultimamente mi sento totalmente fredda dinnanzi a qualsiasi cosa e onestamente non riesco a non pensare al mio di dolore .
Il pensiero di precludere ad un bambino , la possibilità di avere un padre , lo trovo un fallimento totale . Il pensiero che un bambino nasca da una relazione clandestina, mi fa male . Non so se riesco ad esprimere bene il concetto , ma posso essere parte di un peccato io, non terzi. Lo trovo inaccettabile . Per quanto riguarda il resto, io lavoro e riesco a mantenermi dignitosamente. Non saprei con un figlio a carico, non sono ancora arrivata a questo pensiero.
Ho voglia e bisogno di dirlo a lui ma come dicevo prima, ho una paura che mi paralizza . Lui tra l’altro continua a chiamare ignaro della situazione ed io continuo ad ignorarlo.
Oltre la sua , temo la reazione della moglie . Se mai lui la mettesse a conoscenza della situazione , non so che reazione possa avere . In questo momento non sarei pronta ad affrontare e sopportare il dolore e la rabbia altrui perché non riesco a sostenere nemmeno la mia .
La ringrazio .
M.
In linea generale Lei ha ragione , forse non sono nemmeno degna di ricevere un dono così prezioso . Pensando per l’appunto a coppie che non riescono ad avere figli o a situazioni altrettanto disagiate e complicate . D’altra parte però , non posso pensare alle situazioni altrui . Io sono una persona solitamente molto empatica ma ultimamente mi sento totalmente fredda dinnanzi a qualsiasi cosa e onestamente non riesco a non pensare al mio di dolore .
Il pensiero di precludere ad un bambino , la possibilità di avere un padre , lo trovo un fallimento totale . Il pensiero che un bambino nasca da una relazione clandestina, mi fa male . Non so se riesco ad esprimere bene il concetto , ma posso essere parte di un peccato io, non terzi. Lo trovo inaccettabile . Per quanto riguarda il resto, io lavoro e riesco a mantenermi dignitosamente. Non saprei con un figlio a carico, non sono ancora arrivata a questo pensiero.
Ho voglia e bisogno di dirlo a lui ma come dicevo prima, ho una paura che mi paralizza . Lui tra l’altro continua a chiamare ignaro della situazione ed io continuo ad ignorarlo.
Oltre la sua , temo la reazione della moglie . Se mai lui la mettesse a conoscenza della situazione , non so che reazione possa avere . In questo momento non sarei pronta ad affrontare e sopportare il dolore e la rabbia altrui perché non riesco a sostenere nemmeno la mia .
La ringrazio .
M.
Gentile utente,
come avrà visto anche i colleghi dell'altra piattaforma cui ha esposto la sua situazione le suggeriscono sostanzialmente di prendersi il tempo per decidere e di avvertire il padre della sua creatura.
Questo è quello che ho scritto anch'io, tuttavia lei ha chiesto a noi psicologi "un qualche pensiero utile in mezzo a tutti i miei pensieri disorientati" e perciò vorrei approfondire la risposta che le ho dato.
Al disorientamento indotto dalle circostanze che ci ha descritto partecipano molti elementi, alcuni prodotti dai fatti, altri da una visione della realtà che giace nella sua psiche e che solo con l'aiuto di un* psicolog* può riconoscere ed elaborare; altri ancora da desideri e intenzioni che la spingono verso certe direzioni, ma sono contraddetti da timori e resistenze di segno opposto.
Tutti insieme questi elementi fanno sorgere il conflitto che la sta paralizzando, e forse a questi si somma l'analgesia naturale che nelle madri accompagna l'istaurarsi della gravidanza, quella che lei avverte come inusuale silenzio emotivo e ripiegamento su di sé, pur in mezzo alla tempesta.
Provo a farle notare alcuni motivi di conflitto. Mi scuso della superficialità, inevitabile non conoscendola e non potendo chiarire le cose come avviene in un colloquio clinico, al quale di nuovo le raccomando vivamente di rivolgersi.
