Psicologia

Buongiorno,
in seguito ad alcuni messaggi ricevuti sul cellulare da mio marito inviati da una sua collega, ho cominciato a nutrire il sospetto che mi tradisca.
In questi messaggi si intuiva una certa sintonia, anche se non ho trovato nulla che potesse far pensare ad un rapporto intimo tra i due (lui ad es.
scriveva di fargli sapere quando lei tornava a casa, in modo da stare tranquillo), poi ho scoperto che aveva comprato del viagra.
Lui giura di averlo usato solo con me perché effettivamente da un anno a questa parte aveva problemi di erezione.

Il succo della storia è che io non mi fido più delle sue parole anche se mi dice di non avermi mai tradito e che vuole invecchiare con me (siamo insieme da 30 anni!).
Passo la giornata a rimuginare sempre sugli stessi pensieri, in venti giorni ho perso quattro chili perché non riesco a mangiare e faccio fatica ad affrontare gli impegni quotidiani?

Come ne esco?
Butto all'aria un matrimonio per un sospetto o continuo a vivere col tarlo del dubbio?
Ma soprattutto come si fa?
Dr.ssa Elisa Scuderi Psicologo 114 2
Gentile Utente,
la ringrazio per aver condiviso una parte così intima e fragile del suo vissuto.
In situazioni come questa, il punto non è soltanto se c’è stato un tradimento (perché, come lei stessa intuisce, potrebbe anche non esserci stato) ma cosa è successo dentro di lei nel momento in cui ha cominciato a non fidarsi più.

Lei descrive un cambiamento profondo: dubbi che non riesce a spegnere, pensieri che si ripetono, un corpo che si chiude. Segnali, questi, che dimostrano che qualcosa ha incrinato il senso di sicurezza che fino a quel momento aveva forse dato per scontato. Non è solo una questione di messaggi o di pillole: è lo scarto tra ciò che ha sempre percepito nel suo rapporto e quello che ora comincia a sembrare diverso, opaco, ambiguo.

La domanda che potrebbe iniziare a farsi non è tanto "Mi sta tradendo?" ma "Cosa mi fa sentire così vulnerabile adesso?". Che cosa è cambiato nel modo in cui guarda suo marito, ma anche nel modo in cui sente se stessa nella relazione?
E ancora: è più il bisogno di una verità rassicurante o la paura di vedere qualcosa che, anche se non si chiama tradimento, potrebbe comunque farle male?

Spesso, quando si apre una crepa nella fiducia, ci si sente sospesi: da un lato il bisogno di credere ancora, dall’altro il timore di illudersi. Ma tra questi due estremi esiste uno spazio importante: quello in cui può iniziare a riascoltarsi, a rimettere insieme i suoi bisogni, la sua lucidità, la sua voce.

Le chiedo: in questo momento, cosa le fa più male? Il sospetto di un tradimento fisico o la sensazione che ci sia qualcosa che non le viene detto? Riesce a distinguere la parte di sé che cerca una verità da quella che vorrebbe solo poter tornare a fidarsi e sentirsi al sicuro?
Qual è la sua paura più profonda in questa situazione? Perdere suo marito o perdere sé stessa nel tentativo di trattenere qualcosa che non riconosce più pienamente?

A volte non è la risposta a farci stare meglio, ma la possibilità di esplorare le domande giuste con lo spazio e la profondità che meritano.

Forse, prima ancora di decidere cosa fare del matrimonio, vale la pena chiedersi: di che cosa ho bisogno io, adesso, per ritrovare un po’ di chiarezza dentro di me?
Non per agire subito, ma per riuscire a stare in questo momento complesso senza smarrirsi del tutto.

Ci sono percorsi che aiutano a mettere ordine dentro queste domande. E ogni tanto, scegliere di fare chiarezza dentro di sé può essere il primo passo per capire davvero come stare nelle relazioni che contano. Anche in quelle che durano da trent’anni.

Spero che queste riflessioni possano esserle utili.

Resto a disposizione, un caro saluto
E.S.

Dott.ssa Elisa Scuderi
Psicologa | A Genova e online
📧 elisascuderi.ge@gmail.com
3774810243
www.psicologoagenova.wordpress.com

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19.1k 609
Gentile utente,

Lei non ci dice come sta andando il suo matrimonio, e anche come stava andando prima di questo suo dubbio:
- c'è (c'era) complicità?
- c'è (c'era) intimità sessuale?
- c'è (c'era) creatività e sopresa tra voi nel quotidiano?

