Ansia legata ad un episodio di diarrea

Salve.
Ho 21 anni, e nell'arco dell'ultimo mese sto vivendo un vero e proprio inferno.

Esattamente un mese fa ho avuto un episodio di diarrea al mattino: non so la causa certa, perché hanno coinciso diversi fattori.
La settimana precedente, per esempio, mio fratello ha avuto febbre, diarrea e vomiti, non si sa bene se per un virus intestinale o a causa di alcuni frutti di mare mangiati nonostante fossero stati cucinati due giorni prima.
Essendo emetofobica (fobia del vomito e qualsiasi cosa lo riguardi), ho passato quei giorni in uno stato di ansia, peggiorata poi da un periodo di stress che stavo vivendo, in quanto avevo appena terminato la sessione invernale dell'università e avevo iniziato il tirocinio nelle scuole (sempre per l'università).
Il giorno prima del mio episodio di diarrea, inoltre, mi è arrivato anche il ciclo.
L'episodio di per sé non è durato molto, forse mezza giornata (sono andata in bagno cinque o sei volte), ma dal giorno successivo ho avuto feci piccole e spezzettate quasi ogni giorno, principalmente al mattino (completamente l'opposto di come ero prima, in quanto ero stitica e andavo principalmente la sera).

Ho preso l'enterogermina la prima settimana, e sei giorni fa ho concluso un ciclo di fermenti lattici, e ho notato che alle volte (soprattutto quando sono più calma) le feci sono compatte, quindi so che il mio è un problema legato all'ansia.

Ma tutto ciò ha peggiorato il mio stato psicologico, nonostante io sappia che il mio intestino avesse bisogno di assestarsi dopo quell'episodio e dato che stavo prendendo probiotici, e quindi mi sono finalmente decisa ad andare da uno psicoterapeuta dopo anni che rimandavo la questione.

Sono appena alla quarta seduta, quindi ancora devo capire come si evolverà la situazione, ma il mio problema principale, e motivo per cui scrivo anche qui ora, è che ormai ho sviluppato un vero e proprio terrore della diarrea e delle feci in generale.
Ho la paura che la diarrea possa tornare improvvisamente, magari mentre sono fuori casa, e ciò mi sta impedendo di uscire con amici e di vivere tranquillamente la mia vita, banalmente non riesco neanche a studiare perché ho sempre ansia e non riesco a concentrarmi.
Questo sabato, per esempio, dovrei stare fuori dalla mia città quasi tutto il giorno con delle amiche, ma se ci penso mi viene il panico...
Ho parlato anche con il mio medico di base della questione, mi è sembrata molto tranquilla quindi non penso ci siano problemi medici seri, ma per sicurezza (e sicuramente per calmarmi) mi ha fatto un'impegnativa per una ecografia all'addome.
So che il mio è un problema legato all'ansia e alla paura, ma ormai è un mese che mi sveglio con l'ansia del "oggi come andrò in bagno?
Starò bene?
"... Non vedo una via d'uscita, sono esausta.

Specifico inoltre che il mio psicoterapeuta sospetta che io abbia un DOC, e che ora so sta principalmente concentrando su eventi passati della mia vita per trovare le cause dell'ansia, della fobia e del disturbo...
Dr.ssa Clara Montalbano Psichiatra, Medico delle dipendenze 24
Buongiorno,
sembra un banale episodio di diarrea, farà anche eco addome, quindi potrà stare tranquilla.

Il mio parere personale è che sarebbe oppurtuno affiancare allo psicoterapeuta, una valutazione da uno psichiatra.
So che a volte le persone vivono questo tipo di figura medica con reticenza e che la nostra società a volte ancora nutre un certo stigma, ma lo psichiatra si occupa molto spesso e con successo di problematiche di ansia simili. Peraltro problematiche di ansia, panico ect sono estremamente diffuse nella popolazione e si curano con successo.

Mi pare che questa problematica impatti molto la sua vita, parla di non riuscire a studiare o avere la vita sociale di prima oltre a una continua preoccupazione, a mio parere intervenire con una valutazione psichiatrica affiancandola se si vuole alla psicoterapia sarebbe l'opzione migliore perché:

1. a trascinare queste problematiche le si complica solamente di più
2. le crea problemi e la fa stare male, prima si risolve meglio è
3. lo psichiatra è anche un medico, un primo inquadramento sarebbe senza dubbio consigliato
4. nel caso il medico lo ritenga associare un poco di terapia farmacologica alla psicoterapia permette risultati più rapidi e completi

cordiali saluti

Segnala un abuso allo Staff
Risposta utile
Contatta lo specialista e prenota una visita
Utente
Utente
Buongiorno,
La ringrazio per la sua risposta.

