Aiuto, sospetto autismo adulto
Buonasera cari dottori, ho 32 anni e da anni convivo con un disagio psichico molto grave che nessuno riesce realmente a comprendere.
Ho una diagnosi ufficiale di ADHD disattentivo, ma sono convinto che non sia l’unica spiegazione del mio malessere.
Ho provato numerosi farmaci, visto tanti psichiatri, ma ogni volta mi sono sentito non ascoltato, liquidato in fretta, trattato con protocolli standard che non hanno mai funzionato.
Vivo da sei anni praticamente chiuso in casa, in una condizione di blocco mentale, ritiro sociale, anedonia, ansia costante e pensieri negativi.
Non riesco a organizzare la mia giornata, fatico a reggere qualsiasi stimolo esterno (rumori, luci, odori), mi sento costantemente fuori posto, scollegato dalla realtà, come se nessuno vedesse davvero la mia sofferenza.
Ho provato a cercare risposte da solo e ho eseguito il test RAADS-R, con un punteggio totale di 178 su 240, così suddiviso:
Relazioni Sociali: 75
Interessi Ristretti: 42
Pragmatica: 13
Senso-motorio: 48
Ho quindi forti sospetti di neurodivergenza nello spettro autistico, probabilmente in comorbidità con l’ADHD.
Ma qui in Sicilia, anche nei centri pubblici, non trovo medici realmente competenti in materia di neurodivergenza adulta.
Vengo ascoltato per 10 minuti e poi rimbalzato o lasciato in attesa.
Il 31 luglio 2025 ho fatto una prima visita all’Oasi di Troina Mi hanno prescritto:
Kerymine Oro bustine (mattina e pomeriggio)
Xatepin OS cps (una la sera)
Neuraxpharm Spectrum Stick (una al mattino)
Nessuna terapia farmacologica mirata.
Nessuna presa in carico concreta.
Solo attesa.
Vi chiedo aiuto reale, con il cuore in mano.
Cosa devo fare ora?
Come si fa ad avere finalmente una diagnosi chiara e un percorso mirato se nessuno ti prende sul serio?
Mi sento invisibile, abbandonato, e senza strumenti per risalire.
Ho famiglia, figli, ma non riesco a vivere.
Ho bisogno che qualcuno veda davvero quello che sto passando, e non mi tratti come un numero o un paziente "difficile" da evitare.
Vi ringrazio per qualsiasi risposta sincera.
Ho una diagnosi ufficiale di ADHD disattentivo, ma sono convinto che non sia l’unica spiegazione del mio malessere.
Ho provato numerosi farmaci, visto tanti psichiatri, ma ogni volta mi sono sentito non ascoltato, liquidato in fretta, trattato con protocolli standard che non hanno mai funzionato.
Vivo da sei anni praticamente chiuso in casa, in una condizione di blocco mentale, ritiro sociale, anedonia, ansia costante e pensieri negativi.
Non riesco a organizzare la mia giornata, fatico a reggere qualsiasi stimolo esterno (rumori, luci, odori), mi sento costantemente fuori posto, scollegato dalla realtà, come se nessuno vedesse davvero la mia sofferenza.
Ho provato a cercare risposte da solo e ho eseguito il test RAADS-R, con un punteggio totale di 178 su 240, così suddiviso:
Relazioni Sociali: 75
Interessi Ristretti: 42
Pragmatica: 13
Senso-motorio: 48
Ho quindi forti sospetti di neurodivergenza nello spettro autistico, probabilmente in comorbidità con l’ADHD.
Ma qui in Sicilia, anche nei centri pubblici, non trovo medici realmente competenti in materia di neurodivergenza adulta.
Vengo ascoltato per 10 minuti e poi rimbalzato o lasciato in attesa.
Il 31 luglio 2025 ho fatto una prima visita all’Oasi di Troina Mi hanno prescritto:
Kerymine Oro bustine (mattina e pomeriggio)
Xatepin OS cps (una la sera)
Neuraxpharm Spectrum Stick (una al mattino)
Nessuna terapia farmacologica mirata.
Nessuna presa in carico concreta.
Solo attesa.
Vi chiedo aiuto reale, con il cuore in mano.
Cosa devo fare ora?
Come si fa ad avere finalmente una diagnosi chiara e un percorso mirato se nessuno ti prende sul serio?
Mi sento invisibile, abbandonato, e senza strumenti per risalire.
Ho famiglia, figli, ma non riesco a vivere.
Ho bisogno che qualcuno veda davvero quello che sto passando, e non mi tratti come un numero o un paziente "difficile" da evitare.
