La terapia che sto facendo funziona davvero?

Salve buongiorno,

Vorrei esporre con voi un pensiero che da un po’ di tempo a questa parte mi attanaglia.


Circa tre anni fa ho sperimentato per la prima volta nella mia esistenza un attacco di panico in macchina mentre tornavo a casa da lavoro; da quel momento è stata un’altalenanza di periodi buoni e periodi tremendi, fino a che non ho iniziato una psicoterapia con una psicologa.


Ho riscontrato però all’inizio del percorso dei netti peggioramenti sicuramente dati dal fatto di aver sviscerato un po’ di cose che dovevo analizzare; pertanto mi sono rivolta, senza mai staccare la psicoterapia, ad una psichiatra, che mi ha diagnosticato un disturbo d’ansia generalizzato e mi prescisse 7 gg di escitalopram, che ad oggi ancora assumo, ed inizialmente 15 gocce di xanax dilazionate durante la giornata che ho scalato nemmeno 2 mesi dopo l’inizio della terapia farmacologica.


Ormai sono quindi due anni che sono in psicoterapia ed ho sviscerato temi fondamentali, sono praticamente riuscita a guarire completamente e quando mi si presenta un attacco di ansia lo riesco a gestire.


Il punto è che ovviamente ho sviluppato una fortissima ipocondria, il che mi porta ad avere residui di ansia che io vorrei eliminare; il punto focale del mio consulto è questo: la mia psicologa è convinta che ci sia ancora qualcosa che non le ho detto, ma non è così: sono in un periodo della mia vita molto felice, al lavoro e nella vita privata; ho finalmente recuperato un rapporto sano con la mia famiglia.


Io ho solo estremamente paura di riavere ansia ma soprattutto sto sempre troppo attenta ai segnali del mio corpo.


Ho paura di dover ammettere con lei che forse avrei bisogno di un approccio di tipo cognitivo comportamentale.


Rimetto quindi un consiglio a voi esperti: leggendo il poco che sono riuscita a raccontarvi, cosa mi consigliereste?


Grazie mille in anticipo