Occorre pensare che un ipotetico interesse 'fuori casa' non nasce sempre e solo dal "letto",
bensì frequentemente dal desiderio di sentirsi desiderat*, pensat*, non dati per scontati.

Che ci dice al proposito?

Saluti cari.
dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
Gentile dott.ssa,
prima che accadesse tutto ciò il mio matrimonio a me sembrava tutto sommato un matrimonio in cui si parlava, ci si confrontava, spesso anche scontrandosi, ma non ho mai avuto il sospetto che mio marito potesse non sentirsi amato, desiderato o mancato di rispetto. Come detto, negli ultimi mesi aveva dei problemi di disfunzione sensuale. Io l'ho spinto ad andare da un andrologo, ho voluto che andasse da solo, in maniera da potersi sentire libero di parlare, ho avuto paura che il problema potessi essere io, che non fosse più attratto da me. Lui continua a dire che io sono la sua unica donna, che vuole passare il resto della sua vita con me, ma io continuo a pensare che lui voglia tenere un piede in due staffe e non so cosa fare
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19.1k 609
Gentile utente,

Lei ci parla più di suo marito che di sè:
-di come *Lei* si sente con lui,
-di come si comporta verso di lui rispetto alla tenerezza, alla passione, alla seduzione,
-ecc.
Forse è più centrata su di lui, piuttosto che su di sè e sulle sue potenzialità di donna?
Nei confronti di questa situazione Lei sembra manifestare una certa insicurezza in se stessa, come se realmente un'altra glielo potesse portare via.
E dunque, se questo timore c'è, si caccia in un dilemma senza uscita:
"Butto all'aria un matrimonio per un sospetto
o continuo a vivere col tarlo del dubbio?"
Ognuna delle due alternative presenta un notevole margine di errore .. E quindi?

Rispetto alla disfunzione erettile, perche non effettuate insieme una prima visita da un* Psicoterapeuta che sia sessuolog* clinic*? Talvolta nei matrimoni duraturi si infiltra la ripetitività sessuale, non tanto verso la stessa persona con la quale lo si fa (che magari continua ad essere "l'unica donna per lui"), ma per un copione che non dà spazio a nessuna variazione.
Che ne pensa al riguardo?

Tenga conto che ben 12 anni fa ci presentava una problematica assai simile:
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/370928-perdita-di-fiducia.html ,
le cui risposte valgono anche oggi.
Cosa è accaduto nel frattempo? Come ha utilizzato per sè e per la coppia quel campanello d'allarme?

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
Ha ragione, 12 anni fa si era presentato un problema simile. Per cercare di andare avanti, all'epoca avevo figli piccoli, ho imparato ad ignorare l'accaduto, anche perché lui, così come adesso, dice che sono io a ingigantire cose banalir forse ha ragione visto che il nostro matrimonio è durato ancora altri 12 anni.
Dalle sue parole, mi sento messa sulla graticola, ho la sensazione che lei voglia dire che le colpe sono mie e che non sono in grado di gestire la mia relazione, è vero non so decidere tra le due opzioni che, entrambe hanno margine alto di errore. Dunque che fare? Chiedevo proprio per questo un aiuto...
Cmq dallo psicoterapeuta/sessuolo ci siamo stati, fino ad ora per due sedute, ma al momento non mi è servito a chiarire le idee. Lui, invece, ci viene ma forse più per farmi contenta che per effettivo convincimento che possa servire
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19.1k 609
Gentile utente,

Nessuna graticola, fortunatamente, se ne è smarrito lo stampo.
L* psicoterapeuta non condanna e non assolve. Si limita, soprattutto in un consulto online, ad offrire alla persona che ci scrive spunti di riflessione su si sè e sulla situazione descritta.

Se poi tali considerazioni specialistiche vengono vissute dall'interessat* come una graticola anzichè come uno stimolo di approfondimento,
se non vengono prese in considerazione come è successo al nostro consulto di 12 anni fa,
ebbene sì, tutto ciò può rendere inutile il consulto stesso, ma anche anche qualsiasi psicoterapia in presenza.
Il fatto che lei sia già dentro un percorso psicologico, ma senta ugualmente la necessità di scrivere anche a noi è significativo rispetto alla fiducia nella Vostra terapeuta.
Mi sento di consigliarLe vivamente di parlare di ciò con la terapeuta.

Saluti cordiali.
dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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