Il primo punto che emerge è l'ambivalenza dei suoi sentimenti verso quest'uomo. Un tempo fonte sperata di una felicità sia pure effimera che doveva compensarla del dolore di un addio, si è trasformato in un nuovo motivo di mortificazione, disagio e infine angoscia.
Lei ha voluto chiudere la storia, tuttavia lo considera ancora il suo solo consolatore, ma ignora la sua possibile reazione e probabilmente unisce sogni di vicinanza e paure di rifiuto, e avverte una sua insufficienza nel ruolo di compagno e padre.
Diciamo che non sa cosa potrebbe fare e dire lui, ma soprattutto non sa cosa lei stessa desidera, quindi non sa nemmeno cosa dovrebbe chiedere.
Tutto questo si è prodotto già prima dell'attuale situazione, quando lei ha attuato con quest'uomo una non-scelta: troppo più grande di lei, sposato, incapace di rispettare la moglie ma anche di lasciarla, più frustrante che generoso in quel ruolo di amante nel quale lei stessa si collocava a fatica.
Per citare solo altri punti che sembrano oscuri a lei stessa, scrive che teme la reazione della moglie in termini di paura e di rabbia. Vuol dire che la conosce e la frequenta, quindi la sua gravidanza sarebbe la prova di un'ipocrisia attuata nei confronti di questa donna? Oppure, pur non conoscendola, sente che la gravidanza è il segno inequivocabile del fatto che la sua avventura non è stata un sogno fuori dalla realtà, e può determinare nella moglie tradita dolore e rabbia?
Quest'impressione di una realtà fuori dal mondo, che non produce effetti reali, accompagna spesso l'adulterio. Ma la natura non chiede certificati di matrimonio per far incontrare due gameti, e la vita scorre -o cerca di farlo- indipendentemente da una fede al dito.
Allo stesso titolo, lei dice che "precludere ad un bambino la possibilità di avere un padre, lo trovo un fallimento totale".
Ma il bambino ha un padre, dal momento che è stato concepito; e non chiede la garanzia di un uomo regolarmente sposato con la mamma, per avere diritto alla vita.
Tutto questo andrebbe esternato senza paura, senza vergogna e senza curarsi delle contraddizioni, perché la vita non scorre sul solo binario razionale, non sempre ci si attiene ai propri modelli ideali, e per liberarsi dei conflitti occorre prima di tutto conoscerli.
So che anche queste parole sono insufficienti, ma forse l'aiuteranno ad accettare quello che adesso le sembra inaccettabile di sé, della situazione, anche dell'uomo al quale si è accompagnata, e a trovare le parole per parlare con lui, parlare con i suoi, chiedere aiuto.
Infiniti auguri.
come avrà visto anche i colleghi dell'altra piattaforma cui ha esposto la sua situazione le suggeriscono sostanzialmente di prendersi il tempo per decidere e di avvertire il padre della sua creatura.
Questo è quello che ho scritto anch'io, tuttavia lei ha chiesto a noi psicologi "un qualche pensiero utile in mezzo a tutti i miei pensieri disorientati" e perciò vorrei approfondire la risposta che le ho dato.
Al disorientamento indotto dalle circostanze che ci ha descritto partecipano molti elementi, alcuni prodotti dai fatti, altri da una visione della realtà che giace nella sua psiche e che solo con l'aiuto di un* psicolog* può riconoscere ed elaborare; altri ancora da desideri e intenzioni che la spingono verso certe direzioni, ma sono contraddetti da timori e resistenze di segno opposto.
Tutti insieme questi elementi fanno sorgere il conflitto che la sta paralizzando, e forse a questi si somma l'analgesia naturale che nelle madri accompagna l'istaurarsi della gravidanza, quella che lei avverte come inusuale silenzio emotivo e ripiegamento su di sé, pur in mezzo alla tempesta.
