Come disintossicarsi dai parenti stretti
Salve.
Da 7 mesi i miei contatti con le mie due sorelle si sono intensificati a causa del problema di salute di una e di una settimana in crociera insieme.
I miei rapporti con loro sono sempre stati tesi perchè, come già in famiglia, mi consideravano la matta, quella che non segue gli altri, che fa a modo suo con estro e fantasia.
Nostra madre è morta per leucemia, noi avevamo 10, 8 e 5 anni e siamo cresciute in case diverse.
Ci vedevamo a qualche ricorrenza, abbiamo provato ad avere un rapporto ma il muro creatomi con giudizi taglienti, critiche continue e frecciatine ha fatto in modo di allontanarmi per una quindina di anni.
Qualche anno fa mia figlia le invita al suo matrimonio e comincia un rapporto simile al precedente, ma taccio per amore di pace e per non sentire la solita solfa della Lucia cattiva.
Facciamo la crociera, loro litigano con i mariti per tutta settimana, mi mettono in mezzo alle loro dinamiche di coppia, ordinano a me e a mio marito cosa fare, dove andare, come vestirsi e giù commenti acidi.
Stavo per avere un esurimento nervoso.
Una volta a casa ho bloccato numeri di telefono e messaggi, ma nel momento in cui ho sbloccato il cellulare hanno ricominciato a volermi controllare.
Ho spiegato che non avevo tempo, che avevo il nipote da accudire, le verdure da piantare, ma nulla.
Da giugno sto ricominciando ora a ritrovarmi un po' e non me la sento neppure di vederle in foto o sentirle.
Vi chiedo come agire per non fare danni e non perdere la strada dentro me stessa.
Vi ringrazio e auguro a tutti una dolcissima domenica
Da 7 mesi i miei contatti con le mie due sorelle si sono intensificati a causa del problema di salute di una e di una settimana in crociera insieme.
I miei rapporti con loro sono sempre stati tesi perchè, come già in famiglia, mi consideravano la matta, quella che non segue gli altri, che fa a modo suo con estro e fantasia.
Nostra madre è morta per leucemia, noi avevamo 10, 8 e 5 anni e siamo cresciute in case diverse.
Ci vedevamo a qualche ricorrenza, abbiamo provato ad avere un rapporto ma il muro creatomi con giudizi taglienti, critiche continue e frecciatine ha fatto in modo di allontanarmi per una quindina di anni.
Qualche anno fa mia figlia le invita al suo matrimonio e comincia un rapporto simile al precedente, ma taccio per amore di pace e per non sentire la solita solfa della Lucia cattiva.
Facciamo la crociera, loro litigano con i mariti per tutta settimana, mi mettono in mezzo alle loro dinamiche di coppia, ordinano a me e a mio marito cosa fare, dove andare, come vestirsi e giù commenti acidi.
Stavo per avere un esurimento nervoso.
Una volta a casa ho bloccato numeri di telefono e messaggi, ma nel momento in cui ho sbloccato il cellulare hanno ricominciato a volermi controllare.
Ho spiegato che non avevo tempo, che avevo il nipote da accudire, le verdure da piantare, ma nulla.
Da giugno sto ricominciando ora a ritrovarmi un po' e non me la sento neppure di vederle in foto o sentirle.
Vi chiedo come agire per non fare danni e non perdere la strada dentro me stessa.
Vi ringrazio e auguro a tutti una dolcissima domenica
Gentile utente,
la situazione familiare in cui siete cresciute è piuttosto anomala e forse ha creato delle sofferenze in tutte e tre voi.
Perdere la madre a 10, 8 e 5 anni (lei qual è delle tre?), crescere in case diverse, forse con adulti che hanno dato un'impronta differente alla formazione di ciascuna, può aver accentuato il distacco ed esasperato la solitudine.
Mi chiedo anche dove fosse vostro padre, in quale condizione psicologica, e quanto abbia voluto e potuto incidere sul farvi sentire sicure, protette, amate.
Lei scrive: "già in famiglia, mi consideravano la matta, quella che non segue gli altri, che fa a modo suo con estro e fantasia".
Ma questo, se è avvenuto prima che sua madre morisse, riguardava tre bambine; forse si è cristallizzato quando una famiglia comune non c'era più, e non rappresenta il giudizio maturato da persone adulte. In ogni caso, se questa visione è accompagnata da "giudizi taglienti, critiche continue e frecciatine", non è fatta per aiutarla e impedirle passi falsi, ma costituisce la canalizzazione del malessere delle sue sorelle su un bersaglio che purtroppo è lei.
