Ansia estrema

Buongiorno gentilissim* dottoresse e dottori.

Mi scuso per la ripetività del consulto, sicuramente avrete letto altre diecimila storie come la mia, però voglio chiedervi un parere ugualmente, più che altro, un modo per riuscire a tranquillizzarmi in un periodo terribile che sto vivendo.

Cominciamo da lontano, da quando per la prima volta ebbi un burnout improvviso e devastante nel 2012, con annesso calo di peso (soffrii di anoressia nervosa), agitazione, ansia e tutto ciò che può lasciare un evento traumatico. Evento al quale non ero minimamente preparata e che mi lasciò una ferita bella profonda. Ovviamente, finii in terapia psicologica.

Il tempo passa, inizio a diventare ipocondriaca, a soffrire di attacchi di panico, ed ecco qua che per uno scherzo del destino, mi viene diagnosticato il cancro. In questo periodo, sto ancora in terapia (per fortuna, aggiungo io).
Avevo 23 anni.
Faccio le cure per il cancro e per il fatto di essere sotto controllo costante, l'ipocondria stranamente finisce (nel periodo in cui chiunque lo sarebbe diventat*, io psicologicamente mi ero calmata moltissimo).

Il tempo passa, inizio a rimostrare qualche sintomo di ansia poco prima della pandemia, gli attacchi di panico erano sporadici. Smetto di fare terapia, ma (come leggerete dopo), avevo un piccolo aiuto per tranquillizzarmi alla bisogna. Mi sentivo bene, al punto di sentire la necessità di prendermi un periodo di pausa dalla psicologa.
Arriva il Covid e qui, a differenza di moltissime altre persone, il lockdown per me è un periodo bellissimo, in cui mi sono sentita in pace, non avevo paura della malattia e stavo psicologicamente tranquilla. E questo, purtroppo, mi convince che la scelta di abbandonare la terapia, forse non era del tutto sbagliata e che per la prima volta dopo tantissimi anni, potevo farcela da sola, senza supporto esterno.

Finisce anche questo periodo, di nuovo ansia controllabile.
Fino ad arrivare al primo gennaio 2025, giorno in cui mi sento male per altri motivi fisici, non psicologici.

Da quel momento, prima ho iniziato a soffrire di tutta una serie di sintomi inerenti ad una rinosinusite acutissima, poi (quando i sintomi sono passati), mi sono rimaste cefalee e vertigini.
Succede che inizio a sospettare robe brutte, entro nel circolo delle autodiagnosi e credo di aver letto ogni pagina inerente a ictus, aneurismi, SM e SLA presente su Google, nonché tutti i tumori del cervello. Ovviamente, più leggevo, più le vertigini erano forti. Mi viene prescritta una RM Encefalo, torno da ORL, mi fa le manovre, ma non risulta essere un problema vestibolare.
Nel frattempo, non ho mai visto un neurologo, mi spaventa l'idea che possa trovare qualcosa. È un circuito dal quale non riesco ad uscire. Paura sia dei sintomi, sia di una diagnosi. Quindi paura di avere qualcosa di brutto, ma anche paura di andare da chi potrebbe smentire tutto ciò.

Tornano gli attacchi di panico brutti, quelli ingestibili e dopo l'ennesimo episodio di vertigini, finisco al PS perché non mi riuscivo a calmare in nessun modo, avendo nel frattempo un attacco isterico, durante il quale urlavo, piangevo, non respiravo e avevo i battiti alle stelle, con extrasistole a salve ripetute.

Mi fanno le analisi, ECG e oltre qualche valore sballato, inerenti al fatto che ancora stavo sotto cortisone per la rinosinusite, tendenzialmente stavano bene.
Il tracciato era normale.
Per le vertigini, consigliata visita neurologica perché, sempre per uno scherzo del destino, mi è venuto questo attacco di panico proprio il giorno prima del referto della RM.
Quindi, proprio la dottoressa del PS mi sconsiglia la TC, in quanto la risonanza sarebbe stata più dettagliata.
E in effetti, il giorno dopo, il risultato era completamente negativo.
Non ho nulla, da nessuna parte.
Ma è bastato? Assolutamente no. E dentro di me, penso ad altri esami da fare, esami radiologici che vedano ogni singolo millimetro del mio cervello, anche sapendo che qualsiasi cosa di importante, sarebbe già uscita
ovviamente.