Provo a farle notare alcuni motivi di conflitto. Mi scuso della superficialità, inevitabile non conoscendola e non potendo chiarire le cose come avviene in un colloquio clinico, al quale di nuovo le raccomando vivamente di rivolgersi.
Il primo punto che emerge è l'ambivalenza dei suoi sentimenti verso quest'uomo. Un tempo fonte sperata di una felicità sia pure effimera che doveva compensarla del dolore di un addio, si è trasformato in un nuovo motivo di mortificazione, disagio e infine angoscia.
Lei ha voluto chiudere la storia, tuttavia lo considera ancora il suo solo consolatore, ma ignora la sua possibile reazione e probabilmente unisce sogni di vicinanza e paure di rifiuto, e avverte una sua insufficienza nel ruolo di compagno e padre.
Diciamo che non sa cosa potrebbe fare e dire lui, ma soprattutto non sa cosa lei stessa desidera, quindi non sa nemmeno cosa dovrebbe chiedere.
Tutto questo si è prodotto già prima dell'attuale situazione, quando lei ha attuato con quest'uomo una non-scelta: troppo più grande di lei, sposato, incapace di rispettare la moglie ma anche di lasciarla, più frustrante che generoso in quel ruolo di amante nel quale lei stessa si collocava a fatica.
Per citare solo altri punti che sembrano oscuri a lei stessa, scrive che teme la reazione della moglie in termini di paura e di rabbia. Vuol dire che la conosce e la frequenta, quindi la sua gravidanza sarebbe la prova di un'ipocrisia attuata nei confronti di questa donna? Oppure, pur non conoscendola, sente che la gravidanza è il segno inequivocabile del fatto che la sua avventura non è stata un sogno fuori dalla realtà, e può determinare nella moglie tradita dolore e rabbia?
Quest'impressione di una realtà fuori dal mondo, che non produce effetti reali, accompagna spesso l'adulterio. Ma la natura non chiede certificati di matrimonio per far incontrare due gameti, e la vita scorre -o cerca di farlo- indipendentemente da una fede al dito.
Allo stesso titolo, lei dice che "precludere ad un bambino la possibilità di avere un padre, lo trovo un fallimento totale".
Ma il bambino ha un padre, dal momento che è stato concepito; e non chiede la garanzia di un uomo regolarmente sposato con la mamma, per avere diritto alla vita.
Tutto questo andrebbe esternato senza paura, senza vergogna e senza curarsi delle contraddizioni, perché la vita non scorre sul solo binario razionale, non sempre ci si attiene ai propri modelli ideali, e per liberarsi dei conflitti occorre prima di tutto conoscerli.
So che anche queste parole sono insufficienti, ma forse l'aiuteranno ad accettare quello che adesso le sembra inaccettabile di sé, della situazione, anche dell'uomo al quale si è accompagnata, e a trovare le parole per parlare con lui, parlare con i suoi, chiedere aiuto.
Infiniti auguri.
Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.8k visite dal 25/02/2025.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Gravidanza
Consulti simili su gravidanza
Consulti su problemi relazionali
- All'improvviso mi ha detto che l'amore non si è sviluppato
- Avere un ruolo importante al lavoro può essere sintomo di mancanze generate dalla famiglia?
- Sessuologia: problema di totale mancanza di intimità con la mia partner
- Dinamiche tra mio marito e sua mamma
- Frustrazione dopo una dichiarazione
- Sono diventato meno intelligente ?
Altri consulti in psicologia
- Ansia da prestazione: è normale e come affrontarla?
- Ansia, isolamento e futuro: terapia è sufficiente?
- Disagio in terapia: le espressioni della terapeuta compromettono il lavoro?
- Sessualità stravolta: aumento desiderio e attrazione per uomini (genitali).
- Dipendenza dagli orgasmi: è possibile?
- Ansia dubbio voglia di vivere oppure morire