Dinamiche relazionali con donna separata e mamma

Buonasera, Illustro la situazione.
Io uomo di 50 anni mai sposato e senza figli con una precedente storia di convivenza, lei, un anno più piccola di me, divorziata, con un figlio di quasi 17 anni.
La nostra relazione nasce 4 anni fa a distanza di circa un anno dalla sua separazione.
Viviamo in due città diverse distanti circa 100km.
Quando il figlio è con il padre (due weekend al mese) stiamo da me.
Il fatto è che quando sono nella sua città, sebbene conosca il figlio e si sia instaurato una relazione tranquilla, non mi viene data la possibilità di poter dormire in casa sua (ad una certa ora devo andar via per tornare alla mia abitazione a 100 km di distanza.
A volte mi sono messo in macchina alle due di notte per essere a casa alle tre).
L'estate lei si trasferisce dai genitori in una villa a mare insieme a suo figlio e alla famiglia di sua sorella.
Sono stato invitato a stare qualche giorno lì ma ho dovuto dormire solo in una stanza mentre lei in un'altra stanza con il figlio.
Premetto che anche a casa sua, lei dorme ancora nello stesso letto con il figlio di 17 anni (nei confronti del quale a dir suo nutre sensi di colpa per avergli sottratto una famiglia).
Nel momento in cui reclamo qualcosa di più, un passo avanti e lamento questa condizione, lei mi definisce insensibile ed egoista e non capisco gli sforzi che fa per poter gestire tutto.
Concludo dicendo che non ho mai interferito nella relazione madre/figlio e ho sempre compreso che il figlio sia una priorità, ma mi chiedo se questa condizione non sia disfunzionale.
Dr.ssa Elisabetta Carbone Psicologo, Sessuologo 251 10
Gentile utente,

quanto racconta indica una dinamica che può generare disagio emotivo e senso di esclusione nella relazione. È comprensibile che lei senta la necessità di maggiore intimità e condivisione, anche solo sotto forma di poter dormire nello stesso letto quando siete insieme, e che la situazione attuale, in cui il figlio rimane centrale fino a gesti che lei percepisce come eccessivi, le faccia provare frustrazione e confusione.

Dall’altra parte, la sua partner sembra muoversi tra il senso di responsabilità verso il figlio e i propri bisogni di autonomia, un equilibrio che può diventare difficile da gestire e portare a rigidità nella vita quotidiana. Il fatto che lei venga definito insensibile o egoista quando solleva le sue esigenze riflette probabilmente tensioni emotive profonde e mancanza di comunicazione chiara sui confini e i bisogni reciproci.

In situazioni come questa, può essere molto utile affrontare il tema con un percorso di coppia, anche a distanza, in cui imparare a comunicare senza colpevolizzarsi, definire confini sani e condividere aspettative realistiche rispetto al tempo e allo spazio da dedicare alla relazione. Parallelamente, può essere utile anche un lavoro individuale per esplorare i suoi limiti, i bisogni affettivi e le emozioni che emergono da questa situazione, così da affrontarla in modo più sereno e consapevole.

La condizione che descrive non è necessariamente disfunzionale in senso assoluto, ma può diventare problematica se le esigenze di uno dei partner vengono sistematicamente trascurate o non riconosciute.

Resto a disposizione,

Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483

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