Vi ringrazio per qualsiasi risposta sincera.
Buongiorno,
La sua domanda merita attenzione e ci parla non solo di una sofferenza complessa, ma anche, e forse soprattutto, del dolore di sentirsi ripetutamente non visto, non ascoltato, non compreso.
Comprendere un disagio psichico che si protrae da anni, in assenza di una diagnosi realmente condivisa e di un percorso terapeutico che le sia davvero cucito addosso, non è semplice. Ma questo non significa che sia impossibile. Il modo in cui descrive la sua esperienza (il blocco mentale, il ritiro sociale, la sensibilità agli stimoli, l’anedonia, l’ansia costante) è indicativo di una sofferenza che merita una presa in carico attenta e multidisciplinare.
Non è raro che, in età adulta, le diagnosi legate al neurosviluppo, come lo spettro autistico o l’ADHD, emergano in modo confuso, parziale, e spesso accompagnate da altri sintomi. Non esistono "protocolli standard" efficaci per tutti, proprio perché ognuno di noi è unico nel modo in cui vive e manifesta la propria sofferenza.
Il punteggio che ha ottenuto al RAADS-R è un segnale che può certamente orientare un sospetto diagnostico, ma non può sostituire un percorso valutativo completo, clinico e psicodiagnostico, che coinvolga professionisti formati nella neurodivergenza adulta.
Capisco il senso di frustrazione che prova di fronte a risposte mediche frammentarie o a terapie farmacologiche proposte senza una reale spiegazione condivisa. Il rischio è quello di sentirsi appunto invisibili, o peggio, trattati come "casi difficili" da mettere da parte. Ma la verità è che nessuno dovrebbe mai essere lasciato da solo in questo modo, soprattutto quando chiede aiuto con questa lucidità e consapevolezza.
Ha fatto un primo passo importante rivolgendosi all’Oasi di Troina. Le suggerisco, se le è possibile, di cercare uno psicoterapeuta o una psicologa con formazione specifica che possa accompagnarla in un percorso di comprensione di sé, anche al di là dell’etichetta diagnostica. Spesso, prima ancora della diagnosi, è fondamentale sentirsi contenuti, ascoltati nella propria esperienza interna, accolti nei propri tempi e vissuti.
Resto a disposizione,
La sua domanda merita attenzione e ci parla non solo di una sofferenza complessa, ma anche, e forse soprattutto, del dolore di sentirsi ripetutamente non visto, non ascoltato, non compreso.
Comprendere un disagio psichico che si protrae da anni, in assenza di una diagnosi realmente condivisa e di un percorso terapeutico che le sia davvero cucito addosso, non è semplice. Ma questo non significa che sia impossibile. Il modo in cui descrive la sua esperienza (il blocco mentale, il ritiro sociale, la sensibilità agli stimoli, l’anedonia, l’ansia costante) è indicativo di una sofferenza che merita una presa in carico attenta e multidisciplinare.
Non è raro che, in età adulta, le diagnosi legate al neurosviluppo, come lo spettro autistico o l’ADHD, emergano in modo confuso, parziale, e spesso accompagnate da altri sintomi. Non esistono "protocolli standard" efficaci per tutti, proprio perché ognuno di noi è unico nel modo in cui vive e manifesta la propria sofferenza.
Il punteggio che ha ottenuto al RAADS-R è un segnale che può certamente orientare un sospetto diagnostico, ma non può sostituire un percorso valutativo completo, clinico e psicodiagnostico, che coinvolga professionisti formati nella neurodivergenza adulta.
Capisco il senso di frustrazione che prova di fronte a risposte mediche frammentarie o a terapie farmacologiche proposte senza una reale spiegazione condivisa. Il rischio è quello di sentirsi appunto invisibili, o peggio, trattati come "casi difficili" da mettere da parte. Ma la verità è che nessuno dovrebbe mai essere lasciato da solo in questo modo, soprattutto quando chiede aiuto con questa lucidità e consapevolezza.
Ha fatto un primo passo importante rivolgendosi all’Oasi di Troina. Le suggerisco, se le è possibile, di cercare uno psicoterapeuta o una psicologa con formazione specifica che possa accompagnarla in un percorso di comprensione di sé, anche al di là dell’etichetta diagnostica. Spesso, prima ancora della diagnosi, è fondamentale sentirsi contenuti, ascoltati nella propria esperienza interna, accolti nei propri tempi e vissuti.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 252 visite dal 02/08/2025.
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