Sì, sto considerando anche l'opzione dello psichiatra, in questi giorni mi sto informando sugli psichiatri presenti nella mia zona, ma prima della settimana prossima purtroppo non potrò fare molto.
Il mio psicologo, intanto, ha detto che devo provare a non evitare le cose che facevo prima (es. le uscite con gli amici, etc), per esempio domani dovrei andare ad un evento ad un'ora di treno da casa mia con delle amiche, ma sono nel panico perché ho il terrore succeda qualcosa (per esempio, che si ripresenti quel piccolo episodio di diarrea).
Per la terapia farmacologia, da un lato sarei disposta a provarla in caso uno psichiatra la dovesse ritenere utile, ma dall'altro mi spaventano gli effetti collaterali.

Cordiali saluti.
Segnala un abuso allo Staff
Dr.ssa Clara Montalbano Psichiatra, Medico delle dipendenze 24
Concordo con il consiglio di non evitare cose, perché poi entri in un circolo vizioso.

Se uno fa una terapia leggera e a basse dosi di solito sono molto ben tollerate.
Uno poi con lo psichiatra della terapia può discutere, es. abbassare dose quando stai meglio o modificare principio attivo se il primo provato ti arreca fastidio.

Spesso ci può essere qualche fastidio gastrointestinale, lieve e che recede con uso dopo 2-3 settimane.

saluti

Segnala un abuso allo Staff
Risposta utile
Utente
Utente
Eventualmente, secondo lei sarebbe possibile affrontare la questione solo con l'aiuto dello psicologo? Perché alle volte riesco ad uscire (per esempio la sera stessa in cui ho scritto il messaggio, mi sono fatta coraggio e sono rimasta in giro con un'amica), semplicemente ci sono momenti in cui mi sembra che sia tutto troppo grande da affrontare, specialmente la mattina. La sera è il momento più tranquillo. Oppure in vista di eventi "importanti", come l'uscita di domani, mi lascio prendere da i "e se?".
La ringrazio ancora per la sua risposta.
Segnala un abuso allo Staff
Dr.ssa Clara Montalbano Psichiatra, Medico delle dipendenze 24
Io, come detto prima, una valutazione psichiatrica la farei e affiancherei le due cose.
saluti

Segnala un abuso allo Staff
Risposta utile
Utente
Utente
Lei ha qualche consiglio su come affrontare la situazione in questi giorni, dato che devo cercare uno psichiatra, contattarlo e prendere un appuntamento?
Segnala un abuso allo Staff
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
Non si possono fornire indicazioni prescrittive attraverso il portale per cui deve cercare uno psichiatra e farsi visitare appena possibile

https://wa.me/390698234174
https://t.me/FSRuggiero_psichiatra
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

Segnala un abuso allo Staff
Risposta utile
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19.1k 609
Gentile utente,

Lei ha scritto a psicologia, ma Le hanno risposto due psichiatri.
Riprendo dunque il punto di vista dell'area in cui Lei ha scritto, quello psicologico.
Per il punto di vista fisico, Lei ha già interpellato il Suo medico di medicina generale.

Generalmente quando si è in cura da un* Psicolog* (attenzione: Psy deve essere anche psicoterapeuta per poter curare),
è il/la professionista stess* a consigliare la visita psichiatrica quando ne ravvisa la necessità.
Non tanto per la diagnosi, dato che è competenza anche dell* Psicolog*; quanto per l'aiuto farmacologico.
Generalmente lo si fa quando il/la Terapeuta si accorge che i sintomi psichici sono talmente invalidanti da rendere impossibile o scarsamente improduttiva la psicoterapia.
Oppure quando si è in presenza di una malattia mentale che abbisogna necessariamente del farmaco.
Non lo si fa quando il/la paziente mostra ulteriori margini di impegno personale nei confronti del disagio psichico che porta in terapia.

Non tutti gli approcci alla psicoterapia sono uguali:
-alcuni si concentrano maggiormente sull'oggi,
-altri ripercorrono la storia personale,
come potrà leggere qui: https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html .
Ma qualsiasi sia l'orientamento del/la Terapeuta, è importante essere espliciti nel chiedere aiuto.
In questi casi noi Psicoterapeuti dell'area di psicologia incoraggiamo caldamente di rivolgere la domanda (quella inviata qui) al proprio curante incarna ed ossa:
-Lei lo ha fatto?
-con quale esito?
Se non lo si fa, se si chiedono altri pareri 'esterni alla stanza di terapia' magari dettati dall'ansia,
-si ricevono indicazioni/consigli talvolta inadeguati dato che non La conosciamo in presenza
-l'utente si crea confusioni-altre volte si nutre l'ipocondria
-e di conseguenza si indebolisce la relazione terapeutica con ricadute negative sulla produttività del percorso n atto.
Ed è questo che La incoraggiamo a fare:
a chiedere al/la Su* Terapeuta il parere che ha chiesto qui.

P.S. Tenga conto che si si trattasse di DOC, possibilità alla quale Lei accenna, il dubbio del/la paziente è costante; e coinvolge anche le risposte professionali che riceve.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

Segnala un abuso allo Staff
Risposta utile
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

Leggi tutto

Consulti simili su ansia

Consulti su disturbi somatoformi

Altri consulti in psicologia