Pensieri suicidi e assenza di prospettive
Buonasera,
Sono un uomo di 31 anni.
Nonostante una famiglia presente e amorevole, il mio carattere timido e introverso, complice anche una forte insicurezza circa il mio aspetto fisico, mi ha causato diverse difficoltà relazionali.
Mi ha impedito di vivere una vita affettiva, eccetto alcune isolate esperienze.
Tali insicurezze si sono presentate anche nel corso dell'università e dei primi tentativi di ingresso nel mondo del lavoro.
La mancanza di vita affettiva e intima e la totale assenza di prospettive lavorative si sono ormai cristallizzate da anni.
Mi sento rotto, disfunzionale, incapace di entrare in sintonia con gli altri.
La vita che mi si pone davanti comincia a diventare un peso, e non più una l'opportunità di cambiare le cose.
Nel corso dell'ultimo anno i pensieri suicidi sono diventati una costante delle mie giornate.
Se prima il pensiero di togliermi la vita non mi faceva paura perché lo ricollegavo a un momento di rabbia ed estrema frustrazione, e come tale irrazionale, con il passare del tempo questi pensieri stanno assumendo una forma sempre più lucida e razionale.
Ho paura di poter compiere davvero questo gesto, ho paura di infliggere questo dolore alla mia famiglia.
Malgrado la sofferenza provata per la solitudine e il senso di inutilità e incompetenza sul posto di lavoro, ho sempre ritenuto questi elementi non sufficienti per affrontare un percorso di terapia o richiedere un consulto.
Ho la sensazione che i motivi della mia sofferenza siano futili e che io stesso li stia ingigantendo.
Tuttavia i pensieri suicidi sono diventati sempre più ingestibili e comincio ad avere paura.
Il motivo del mio consulto è sapere se ed eventualmente a quale figura rivolgersi per ritrovare serenità e arginare questi pensieri.
Mi scuso se il quesito ha assunto la forma di uno sfogo, e vi ringrazio in anticipo per la vostra attenzione.
Cordiali Saluti
Sono un uomo di 31 anni.
Nonostante una famiglia presente e amorevole, il mio carattere timido e introverso, complice anche una forte insicurezza circa il mio aspetto fisico, mi ha causato diverse difficoltà relazionali.
Mi ha impedito di vivere una vita affettiva, eccetto alcune isolate esperienze.
Tali insicurezze si sono presentate anche nel corso dell'università e dei primi tentativi di ingresso nel mondo del lavoro.
La mancanza di vita affettiva e intima e la totale assenza di prospettive lavorative si sono ormai cristallizzate da anni.
Mi sento rotto, disfunzionale, incapace di entrare in sintonia con gli altri.
La vita che mi si pone davanti comincia a diventare un peso, e non più una l'opportunità di cambiare le cose.
Nel corso dell'ultimo anno i pensieri suicidi sono diventati una costante delle mie giornate.
Se prima il pensiero di togliermi la vita non mi faceva paura perché lo ricollegavo a un momento di rabbia ed estrema frustrazione, e come tale irrazionale, con il passare del tempo questi pensieri stanno assumendo una forma sempre più lucida e razionale.
Ho paura di poter compiere davvero questo gesto, ho paura di infliggere questo dolore alla mia famiglia.
Malgrado la sofferenza provata per la solitudine e il senso di inutilità e incompetenza sul posto di lavoro, ho sempre ritenuto questi elementi non sufficienti per affrontare un percorso di terapia o richiedere un consulto.
Ho la sensazione che i motivi della mia sofferenza siano futili e che io stesso li stia ingigantendo.
Tuttavia i pensieri suicidi sono diventati sempre più ingestibili e comincio ad avere paura.
Il motivo del mio consulto è sapere se ed eventualmente a quale figura rivolgersi per ritrovare serenità e arginare questi pensieri.
Mi scuso se il quesito ha assunto la forma di uno sfogo, e vi ringrazio in anticipo per la vostra attenzione.
Cordiali Saluti
Gentile utente,
si rivolga al suo medico di base e si faccia prescrivere una visita psichiatrica e dei colloqui con un* psicolog*.
Dallo psichiatra avrà una diagnosi ed eventualmente dei farmaci. Dovrà essere sincero nel dire perché non ha relazioni con amici e ragazze, e soprattutto perché non lavora.
Se i colloqui con lo psicologo, prenotati alle ASL, al Consultorio o al CSM dovessero tardare, vada da un privato.
Ci tenga al corrente.
Auguri.
si rivolga al suo medico di base e si faccia prescrivere una visita psichiatrica e dei colloqui con un* psicolog*.
Dallo psichiatra avrà una diagnosi ed eventualmente dei farmaci. Dovrà essere sincero nel dire perché non ha relazioni con amici e ragazze, e soprattutto perché non lavora.
Se i colloqui con lo psicologo, prenotati alle ASL, al Consultorio o al CSM dovessero tardare, vada da un privato.
Ci tenga al corrente.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 257 visite dal 08/05/2025.
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