A quanto pare la situazione si è radicalizzata e nessuna delle tre sa più uscirne. Diceva un grande psicologo, Eric Berne, che nelle relazioni interpersonali tutti giochiamo dei ruoli che è pericoloso rendere fissi e rigidi: proprio questo sembra essere successo tra voi tre.
Lei ovviamente soffre di questa situazione, ma non si sa difendere nel modo idoneo; è facile ipotizzare che manchi della capacità di far valere i suoi diritti, le sue idee, le sue scelte, con fermezza ma senza né aggredire né ritirarsi.
Nella stessa ottica, le sue sorelle continuano a sfogare il proprio malessere senza ragionare sulle conseguenze e sul male che fanno, colpendola come un punching ball.
In quest'ottica provi a guardarle dall'alto, non con superbia, ma con la consapevolezza di chi conosce la loro fragilità e ne ha compassione. Ai loro attacchi sorrida e faccia notare con dolce fermezza quanto siano per lei dolorosi certi giudizi, certe frasi, e quanto siano inopportune.
Certamente un corso sull'assertività le sarebbe molto utile.
Auguri.
la situazione familiare in cui siete cresciute è piuttosto anomala e forse ha creato delle sofferenze in tutte e tre voi.
Perdere la madre a 10, 8 e 5 anni (lei qual è delle tre?), crescere in case diverse, forse con adulti che hanno dato un'impronta differente alla formazione di ciascuna, può aver accentuato il distacco ed esasperato la solitudine.
Mi chiedo anche dove fosse vostro padre, in quale condizione psicologica, e quanto abbia voluto e potuto incidere sul farvi sentire sicure, protette, amate.
Lei scrive: "già in famiglia, mi consideravano la matta, quella che non segue gli altri, che fa a modo suo con estro e fantasia".
Ma questo, se è avvenuto prima che sua madre morisse, riguardava tre bambine; forse si è cristallizzato quando una famiglia comune non c'era più, e non rappresenta il giudizio maturato da persone adulte. In ogni caso, se questa visione è accompagnata da "giudizi taglienti, critiche continue e frecciatine", non è fatta per aiutarla e impedirle passi falsi, ma costituisce la canalizzazione del malessere delle sue sorelle su un bersaglio che purtroppo è lei.
A quanto pare la situazione si è radicalizzata e nessuna delle tre sa più uscirne. Diceva un grande psicologo, Eric Berne, che nelle relazioni interpersonali tutti giochiamo dei ruoli che è pericoloso rendere fissi e rigidi: proprio questo sembra essere successo tra voi tre.
Lei ovviamente soffre di questa situazione, ma non si sa difendere nel modo idoneo; è facile ipotizzare che manchi della capacità di far valere i suoi diritti, le sue idee, le sue scelte, con fermezza ma senza né aggredire né ritirarsi.
Nella stessa ottica, le sue sorelle continuano a sfogare il proprio malessere senza ragionare sulle conseguenze e sul male che fanno, colpendola come un punching ball.
In quest'ottica provi a guardarle dall'alto, non con superbia, ma con la consapevolezza di chi conosce la loro fragilità e ne ha compassione. Ai loro attacchi sorrida e faccia notare con dolce fermezza quanto siano per lei dolorosi certi giudizi, certe frasi, e quanto siano inopportune.
Certamente un corso sull'assertività le sarebbe molto utile.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com
Utente
Grazie per le tue parole buone che rendono leggero il cammino.
Buone cose a te
Lucia
Buone cose a te
Lucia
Utente
Gentile dottoressa,la ringrazio per aver inteso i miei dubbi.Io sono la sorella maggiore e,alla morte di mia madre,sono rimasta con mio padre per badare a lui.La mia vita è stata un inferno,non so come ho fatto a sopravvivere ai suoi abusi psicologici e fisici,soprattutto quando rientrava ubriaco.Per anni sono stata sola,senza amicizie,vestita con vestiti invernali pure d'estate per nascondere i lividi.Ho provato a parlarne co qualcuno ma nessuno ha fatto niente e le mie sorelle e i miei parenti dicevano che ero falsa.A 20 anni me ne sono andata e quando è morto non sono riuscita ad andare a vederlo nonostante le minacce delle mie sorelle.Oggi,a 70 anni,non auguro il terrore che ho vissuto a nessuno,nemmeno a un nemico,mi creda.
Buona giornata e buon lavoro
Buona giornata e buon lavoro
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 373 visite dal 30/08/2025.
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