Eppure l'ansia mi sta divorando. Mi è stato chiesto chiaramente dalle persone che ho intorno, quale può esser stato un fattore scatenante per questo improvviso malessere generalizzato e la cosa assurda è che io non lo so, non so dare una risposta.
L'ansia è diventata anticipatoria, continuo ad avere vertigini, anche notturne, sempre accompagnate da cefalee e fitte varie alla testa. A volte tipo scosse, altre come dolorini.
Ho tremori costanti tipo convulsioni, non riesco a mangiare, a dormire, ho paura di restare paralizzata da un momento all'altro. Ho paura di smettere di parlare, di muovermi. Come se all'improvviso perdessi le capacità mentali di farlo e diventassi un vegetale. Il tutto ciò accompagnato molto spesso da nausea e stomaco completamente chiuso.
Ho incubi, l'altra mattina mi sono svegliata delirando. Tra l'altro, ho sofferto di paralisi del sonno in passato e quindi sto in paranoia che si possano ripresentare. Spesso confondo le parole, dico frasi o faccio gesti strambi, sono diventata maldestra e distratta, sbatto ovunque. Sembro drogata o ubriaca.
Sto prendendo delle gocce naturali, a volte mi calmano, a volte no.
Non riesco a convincermi di non avere nulla e questa cosa mi sta lacerando perché continuo ad avere vertigini. Sto in sindrome premestruale e i sintomi che avverto ogni mese, mi sembrano nuovi e non inerenti. Ho confusione mentale, non riesco a concentrarmi su nulla, se penso alla mia routine quotidiana, mi prende immediatamente l'angoscia, inizia a girarmi la testa e posso solo stare a letto, possibilmente guardata a vista o dal mio compagno, o dai miei genitori (che chiamo mille volte al giorno, anche di notte e che giustamente, non possono starmi dietro a 34 anni nemmeno fossi una bambina). Sento anche lo stress che mi divora, il sonno che manca, ma appena chiudo gli occhi, ho sensazione di sbandamento, al punto che una di queste notti, ho sognato di rotolare e mi sono svegliata con affanno e giramento di testa. Forse è stato un piccolo trauma perché da quel momento, il sonno è stato un nemico. Non sto mangiando, ma sento il fisico pesante per fare anche piccole attività. Sto trascurando tutto, dalla casa ai rapporti intimi con il mio compagno. Mi sto sforzando anche per essere un minimo presentabile per il lavoro, per le persone intorno a me, ma se dipendesse da me, vegeterei in pigiama senza alzarmi mai dal letto. Perché anche vestirmi, mi crea ansia e mi fa girare la testa, figurarsi fare i lavori di casa.
È possibile che una sinusite e un episodio di vertigini vestibolari, abbia creato (o riacceso) questa ansia ingestibile ed è possibile che queste vertigini siano solo frutto della mia immaginazione?
Anche perché non hanno una spiegazione fisica, non c'è niente che le giustifichi.
Non capisco perché solitamente, in passato, il primo organo di cui avevo paura era il cuore, adesso non avverto quasi nemmeno la pressione toracica tipica dell'ansia, ma solo a livello della testa. Adesso i problemi sono tutti lì.
Tra l'altro, di capogiri durante la SPM e il ciclo, ho sempre sofferto, come di cefalee terribili, soprattutto tensive e non capisco perché seppur consapevole, adesso devo andare nel panico totale per una cosa che mi succede da quando ero adolescente (che già erano state viste da due precedenti RM, dalle quali, come potete immaginare, non era uscito nulla di preoccupante).
O perché vado nell'ansia più totale all'idea di fare una passeggiata, o vedere un film (io sono cinefila, quindi campo di cinema e ci lavoro), perché poi finisce che mi sento male, come mi è già successo.
Ovviamente la debolezza, mi fa sentire le gambe costantemente tremanti, misuro la pressione ed è sempre nei miei standard comuni (tendenzialmente, ho la pressione bassa).
È come se non dovessi fare nulla, niente di niente. Nemmeno dormire o mangiare.
Mi sto e sto rovinando la vita alle persone intorno a me.
E ho paura che la soluzione sia quella di intraprendere una terapia farmacologica, cosa che ho sempre evitato come la peste, tranne per un periodo in cui abusai un po' di Lexotan (ma ero obbligata perché venivo dalla chemio e dalla radioterapia, e i medici volevano che evitassi in tutti i modi panico e ansia, vista la questione delicata che avevo affrontato) preferendo terapia psicologica e calmanti naturali.
Ovviamente dal cancro sono guarita, ma a volte mi chiedo se non abbia lasciato strascichi invisibili che forse ignoro e che invece, anche a distanza di dieci anni sono lì. Perché lì per lì, mi sembrò di averla superata alla grandissima, al punto che a volte dimentico anche di averlo avuto.
Non faccio uso di droghe, prendo un solo caffè al giorno e seguo una dieta vegetariana da quando ho fatto la chemio.

Vi ringrazio già solo per il tempo che avete impiegato a leggere questo delirio.
Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 696 14
Gentile Signora,
quello che ha scritto non è un "delirio"; però sembra che la cronaca della sua esistenza ruoti tutta intorno a tematiche di patologia per non lasciare spazio a null'altro.
Mi chiedo che significato possa avere nella sua storia questo meccanismo che la sua mente mette in atto finendo per assorbire tutte le sue energie.

Quello che le posso suggerire è partire da una buona diagnosi psichiatrica della sintomatologia "ansiosa" e un inquadramento del suo funzionamento psicologico, in modo da attuare adeguate terapie. Non deve temere (tanto meno evitare come la peste) la terapia farmacologica, perché se accompagnati da adeguato supporto psicoterapeutico, i farmaci sono dei grandi alleati.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicoterapeuta Torino
pg.cattelan@hotmail.it

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Buonasera gentilissima Dottoressa, la ringrazio per la sua risposta.
Proprio oggi, mi è stata consigliata una clinica in una città vicino la mia, specializzata in disturbi neurologici e psichiatrici, quindi qualsiasi natura abbiano le mie cefalee e le mie vertigini, avranno risposta e trattamento adeguati senza dubbio, sia che dipendano da ansia, sia da cause fisiologiche.
Le rispondo brevemente su quanto da lei scritto.
Purtroppo non ho scelto io che la mia vita, per molto tempo e per cause diverse, ruotasse intorno alla malattia, anche perché per anni, non ho minimamente considerato né eventuali malattie (se non perché ho sofferto di condizioni sporadiche, ad eccezione del mal di testa di cui ho sempre sofferto, per quello mi sono sottoposta più volte nella vita, ad esami neurologici), né tantomeno quella che avevo avuto io.
Rimpiombare improvvisamente in questo baratro, è stata una sorpresa anche per me. Forse, presa dal flusso di coscienza di cui sopra, non ho specificato una cosa. La malattia non era al centro dei miei pensieri, non lo è stata per tantissimi anni, come per anni ho dimenticato cosa fosse l'ipocondria. Attacchi di ansia li ho avuti, ovviamente, ma li tenevo a bada, non erano invalidanti, anche perché relativamente rari, pur essendo un soggetto tendenzialmente ansioso. Un idillio durato fino a che, quest'anno, non ho avuto dei problemi di salute, tutti risolvibili ma fastidiosi, con una sintomatologia piuttosto netta.
Da lì, il buio.
Per quello chiedevo se potesse esser plausibile un ritorno inconscio di traumi passati, un po' per i dolori fisici e soprattutto, per la paura di non sapere precisamente cosa potesse succedere/succedermi.
Sulla terapia, purtroppo ho sempre avuto un approccio psicoterapeutico, non farmacologico e non mi sono trovata male. Anzi, mi sono ripresa da un burnout devastante senza prendere nemmeno un ansiolitico, facendo terapia più volte la settimana, per più ore. Però ero quasi quindici anni più giovane, con un fisico più energico, con una mente sicuramente più lucida.
So benissimo che sicuramente una terapia ad oggi, aiuterebbe. Per quello le dicevo, qualsiasi natura abbiano i miei disturbi, saranno sicuramente gestiti al meglio!
La ringrazio ancora.
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